Per modelli umani digitali intendiamo sistemi software o delle estensioni di software che permettono agli utenti di simulare e analizzare determinate caratteristiche antropometriche, biomeccaniche e fisiologiche dell’essere umano all’interno di ambienti di sviluppo virtuali.
Quando si lavora con le macchine, l’ergonomia digitale viene usata per sperimentare la visibilità (relativamente alle macchine edili), l’usabilità o l’applicabilità della forza durante l’utilizzo. Vengono poi considerate anche le posture durante il lavoro, ad esempio in sale di controllo o in uffici e aree di produzione.
I primi modelli digitali sono stati progettati già qualche decennio fa. Negli ultimi dieci anni, tuttavia, in termini di usabilità e precisione sono stati compiuti grandi passi avanti e nel settore dell’industria e della ricerca trovano sempre più spesso impiego.
Come funzionano i sistemi software che generano modelli umani digitali
I sistemi inerziali elaborano il flusso di dati proveniente da diversi sensori fissati sul corpo (accelerometri e giroscopi), i quali rilevano accelerazioni e cambiamenti dell’angolazione delle articolazioni. I sistemi ottici si avvalgono invece di telecamere che riconoscono i marker fissati sul corpo, oppure calcolano la sequenza dei movimenti partendo da immagini singole.
Vantaggi e svantaggi
Grazie alle tecnologie diviene possibile stimare i rischi per la salute e definire di conseguenza delle misure prospettiche o correttive per l’ottimizzazione di un sistema di lavoro.
Tra gli svantaggi il fatto che alcuni formati sono di fatto considerati standard (Biovision Hierarchy, BVH), tuttavia non sono universalmente utilizzabili poiché non completamente standardizzati. Non di rado, quindi, nei risultati pubblicamente accessibili della ricerca si trovano, per lo più sotto forma di testo semplice tabulare, formati di dati appositamente definiti.