ponteggi

Ponteggi di facciata, l’analisi dei requisiti in un report Inail

Un documento Inail dal titolo I ponteggi di facciata. Analisi dei requisiti previsti nella legislazione italiana e nelle norme tecniche europee, realizzato dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (DIT), presenta le indicazioni relative ai ponteggi tratte dal Dlgs. 81/2008 o dal contenuto di alcuni suoi allegati (allegati V e XVIII).

L’autorizzazione ministeriale per ponteggi ha una validità di dieci anni

Tecnicamente, un ponteggio fisso è un’attrezzatura provvisionale di accesso e di servizio, composto da tubi e giunti, oppure da elementi portanti prefabbricati, collegati fra loro. La costruzione e l’impiego trovano disciplina in Italia nelle norme presenti nel Dlgs. 81/2008.

Secondo la legge, per ogni tipo di ponteggio fisso, il fabbricante deve chiedere al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali l’autorizzazione per la realizzazione e il relativo utilizzo, corredando la domanda di richiesta con una serie di indicazioni specifiche su descrizione delle dimensioni del ponteggio, caratteristiche dei materiali e prove di carico.

Fino all’entrata in vigore del decreto 81, la validità dell’autorizzazione ministeriale era illimitata, mentre adesso va rinnovata ogni dieci anni, commisurandola all’evoluzione del progresso tecnico.

Dallo studio Inail un contributo all’allargamento delle conoscenze tecniche

Consultabile online sul sito dell’Istituto, il documento Inail mette a confronto e analizza le differenze tra i requisiti dei ponteggi di facciata nella legislazione italiana rispetto a quelli delle norme tecniche europee Uni En.

L’identificazione di queste differenze può aiutare a stabilire meglio cosa intendere per “evoluzione del progresso tecnico”. Un concetto che risulta, come sottolineano gli autori nell’introduzione, tutt’altro che “banale” e che “può derivare dall’aumento di conoscenze e capacità o dal miglioramento delle qualità o delle caratteristiche di uno o più fattori produttivi”.    

Valutazione delle differenze fra legislazione italiana e norme europee

Scorrendo le pagine della pubblicazione, al lettore vengono indicati in dettaglio i riferimenti normativi cogenti, presenti nella legislazione italiana, suddivisi in decreti legislativi e ministeriali, circolari, lettere e interpelli, insieme alle norme tecniche di riferimento. Sono riportate le definizioni contenute nelle circolari ministeriali e nelle norme, con un confronto sui relativi requisiti.

Al termine della ricerca, per i ricercatori Inail le norme Uni En, in particolare la 12810 e la 12811, rappresentano ad oggi “la massima espressione dell’innovazione tecnologica in materia di ponteggi in ambito europeo” e, rispetto ad esse, il sistema legislativo italiano in questo settore risulta “datato”.

Da qui l’auspicio di altri studi in tema e la necessità di un aggiornamento e di un confronto con gli altri Paesi europei.  

Scarica qui il documento integrale
semiochimici

Rischio da semiochimici in agricoltura, come prevenirlo

Nell’ambito dell’approfondimento del rischio chimico in agricoltura, tra i mezzi alternativi agli insetticidi, i semiochimici, ovvero sostanze emesse da piante, offrono nuovi strumenti per il controllo integrato degli insetti.

Tra questi i feromoni prodotti dai lepidotteri (Straight-Chained Lepidopteran Pheromones), sebbene sostanze a basso impatto sulla salute umana e sull’ambiente, sono spesso classificati irritanti e/o sensibilizzanti cutanei.

Un fact sheet dell’Inail rappresenta un utile compendio nella fase di formazione e informazione, prevista dal Dlgs 81/2008, evidenziando l’importanza del ricorso alle idonee misure di prevenzione e di protezione per i lavoratori professionalmente esposti in tutte le fasi di utilizzo delle suddette sostanze.

Come prevenire il rischio da semiochimici?

Nel documento Inail, lo scopo della valutazione del rischio chimico nell’uso di semiochimici “è quello di garantire che tali sostanze non abbiano effetti nocivi sulla salute degli operatori e dei lavoratori (oltre che, ovviamente, della popolazione che possa trovarsi in prossimità delle zone trattate, tramite contatto, inalazione o ingestione attraverso la catena alimentare, e dell’ambiente per fenomeni di rilascio)”.

E, in relazione a questo obiettivo fine, “la fase preliminare ai campionamenti dei semiochimici aerodispersi, richiede sopralluoghi conoscitivi negli ambienti di lavoro esterni ed interni, quali le serre e, in sinergia con il medico competente, si valuteranno gli aspetti clinici e sanitari potenzialmente correlabili con l’esposizione, per una attività preventiva e una identificazione precoce di possibili alterazioni dello stato di salute, consentendo una valutazione completa del rischio di esposizione professionale agli SCLPs”.

Spazio alla formazione. È importante “garantire una corretta formazione/informazione in ambito professionale sulla manipolazione di tali prodotti in tutte le fasi”.

Nell’ambito delle buone pratiche “dovranno essere seguite le indicazioni di impiego dei semiochimici riportate in etichetta e nella SDS, in merito ad un utilizzo esclusivo del prodotto sulle specifiche colture (con particolare attenzione a quelle in serra) ed alle dosi indicate, al non superamento del numero dei trattamenti previsti, al posizionamento dei dispenser secondo le indicazioni riportate (altezza della collocazione e numero dei diffusori da impiegare per ettaro di terreno) ed al controllo periodico, nel rispetto dei tempi di carenza indicati per le colture trattate”.

Infine per i lavoratori e gli operatori, la scelta ed il corretto utilizzo di dispositivi di protezione individuali (DPI) rappresenta “lo strumento di elezione nella prevenzione del rischio da contatto e/o inalazione dei semiochimici”. Ma particolare attenzione dovrà essere rivolta anche “agli aspetti relativi alla tutela del consumatore (attraverso il controllo della catena agroalimentare) e dell’ambiente circostante”.

Scarica il documento dell’Inail

sicurezza

Come migliorare la Sicurezza nei luoghi di lavoro, il documento della Commissione UE

Il Quadro strategico in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro 2021-2027 è un’importante comunicazione della Commissione europea volta a individuare le sfide e le azioni necessarie per affrontare il nuovo mondo del lavoro e della Sicurezza.

Tre gli obiettivi:

  • Migliorare la sicurezza sul Lavoro in ottica di una Transizione digitale anche attraverso il riesame delle direttive in materia di tutela nei luoghi di lavoro e la proposta di nuovi limiti prudenziali per l’amianto e il piombo;
  • rendere la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, ad esempio promuovendo un approccio “zero vittime” per eliminare i decessi legati al lavoro nell’UE;
  • aumentare la preparazione per eventuali future crisi sanitarie.

Come migliorare la prevenzione dei decessi

Nel documento sulla prevenzione UE si indica che la prevenzione dei decessi correlati al lavoro sarà possibile solo:

  • effettuando indagini approfondite su infortuni e decessi sul luogo di lavoro;
  • individuando e affrontando le cause di tali infortuni e decessi;
  • sensibilizzando maggiormente in merito ai rischi connessi agli infortuni e alle lesioni sul lavoro nonché alle malattie professionali;
  • rafforzando l’applicazione delle norme e degli orientamenti esistenti.

Cosa intende fare la commissione Europea per migliorare la Salute e Sicurezza sul lavoro?

La Commissione europea intende, oltre a promuovere un approccio “zero vittime”, aggiornare le norme dell’UE sulle sostanze pericolose per combattere il cancro, le malattie riproduttive e respiratorie. Ciò avviando nel 2023 una consultazione delle parti sociali su valori limite ridotti per i fumi di saldatura, gli idrocarburi policiclici aromatici, l’isoprene e l’1,4-diossano nel quadro della direttiva CMD; individuando un elenco prioritario di sostanze reprotossiche da trattare mediante le direttive pertinenti entro la fine del 2021; fornendo orientamenti aggiornati per proteggere i lavoratori dall’esposizione a medicinali pericolosi entro il 2022; elaborando una panoramica del settore sanitario e dell’assistenza in materia di SSL, in collaborazione con l’EU-OSHA, entro il primo trimestre del 2024; sostenere le attività di sensibilizzazione sui disturbi muscoloscheletrici, sul cancro e sulla salute mentale, nonché sulle molestie sul luogo di lavoro e sui pregiudizi di genere; fornire informazioni settoriali alle PMI in cooperazione con l’EU-OSHA; proporre un’iniziativa legislativa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza di genere nei confronti delle donne e la violenza domestica entro la fine del 2021.

Italian Summit HSE Bologna

Sicurezza sul lavoro, l’Italian Summit HSE consegna 3 proposte al sottosegretario Durigon alla Fiera Ambiente Lavoro

Individuare semplificazioni burocratiche incisive tenendo conto delle esigenze di aziende e professionisti; prevedere una formazione in materia Sicurezza lavoro che risulti più efficace dell’attuale; introdurre un credito d’imposta per rimborsare le spese affrontate dalle imprese virtuose circa gli obblighi previsti dal Dlgs 81/08: sono le 3 proposte che l’Italian Summit HSE consegnerà il 24 novembre al sottosegretario al Lavoro sen. Claudio Durigon, durante l’evento conclusivo di Ambiente Lavoro 2022, 22° Salone della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Italian Summit HSE, promosso da Conflavoro PMI, vede tra i suoi membri le principali realtà che si occupano di salute, sicurezza e ambiente di lavoro: AIFOS, UNASF Conflavoro PMI, ATISL, Fondazione LHS, ANMIL, Ambiente e Lavoro, AIFES, Sistema HSE, AIESIL, UNPISI.

“Nel corso dell’anno abbiamo dato vita a un progetto unico nel suo genere in Italia: un’unione di intenti per creare un nuovo scenario per la sicurezza sul lavoro, nel pluralismo e con la collaborazione dei più grandi esperti in materia. Abbiamo creato – spiegano le sigle – una sola voce fortissima con cui comunicare al governo, alla politica e a tutti gli enti pubblici che si occupano di HSE”.

“Il 24 novembre proseguiremo sulla strada di quanto avviato pubblicamente con il vertice nazionale dello scorso 7 aprile, quando abbiamo firmato a Roma il Manifesto HSE per una nuova Sicurezza sul Lavoro. La strada da fare è lunga e non si conclude con le proposte che consegneremo al sottosegretario Durigon: diamo la nostra disponibilità a collaborare con la politica mettendo a disposizione i più grandi esperti HSE in Italia per arrivare finalmente a vincere la drammatica battaglia contro gli infortuni e gli incidenti sul lavoro”.

L’appuntamento con l’Italian Summit HSE

L’appuntamento con l’Italian Summit HSE è per giovedì 24 novembre dalle ore 14 alle 16 presso Bologna Fiere, Sala Concerto, Blocco D, Centro Servizi. L’accesso all’evento dell’Italian Summit HSE è gratuito ma a numero chiuso, dedicato ai soli partecipanti al Salone Ambiente Lavoro.

Per riservare il tuo posto, visita https://bit.ly/summitHSE.

foto lavoratore accaldato

In aumento gli infortuni sul lavoro causati dal cambiamento climatico

Il cambiamento climatico deve essere affrontato anche dal punto di vista della Salute e Sicurezza sul Lavoro.

Nel Report 2022 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, il più importante organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, si fa riferimento a diversi rischi connessi ai cambiamenti climatici tra cui il rischio di ondate di calore, i rischi per la produzione agricola, la scarsità di risorse idriche e di intensità e frequenza di inondazioni.

Infortuni sul lavoro, la correlazione con il cambiamento climatico 

L’incremento della temperatura media e della frequenza e intensità delle ondate di calore possono determinare un aumento del rischio di infortunio sul lavoro. Anche l’aumento del livello di inquinamento atmosferico, l’esposizione alle radiazioni solari, l’interazione fra inquinamento ed esposizione a cancerogeni occupazionali e ad allergeni biologici sono ulteriori ambiti di connessione tra cambiamento climatico e rischi per la salute sul lavoro.

Secondo un’analisi di correlazione fra infortuni e temperature outdoor, in relazione agli effetti sia per il caldo estremo che per il freddo, è possibile stimare un numero di 5mila 200 incidenti sul lavoro all’anno (pari a circa 1,15% del totale degli infortuni) in cui l’esposizione a temperature estreme abbia avuto un ruolo causale.

 I settori più esposti risultano essere Agricoltura; Costruzioni; Lavori elettrici, idraulici, di condutture gas; Industrie all’aperto; Trasporti.

Come possiamo aiutarti?