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Sicurezza nel settore corilicolo, l’indagine Inail

Il settore corilicolo riveste un interesse crescente nel panorama agricolo nazionale, con un volume annuo di circa 110 mila tonnellate che rende l’Italia seconda solo alla Turchia nella produzione delle nocciole.

Del tema si occupa la pubblicazione curata dalla Direzione regionale Campania dell’Inail, che nasce con l’intento di illustrare sia i possibili rischi connessi alla corilicoltura sia le principali misure di prevenzione e protezione da adottare per rendere più sicure le distinte fasi di lavorazione.

La provincia di Avellino al centro dell’indagine di approfondimento

Il progetto promosso da Inail Campania è stato condotto con il coinvolgimento di un gruppo di imprese avellinesi rappresentative del settore, con diverse dimensioni e caratteristiche.

Nella provincia irpina le nocciole sono coltivate prevalentemente in terreni collinari, che, a causa delle forti pendenze, rendono difficile l’impiego di attrezzature, esponendo gli addetti al rischio di infortuni.

Soprattutto nella fase di raccolta dei frutti, gli operatori si trovano ad assumere posture incongrue e a sollevare e spostare manualmente carichi considerevoli, con conseguenze per il sistema muscoloscheletrico. Lo studio segnala inoltre come il ricorso a prodotti chimici quali antiparassitari e concimi possa produrre effetti significativi sulla salute dei lavoratori.

Tecniche di coltivazione e rischi per i lavoratori del settore corilicolo

Grazie ai dati raccolti, la ricerca offre una panoramica dettagliata delle diverse attività necessarie per la gestione e la cura di un noccioleto, che vanno dal controllo dei polloni alla potatura, alla lavorazione del terreno alla ripuntatura, all’andanatura.

Vengono poi indicati i criteri per una gestione corretta del suolo, con i trattamenti antiparassitari e i diserbanti da utilizzare, e i principi da seguire per l’irrigazione, la raccolta, l’essicazione e il conferimento conclusivo per la distribuzione.

Per ognuna di queste attività, lo studio riporta una scheda informativa contenente gli elementi di rischio e i relativi fattori di influenza, i danni fisici attesi e le misure di prevenzione e protezione da adottare per chi lavora nel settore corilicolo.

applicativo inail

Nuovo applicativo Inail per ridurre i livelli di rischio

Rendere fruibili prodotti e strumenti tecnici per la riduzione dei livelli di rischio, individuando soluzioni specialistiche finalizzate alla tutela della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro attraverso uno specifico applicativo informatico. È quello che permette a imprese e datori di lavoro il nuovo ambiente di consultazione interattivo proposto dall’Inail con la pubblicazione della circolare n.18 del 19 maggio 2023.

Alla base dell’applicativo Inail ricerche scientifiche e criteri metodologici

Predisposto in attuazione dell’art. 28 del dlgs 81/2008 in tema di valutazione dei rischi, il nuovo applicativo Inailè basato su un impianto tecnologico mutuato da esperienze di ricerca nazionali ed internazionali. Prevede la definizione di standard metodologici nella validazione degli strumenti per la riduzione dei livelli di rischio.

In questo modo sarà possibile aggiornare l’archivio interattivo con ulteriori procedure di valutazione, sulla base dell’evoluzione tecnico-scientifica delle attività di ricerca e di prevenzione in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro. 

Indicazioni e norme di utilizzo

L’accesso all’applicativo è disponibile sul portale Inail a partire dal 22 maggio attraverso il percorso ‘Attività>Prevenzione e sicurezza>Strumenti‘ per la valutazione del rischio.

Per agevolare la ricerca, l’utente ha a disposizione una serie di filtri con cui effettuare la selezione dei prodotti presenti in banca dati, come il tipo di attività economica e lavorativa da opzionare anche mediante il codice Ateco. Oppure può individuare tipologie specifiche di rischi, selezionando ad esempio da quelli ergonomici a quelli da agenti fisici.

Da ultimo, può indicare anche il tipo di strumento da utilizzare, scegliendolo tra applicativi, banche dati, buone pratiche, linee di indirizzo e linee guida, schede informative, procedure, software.

Assistenza agli utenti online e tramite contact center

Per ogni altra informazione e richiesta di assistenza, nell’area Supporto e Contatti del sito dell’Istituto è disponibile il servizio Inail risponde. È possibile rivolgersi anche al Contact center al numero 066001, accessibile sia da rete fissa sia da rete mobile.

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Apvr, come scegliere quello giusto

I DPI a protezione delle vie respiratorie, detti anche APVR (apparecchi protezione vie respiratorie), sono dispositivi che servono a proteggere da sostanze aeriformi potenzialmente nocive (gas, polveri, vapori) mediante il meccanismo della filtrazione.

La Direttiva UE Seveso Ter (n.18 del 2012) è stata attuata nel nostro Paese tramite il decreto n.105 del 26 giugno 2015 recante Attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, normativa di riferimento in materia di gestione della sicurezza nelle attività a rischio di incidente rilevante (RIR).

Tra gli obiettivi del decreto rientra anche quello relativo all’impegno verso il continuo miglioramento del controllo dei pericoli di incidenti rilevanti e quindi anche alla scelta e gestione degli opportuni DPI, specificando, inoltre, la necessità  che il personale sia addestrato relativamente al loro utilizzo in funzione della tipologia di incidente. Tra questi anche gli APVR (apparecchi per la protezione delle vie respiratorie).

La scelta del giusto APVR

La scelta degli APVR opportuni deve conseguire ad un idoneo studio delle caratteristiche del posto di lavoro e dell’attività lavorativa. Deve anche portare “a una chiara definizione delle condizioni di impiego e alle seguenti valutazioni:

  1. concentrazione di ossigeno;
  2. natura (gas, vapori, polveri ecc.) e speciazione chimica dei contaminanti;
  3. tossicità dell’inquinante e valutazione dei relativi VLEP;
  4. concentrazioni dell’inquinante in aria nelle peggiori condizioni;
  5. dimensioni del particolato, se si tratta di polveri;
  6. condizioni di temperatura e umidità;
  7. attività fisica svolta dall’utilizzatore nel compimento del proprio lavoro;
  8. durata dell’attività lavorativa che richiederebbe di indossare il dispositivo di protezione;
  9. eventuali altri rischi presenti (schizzi di liquidi, incendio ecc.).
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Resilienza organizzativa tra digitalizzazione, cobot, salute e sicurezza

Negli ultimi anni si assiste con sempre maggiore frequenza a trasformazioni nei sistemi produttivi e nelle modalità organizzative del lavoro e questo grazie all’implementazione di robot collaborativi (cobot) e ai processi di digitalizzazione, tipici dell’Industria 4.0. 

Queste innovazioni introducono la necessità di ripensare e rielaborare gli strumenti e i criteri di valutazione dei rischi per la Salute e la Sicurezza dei lavoratori.

Una scheda informativa pubblicata sul portale Inail riporta i risultati dell’indagine condotta nell’ambito del progetto Bric 2019 – ID 50 sul tema della resilienza organizzativa.

La resilienza organizzativa come risposta agli inconvenienti improvvisi

Il progetto ha elaborato uno strumento operativo per valutare lo stato potenziale di resilienza delle imprese manifatturiere che hanno introdotto processi produttivi automatizzati con l’utilizzo di cobot. La nozione di resilienza a cui i ricercatori si sono ispirati è quella proposta da Erik Hollnagel: quella capacità intrinseca di un sistema di aggiustare il proprio funzionamento in presenza di disturbi o cambiamenti imprevisti, interni o esterni ad esso.

Le quattro abilità del modello Rag

Lo studio ha utilizzato il modello Rag (Resilience analysis grid), che consente di quantificare lo stato potenziale di resilienza di un sistema. 

Il Rag considera la resilienza come il prodotto di quattro abilità fondamentali: rispondere ai cambiamenti regolari e irregolari, ai disturbi e alle potenzialità; monitorare gli andamenti delle prestazioni del sistema; imparare dall’esperienza, prendendo in considerazione sia i successi che i fallimenti; anticipare i potenziali sviluppi futuri.

Il campione di indagine e lo strumento di rilevazione dei dati

La ricerca ha coinvolto 15 aziende medio-grandi, da 150 a oltre 250 addetti, situate nel centro-nord Italia (40%), in Belgio e nei Paesi Bassi (60%). Al campione di indagine, formato dai referenti scelti dalle stesse aziende, è stato somministrato un questionario strutturato sulla base della revisione sistematica dei rischi per salute e sicurezza relativi a tecnologia dei robot collaborativi e resilienza organizzativa. Le domande formulate hanno riguardato tutte le abilità considerate dal Rag, secondo lo schema del questionario tipo offerto da Hollnagel. 

Lo studio dei dati rilevati ha consentito di identificare le priorità di intervento e di offrire alle imprese suggerimenti validi dal punto di vista tecnologico, organizzativo, formativo e giuridico. Lo strumento operativo adottato nell’indagine consente di misurare il potenziale di resilienza organizzativa di salute e sicurezza nell’ambito della transizione digitale. Inoltre, offre alle aziende che lo utilizzano la possibilità di effettuare un monitoraggio temporale in un’ottica di miglioramento continuo. Si tratta di un modello riproducibile in contesti diversi, capace di supportare i datori di lavoro nel complesso percorso della digitalizzazione industriale.

invalidità per infortunio

Invalidità per infortunio, ora la domanda è telematica

Semplice e digitale. L’Inps ha rilasciato un nuovo servizio telematico per la domanda di invalidità per infortunio.

Si tratta del modello AS1 – Dichiarazione di infortunio procurato da terzi responsabili – e deve essere presentato dal cittadino nel caso in cui lo stato invalidante sia causato da responsabilità di terzi.

Cosa contiene il modello AS1

Il Modello ASI contiene le informazioni rese dal cittadino danneggiato, inerenti al terzo responsabile del danno e alla sua polizza assicurativa; ma anche altri elementi utili all’INPS per esercitare il diritto di surroga e rivalsa.

Compilazione domanda invalidità per infortunio 

Si può compilare la domanda: 

  • sul portale dell’INPS accedendo con la propria identità digitale SPID almeno di Livello 2;
  • con CNS o CIE, al servizio “Domanda di invalidità civile e accertamento sanitario”, selezionando la voce di menu “Acquisizione AS1”;
  • tramite degli istituti di patronato;
  • tramite delle associazioni di categoria autorizzate (ANMIC, UIC, ENS, ANFFAS).
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