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Certificazione F-Gas 2025: nuove regole UE per il recupero di solventi

Il regolamento di esecuzione (UE) 2025/623 della Commissione Europea stabilisce nuove disposizioni per la certificazione degli operatori addetti al recupero di solventi contenenti gas fluorurati (F-Gas), aggiornando e sostituendo il precedente regolamento CE 306/2008. Questo nuovo provvedimento si inserisce nel quadro normativo definito dal regolamento (UE) 2024/573, con l’obiettivo di garantire uniformità e tracciabilità nella gestione degli F-Gas.

Obiettivi del Regolamento UE 2025/623

  • Competenza tecnica degli operatori: i tecnici devono dimostrare una formazione teorica e pratica sui rischi ambientali e sulle tecniche di recupero;
  • Riduzione delle emissioni di F-Gas: le procedure standardizzate mirano a minimizzare la dispersione dei gas fluorurati nell’ambiente;
  • Riconoscimento reciproco dei certificati: i certificati rilasciati in uno Stato membro sono validi anche negli altri Paesi dell’UE, a condizione che rispettino i requisiti minimi.

Ambito di applicazione: chi è interessato

Il regolamento si applica a tutti gli operatori e tecnici che intervengono sulle apparecchiature contenenti solventi a base di F-Gas, con particolare riferimento alle attività di:

  • Recupero: rimozione e raccolta dei solventi;
  • Stoccaggio temporaneo: conservazione dei solventi in condizioni di sicurezza;
  • Smaltimento o rigenerazione: eliminazione o trattamento per il riutilizzo dei solventi.

Sono coinvolti:

  • Tecnici specializzati;
  • Imprese di manutenzione:
  • Aziende industriali che utilizzano solventi fluorurati;
  • Enti certificatori e formatori accreditati.

Requisiti minimi per la certificazione

Per ottenere la certificazione, gli operatori devono soddisfare i seguenti requisiti:

  • Formazione obbligatoria: devono completare un percorso formativo teorico e pratico, focalizzato sui rischi ambientali e sulle tecniche di recupero;
  • Conoscenza normativa: devono dimostrare una piena comprensione delle disposizioni regolamentari e delle procedure operative sicure;
  • Competenza pratica: devono essere in grado di utilizzare correttamente le attrezzature per il recupero dei solventi.

Riconoscimento reciprocità dei certificati sui solventi

Uno dei punti chiave del regolamento ue 2025/623 è il riconoscimento automatico dei certificati rilasciati da uno Stato membro dell’UE negli altri Stati, a condizione che rispettino i requisiti minimi stabiliti.

Questa disposizione favorisce:

  • Mobilità professionale: i tecnici certificati possono operare in qualsiasi Paese dell’UE senza dover ottenere nuove certificazioni;
  • Uniformità degli standard: viene garantita una qualità formativa omogenea su tutto il territorio europeo;
  • Riduzione della burocrazia: si semplificano le procedure per gli operatori che operano su scala transnazionale.

Implicazioni pratiche per aziende e tecnici

1. Aggiornamento delle certificazioni

  • Gli operatori già certificati devono adeguare i loro attestati ai nuovi standard previsti dal regolamento.

2. Formazione e valutazione

  • I programmi di formazione devono essere aggiornati per garantire la conformità ai nuovi requisiti UE;
  • I corsi di aggiornamento devono includere moduli teorici e pratici sui rischi ambientali e sulle tecniche di recupero.

3. Accreditamento degli enti certificatori

  • Gli enti che rilasciano le certificazioni devono ottenere un accreditamento conforme ai nuovi criteri previsti dal regolamento.

4. Verifica delle procedure aziendali

  • Le aziende che gestiscono F-Gas devono aggiornare i protocolli interni per rispettare i nuovi standard di sicurezza e conformità.

Prossimi passi per la conformità

  • Verificare i certificati attualmente in possesso e pianificare gli aggiornamenti necessari;
  • Partecipare a corsi di formazione e aggiornamento conformi ai nuovi requisiti UE;
  • Adeguare i protocolli aziendali, garantendo che le attività di recupero, stoccaggio e smaltimento siano conformi alle nuove disposizioni.

Conclusione

Il regolamento ue 2025/623 rappresenta un passo fondamentale verso una gestione più sicura e sostenibile dei solventi fluorurati. Gli operatori del settore devono agire tempestivamente per allinearsi ai nuovi requisiti, garantendo competenza, sicurezza e conformità normativa.

referendum, appalti, edilizia

Referendum 2025: il quesito sulla responsabilità del committente negli appalti

Il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, noto come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, disciplina gli obblighi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. L’articolo 26, in particolare, riguarda gli obblighi connessi ai contratti d’appalto, d’opera o di somministrazione.

Nel 2023, con la Legge n. 85/2023 di conversione del Decreto Lavoro (D.L. n. 48/2023), è stato introdotto il comma 4-bis all’articolo 26, che esclude la responsabilità solidale del committente in caso di infortunio subito da un lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, quando l’infortunio derivi da rischi specifici propri dell’attività dell’impresa esecutrice.

Il quesito referendario: abrogazione del Comma 4-bis dell’Articolo 26

Il referendum abrogativo, previsto per l’8 e 9 giugno 2025, propone l’eliminazione del comma 4-bis dell’articolo 26 del D.Lgs. 81/2008. Attualmente, questa disposizione esclude la responsabilità solidale del committente per infortuni derivanti da rischi specifici dell’attività dell’appaltatore o subappaltatore.

L’abrogazione di tale comma comporterebbe il ritorno alla normativa previgente, in cui il committente è corresponsabile, insieme all’appaltatore e al subappaltatore, per gli infortuni subiti dai lavoratori, indipendentemente dalla natura del rischio.

Implicazioni pratiche per aziende e lavoratori

Per le aziende committenti

Secondo i promotori del referendum, tra le implicazioni per le aziende in caso di sostegno al quesito, vi sarebbero:

  • Aumento della Responsabilità: In caso di approvazione del referendum, le aziende committenti dovranno affrontare una maggiore responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro, anche per rischi specifici dell’attività dell’appaltatore;
  • Necessità di maggiore Vigilanza: Sarà fondamentale intensificare le verifiche sull’idoneità tecnico-professionale degli appaltatori e subappaltatori, nonché monitorare costantemente l’applicazione delle misure di sicurezza;
  • Revisione dei contratti: I contratti d’appalto dovranno essere rivisti per includere clausole più stringenti in materia di sicurezza e responsabilità.

Per i lavoratori

Secondo i promotori del referendum, tra le implicazioni per i lavoratori in caso di sostegno al quesito, vi sarebbero:

  • Maggiore tutela: L’abrogazione del comma 4-bis garantirebbe ai lavoratori una maggiore protezione, permettendo di rivalersi anche sul committente in caso di infortuni derivanti da rischi specifici dell’attività dell’appaltatore;
  • Accesso più ampio al risarcimento: In caso di infortunio, i lavoratori avrebbero la possibilità di ottenere un risarcimento anche dal committente, aumentando le possibilità di ottenere giustizia.
mud 2025, ambiente, rifiuti

MUD 2025: scadenze, obblighi e modalità di presentazione per aziende e professionisti

Il Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD 2025), relativo ai dati del 2024, è stato approvato con il D.P.C.M. del 29 gennaio 2025 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 49 del 28 febbraio 2025. In base all’articolo 6 della Legge 25 gennaio 1994, n. 70, la scadenza per la presentazione del MUD è fissata a 120 giorni dalla data di pubblicazione, ovvero entro il 28 giugno 2025. 

Soggetti obbligati alla presentazione del MUD 2025

Sono tenuti a presentare il MUD 2025:

  • I produttori iniziali di rifiuti pericolosi, indipendentemente dal numero di dipendenti;
  • Le imprese ed enti con più di 10 dipendenti che producono rifiuti speciali non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali, artigianali, attività di recupero e smaltimento di rifiuti, fanghi da trattamenti delle acque e abbattimento dei fumi;
  • Chiunque effettua a titolo professionale attività di raccolta e trasporto di rifiuti;
  • Commercianti e intermediari di rifiuti senza detenzione;
  • Imprese ed enti che effettuano operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti;
  • Consorzi e produttori di imballaggi, come il CONAI.

Soggetti esclusi dall’obbligo

Sono esonerati dalla presentazione del MUD:

  • Le imprese agricole con volume d’affari annuo non superiore a 8.000 euro;
  • Le imprese ed enti con non più di 10 dipendenti che producono esclusivamente rifiuti non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali, artigianali, potabilizzazione e altri trattamenti delle acque, depurazione delle acque reflue e abbattimento dei fumi;
  • I soggetti che effettuano esclusivamente il trasporto dei propri rifiuti non pericolosi;
  • I liberi professionisti che non operano in forma di impresa;
  • Attività come estetisti, acconciatori, tatuatori, piercer, agopuntori, podologi, callisti, manicure e pedicure, purché non operino come impresa. 

Modalità di Presentazione del MUD

La presentazione del MUD deve avvenire esclusivamente in modalità telematica:

  • Le Comunicazioni Rifiuti, Veicoli Fuori Uso, Imballaggi e Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche devono essere trasmesse tramite il portale www.mudtelematico.it, utilizzando un dispositivo di firma digitale valido;
  • Per la Comunicazione Rifiuti Semplificata, riservata a soggetti che producono non più di 7 tipologie di rifiuti e utilizzano al massimo 3 trasportatori e 3 destinatari per ciascun rifiuto, è possibile compilare il modulo online e inviarlo tramite PEC all’indirizzo comunicazionemud@pec.it;
  • Dal 2025, l’accesso ai portali per la compilazione e trasmissione delle dichiarazioni MUD è possibile solo tramite SPID, CIE o CNS.

Sanzioni per ritardata o mancata presentazione

Il mancato rispetto della scadenza del 28 giugno 2025 comporta sanzioni amministrative:

  • Invio entro il 28 agosto 2025: sanzione da 26 a 160 euro;
  • Invio dopo il 28 agosto 2025: sanzione da 2.000 a 10.000 euro.

In caso di dati errati o incompleti, possono essere applicate ulteriori sanzioni e controlli. 

Implicazioni pratiche per aziende e professionisti

Le aziende e i professionisti soggetti all’obbligo devono:

  • Raccogliere e verificare i dati relativi ai rifiuti prodotti e gestiti nel 2024;
  • Assicurarsi di avere accesso ai portali tramite SPID, CIE o CNS;
  • Utilizzare un dispositivo di firma digitale valido per la trasmissione telematica;
  • Effettuare il pagamento dei diritti di segreteria tramite PagoPA.

È consigliabile iniziare la preparazione con anticipo per garantire una compilazione corretta e puntuale del MUD 2025

sicurezza, prevenzione, sicurezza sul lavoro, unasf conflavoro

Aggiornamenti DLgs 81/2008: impatti operativi per aziende e Responsabili della Sicurezza

Il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, noto come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, ha subito significative modifiche nel 2025. Questi aggiornamenti derivano principalmente dal DLgs 4 settembre 2024, n. 135, che attua la direttiva (UE) 2022/431, e dalla Legge 13 dicembre 2024, n. 203.

Le modifiche riguardano vari articoli del decreto, tra cui gli articoli 26, 29, 55, 222-245, e introducono l’articolo 14-bis. Inoltre, sono stati aggiornati o introdotti nuovi allegati, come l’Allegato XLIII-bis, e abrogato l’Allegato XXXIX. Queste modifiche sono entrate in vigore l’11 ottobre 2024 e il 12 gennaio 2025. 

Principali novità e chiarimenti normativi

Il DLgs 135/2024 ha esteso le tutele previste per i lavoratori esposti ad agenti cancerogeni e mutageni, includendo anche le sostanze tossiche per la riproduzione. Sono stati introdotti nuovi limiti di esposizione per sostanze pericolose come piombo e nichel, e valori limite biologici specifici per il piombo e i suoi composti. 

Le modifiche all’articolo 41 prevedono che il medico competente, durante la visita preventiva, debba considerare gli esami già effettuati dal lavoratore per evitare ripetizioni. Inoltre, l’obbligo di visita medica prima della ripresa del lavoro dopo un’assenza superiore a sessanta giorni è stato reso non obbligatorio, previa valutazione medica. 

Le modifiche all’articolo 65 consentono l’utilizzo di locali sotterranei o semisotterranei per attività che non generano emissioni nocive. Il datore di lavoro deve comunicare l’uso di questi spazi all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) tramite PEC, allegando la documentazione necessaria. Dopo 30 giorni dalla comunicazione, salvo esplicito divieto, i locali possono essere utilizzati. 

L’introduzione dell’articolo 14-bis stabilisce un sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi tramite crediti, come disposto dal D.M. 18 settembre 2024, n. 132. Questo sistema prevede un nuovo regime sanzionatorio per le imprese non conformi. 

La Nota INL prot. 5662 del 23/07/2024 fornisce chiarimenti sul numero di operatori abilitati alla conduzione dei generatori di vapore, specificando che è necessario un numero adeguato di operatori per garantire la sicurezza e il rispetto della normativa vigente. 

Implicazioni pratiche per aziende e lavoratori

Le modifiche introdotte nel 2025 al DLgs 81/2008 comportano diverse implicazioni operative:

  • Adeguamento delle Valutazioni dei Rischi: Le aziende devono rivedere le valutazioni dei rischi, considerando le nuove sostanze pericolose e i limiti di esposizione introdotti.
  • Aggiornamento delle Procedure di Sorveglianza Sanitaria: Le imprese devono adeguare le procedure di sorveglianza sanitaria alle nuove disposizioni, evitando esami medici ripetitivi e valutando la necessità delle visite mediche dopo assenze prolungate.
  • Gestione dei Locali Sotterranei: Le aziende che intendono utilizzare locali sotterranei devono seguire la nuova procedura di comunicazione all’INL e garantire il rispetto degli standard di sicurezza.
  • Implementazione del Sistema di Qualificazione: Le imprese devono familiarizzare con il nuovo sistema di qualificazione tramite crediti e assicurarsi di soddisfare i requisiti per evitare sanzioni.
  • Formazione e Informazione: È fondamentale aggiornare la formazione dei lavoratori e dei responsabili della sicurezza in base alle nuove disposizioni normative.
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Innovazione, affidabilità e sicurezza nell’industria moderna: una sinergia strategica

Nel panorama industriale attuale, l’integrazione di tecnologie avanzate è fondamentale per migliorare l’efficienza produttiva, garantire la sicurezza degli operatori e mantenere la competitività. Soluzioni come i robot collaborativi e gli esoscheletri rappresentano strumenti chiave per raggiungere questi obiettivi, offrendo flessibilità operativa e supporto ergonomico.

Quadro normativo e standard di riferimento

L’adozione di tecnologie innovative deve avvenire nel rispetto delle normative vigenti. La norma ISO 10218-2:2025, ad esempio, stabilisce i requisiti di sicurezza per i robot industriali collaborativi, garantendo un’interazione sicura tra uomo e macchina. Inoltre, il DLgs 81/2008 impone alle aziende l’obbligo di valutare e gestire i rischi associati all’introduzione di nuove tecnologie nei processi produttivi.

Tecnologie avanzate per l’efficienza e l’innovazione

L’automazione industriale sta evolvendo verso una maggiore collaborazione tra macchine e operatori. I robot collaborativi, o cobot, sono progettati per lavorare in sinergia con gli esseri umani, adattandosi facilmente a diverse applicazioni industriali. I principali vantaggi includono:

  • efficienza produttiva: riduzione dei tempi ciclo e ottimizzazione delle risorse;
  • flessibilità operativa: programmabilità intuitiva e rapida adattabilità a nuove esigenze;
  • miglioramento della qualità: automazione di operazioni ripetitive per ridurre errori umani;
  • sicurezza integrata: sensori avanzati e conformità agli standard di sicurezza.

Gli esoscheletri industriali, invece, offrono supporto ergonomico agli operatori, riducendo lo sforzo fisico e prevenendo disturbi muscolo-scheletrici. Queste tecnologie contribuiscono a creare ambienti di lavoro più sicuri e sostenibili.

Impatti organizzativi e vantaggi competitivi

L’implementazione di soluzioni tecnologiche avanzate comporta una serie di benefici per le aziende:

  • riduzione dei costi operativi: grazie all’ottimizzazione dei processi e alla diminuzione degli infortuni;
  • aumento della produttività: attraverso l’automazione di compiti ripetitivi e l’efficienza delle operazioni;
  • miglioramento delle condizioni di lavoro: con un focus sulla salute e sicurezza degli operatori;
  • conformità normativa: assicurando il rispetto delle leggi e degli standard di settore.

Inoltre, l’adozione di queste tecnologie favorisce una cultura aziendale orientata all’innovazione e alla sostenibilità, elementi sempre più rilevanti nel contesto competitivo globale.

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