Covid-19 Malattia o infortunio?

Contagi Covid-19 sul lavoro, i casi denunciati all’Inail dall’inizio della pandemia sono quasi 300mila

Il 29esimo report nazionale dell’Inail segnala, dal monitoraggio di fine giugno, che dal 31 agosto sono 296mila 806 i contagi Covid-19 lavoro-correlati. Il numero è pari a circa un quinto del totale delle denunce di infortunio sul lavoro pervenute da gennaio 2020 e all’1,4% del complesso dei contagiati Covid-19 nazionali comunicati.

L’incremento rispetto al monitoraggio di fine giugno è del 6,6%. 

Rispetto alle 278mila 431 denunce registrate dal monitoraggio dello scorso 30 giugno, data a partire dalla quale il report è pubblicato con cadenza bimestrale, i casi in più sono 18mila 375 (+6,6%).

Di questi, 2mila 107 contagi Covid-19 riferiti ad agosto, ben 10mila 610 a luglio (picco osservato anche sulla popolazione italiana), 3mila 334 a giugno, 470 a maggio, 357 ad aprile, 482 a marzo, 235 a febbraio e 544 a gennaio 2022. Gli altri 236 casi sono per l’81,4% riferiti al 2021 e il restante 18,6% al 2020.

Tra gennaio e agosto i decessi per contagi da Covid-9 sono stati 14.

Contagi Covid 19 sul Lavoro, quasi sette infezioni su 10 tra le donne, il 41,6% nella fascia 50-64 anni

La quota delle lavoratrici sul totale dei casi di contagi Covid-9 è pari al 68,2%. La componente femminile supera quella maschile in tutte le regioni, con le sole eccezioni della Sicilia e della Campania.

L’età media dei lavoratori contagiati è di 46 anni per entrambi i sessi, con la fascia d’età 50-64 anni al primo posto con il 41,6% delle denunce, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,2%), under 35 anni (20,1%) e over 64 anni (2,1%).

Gli italiani sono l’88,4%, mentre tra i lavoratori stranieri i più colpiti sono i rumeni, con circa un’infezione su cinque (20,7%), seguiti da peruviani (12,3%), albanesi (7,9%), svizzeri (4,5%), moldavi (4,4%) ed ecuadoriani (4,0%).

Contagi Covid-19 sul lavoro, l’analisi territoriale conferma il primato negativo di Nord-Ovest e Lombardia

Dall’analisi territoriale emerge che il 40,2% dei contagi sul lavoro da Covid-19 è concentrato nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 23,4%), seguito dal Nord-Est con il 21,8% (Veneto 10,7%), dal Centro con il 16,9% (Lazio 8,3%), dal Sud con il 14,8% (Campania 7,4%) e dalle Isole con il 6,3% (Sicilia 4,5%).

Le province con il maggior numero di contagi da Covid-19, da inizio pandemia sono quelle di Milano (9,6%), Roma (6,6%), Torino (6,5%), Napoli (4,6%), Genova (3,1%), Brescia (2,9%), Verona e Venezia (2,2% ciascuna), Treviso (2,1%), Vicenza e Firenze (2,0% ciascuna), Varese e Monza e Brianza (1,9% ciascuna) e Bologna (1,8%).

Brescia, invece, è la provincia con il maggior numero di contagi professionali in agosto, seguita da Roma, Genova, Torino, Milano, Napoli, Monza e Brianza, Savona, Venezia, Treviso, Salerno, Chieti e Latina.

Gli incrementi percentuali più alti rispetto alla rilevazione di fine giugno sono stati però registrati nelle province di Messina (+21,9%), Trapani (+19,6%), Latina (+18,2%), Salerno (+17,4%), Caserta (+16,7%), Vibo Valentia (+14,6%), Chieti (+13,4%) e Savona (+12,6%).


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antincendio

Antincendio, ridefiniti i criteri di sicurezza e gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro

Il decreto ministeriale 10 marzo 1998, Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro, finora rappresentava il principale strumento normativo per la valutazione dei rischi d’incendio nei luoghi di lavoro, anche per le attività soggette ai controlli del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

L’emanazione dei tre decreti, il Decreto Controlli, il Decreto GSA, e il Decreto Minicodice, conduce al definitivo superamento del suddetto d.m. 10 marzo 1998 che ha segnato un’epoca dell’antincendio, rappresentando il pincipale strumento normativo per la valutazione dei rischi d’incendio nei luoghi di lavoro.

A raccontare in questi termini la genesi dei tre provvedimenti in materia antincendio del 2021 è un recente documento che si inserisce nel progetto di collaborazione tra Inail e Corpo Nazionale dei Vigili dei Fuoco, finalizzato alla diffusione della cultura della sicurezza antincendio.

Il documento, oltre a soffermarsi sui nuovi decreti, riporta indicazioni di tipo normativo e pratico per valutare i rischi d’incendio nei luoghi di lavoro e l’esame di due casi studio relativi, rispettivamente, ad un luogo di lavoro a basso e non basso rischio d’incendio.


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Decreto 1 settembre 2021

Il d.m del 1 settembre 2022, Criteri generali per il controllo e la manutenzione degli impianti, attrezzature ed altri sistemi di sicurezza antincendio, è entrato in vigore il 25 settembre.

  • Stabilisce i criteri per effettuare il controllo e la manutenzione di impianti, attrezzature e altri sistemi di sicurezza antincendio, fissando le procedure per qualificare i tecnici manutentori per tali attività;
  • Requisiti per i docenti dei corsi per manutentori di impianti antincendio, modalità di aggiornamento e soggetti formatori;
  • Obbligo per il Datore di Lavoro di affidare controlli e manutenzione di impianti ed attrezzature antincendio
Proroga

Proroga delle disposizioni previste dall’art. 4 del d.m 1 settembre 2021 relative alla qualificazione dei tecnici manutentori al 25 settembre 2023.

Decreto 2 settembre 2021

Il d.m 2 settembre 2021, Criteri per la gestione dei luoghi di lavoro in esercizio ed in emergenza e caratteristiche dello specifico servizio di prevenzione e protezione antincendio, entrerà in vigore il 4 ottobre.

Per quanto riguarda la formazione, la validità dei corsi di formazione per addetti antincendio passa da tre a cinque anni. La durata dei corsi antincendio rimane invece invariata per tutte le classi di rischio.

Inoltre cambia la classificazione delle aziende. Non si classificano più a rischio basso, medio alto, ma secondo il livello 1, 2, 3 e che anche per il livello 1 (ex rischio basso) adesso è obbligatoria la parte pratica.

Le altre novità introdotte:

  • Obbligo di redigere il Piano di emergenza anche per le attività aperte al pubblico con presenza contemporanea di più di 50 persone (ristoranti, bar, circoli). Per i luoghi di lavoro con meno di 10 lavoratori, ma che possono ospitare contemporaneamente più di 50 persone, sono richieste le sole planimetrie di emergenza con indicazioni schematiche delle procedure da adottare in caso di emergenza;
  • Definizione dei contenuti obbligatori per i Piani di Emergenza e obbligo di esporre le planimetrie d’emergenza.

Decreto 3 settembre 2021

Il d.m 3 settembre 2021, Criteri generali di progettazione, realizzazione ed esercizio della sicurezza antincendio per luoghi di lavoro (esclusi i cantieri), entrerà in vigore il 29 ottobre.

Cambiano le modalità per la redazione della Valutazione del Rischio Incendio per i luoghi a rischio d’incendio basso che deve necessariamente comprendere:

  • Individuazione dei pericoli d’incendio, descrizione del contesto e dell’ambiente;
  • Determinazione di quantità e tipologia degli occupanti esposti al rischio d’incendio;
  • Individuazione dei beni esposti al rischio incendio;
  • Valutazione qualitativa o quantitativa delle conseguenze dell’incendio sugli occupanti.

Definiti criteri semplificati di progettazione, realizzazione ed esercizio della sicurezza antincendio per luoghi di lavoro a basso rischio di incendio, quali:

  • Numero e tipologia di estintori previsti;
  • Dimensionamento e caratteristiche delle uscite d’emergenza e delle vie di fuga;
  • Gestione della rivelazione e allarme incendio;
  • Sicurezza degli impianti;
  • Segnaletica antincendio;
  • Sicurezza antincendio rivolta a lavori di manutenzione
  • Gestione della Sicurezza Antincendio

rischi biologici

Rischi biologici per i lavoratori impegnati in agricoltura e zootecnica, una guida Inail

Una guida per i lavoratori impegnati in agricoltura e in zootecnia, per fornire in modo sintetico un riepilogo su rischi biologici, pericoli e patologie ricorrenti nelle attività agro-zootecniche. La si può trovare in una pubblicazione recente dell’Inail, consultabile sul portale dell’Istituto.

Agricoltura e zootecnica, dati infortuni e denunce per rischi biologici

Solo da gennaio a ottobre 2021, sono stati denunciati oltre 22mila infortuni sul lavoro, con un incremento dell’1,4%. Nello stesso periodo, sono pervenute più di 7mila denunce di malattie professionali (+20,8%) e 112 denunce di casi mortali, pari al +19,1%.

Le cause

Utilizzo di macchinari privi dei requisiti essenziali di sicurezza; processi lavorativi non standardizzati, malfunzionamento e scarsa manutenzione degli impianti di ventilazione dell’aria; condizioni igienico-sanitarie precarie, contatto con fluidi biologici di origine animale.

Inoltre, il ricorso a figure professionali non specializzate, la mancata attuazione periodica dei piani di formazione e informazione rendono difficile l’applicazione delle misure di prevenzione dei rischi lavorativi. In alcuni casi specifici la manifestazione della malattia è legata anche a suscettibilità individuali riconducibili a stili di vita, età e patologie pregresse.

Norme, misure di prevenzione e dispositivi di protezione, caratteristiche degli agenti biologici di rischio

La pubblicazione si apre con una sezione generale incentrata sulla normativa di riferimento in vigore, sui soggetti coinvolti e i relativi obblighi, sulla valutazione del rischio e sulla sua gestione.

Dopo un focus sui rischi biologici in ambito agro-zootecnico e sulle infezioni occupazionali causate anche da malattie emergenti, il documento si sofferma sulle misure di prevenzione e protezione, in particolare sui dispositivi di protezione individuali.

Le sezioni successive illustrano le azioni di sorveglianza sanitaria e i rischi biologici potenziali nei singoli settori di riferimento, dalla serricoltura agli allevamenti, dal lavoro in pieno campo all’apicoltura.

A completare la pubblicazione, sono state inserite schede monotematiche, dove vengono descritte le caratteristiche degli agenti biologici identificati con maggiore frequenza nel comparto agro-zootecnico, unitamente ai loro effetti sulla salute umana.

Attenzione anche ad agenti biologici emergenti come West Nile

Infine, è stata posta particolare attenzione ad alcuni agenti biologici emergenti, già noti e monitorati dalla sanità pubblica ma con evidenze ancora scarse sull’impatto occupazionale. Fra queste, la più recente a essere segnalata dalle cronache è la febbre West Nile.

La malattia provocata dal virus omonimo proveniente da uccelli selvatici e da alcuni tipi di zanzare attraverso la puntura, che colpisce l’uomo e altri mammiferi. L’infezione può rappresentare un rischio per i lavoratori impegnati in attività agricole svolte in ambienti esterni a contatto con gli animali.


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convegno

Al Safety Expo 2022 un convengo del presidente Conflavoro PMI Roberto Capobianco

Durante la fiera nazionale più importante sulla Sicurezza sul Lavoro a Bergamo, l’evento formativo si terrà giovedì 22 settembre, dalle 10,30 alle 12,30, nella Sala Convegni B

Tutela della Salute e della Sicurezza nel Lavoro Agile è il titolo del convegno che il presidente Conflavoro PMI, Roberto Capobianco, terrà al Safety Expo 2022 insieme all’avvocato Massimiliano Oggiano, penalista esperto di Sicurezza sul Lavoro. Durante la fiera nazionale più importante sulla Sicurezza sul Lavoro, l’evento formativo si terrà giovedì 22 settembre, dalle 10,30 alle 12,30, nella Sala Convegni B.

A cura dell’Istituto Informa, in collaborazione con Conflavoro PMI, è valido come aggiornamento per RSPP, ASPP, Datori di Lavoro, Dirigenti, Preposti, Formatori e Coordinatori per la progettazione e l’esecuzione dei lavori (DLgs 81/08 e smi). Rilascia crediti CFP.

Il convegno mira a fornire all’uditorio un chiaro quadro dei criteri di applicazione, nell’ambito del lavoro agile (smart-working), delle norme cautelari dettate dal DLgs 81/08.

“La rivoluzione del lavoro che stiamo vivendo prevede cambiamenti anche nelle modalità di gestione aziendale – dice il presidente nazionale Conflavoro PMI, Roberto Capobianco -. Le normative del Testo Unico in tema di Salute e Sicurezza sul Lavoro dunque sono da ritenersi applicabili, e fondamentali, anche quando si parla di svolgimento del lavoro agile (smart-working), superando però alcune criticità. L’innovazione passa anche per la formazione”.

Il convegno Conflavoro PMI

Durante il convegno, dopo una breve introduzione dedicata all’analisi dei caratteri essenziali della particolare tipologia di erogazione della prestazione lavorativa, seguirà un puntuale esame delle disposizioni normative (di carattere generico e di carattere più specifico) dettate dal Testo Unico in tema di Salute e Sicurezza sul lavoro. Le quali, seppur non specificamente riferibili alla modalità flessibile di svolgimento dello smart working, sono da ritenersi ad essa applicabili.

Saranno contestualmente messe in luce le criticità interpretative che, in ragione delle peculiarità del lavoro agile, si devono tenere in attenta considerazione e le modalità di superamento delle stesse offerte dalla più recente giurisprudenza.

L’evento è co-organizzato da: Ordine dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati della Provincia di Bergamo, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bergamo, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bergamo, Collegio dei Geometri e Geometri Laureati-Bergamo.

Ingresso gratuito e senza prenotazione fino a esaurimento posti (info qui)

Per prenotare il proprio posto è necessario registrarsi all’evento.


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stampa 3d

Stampa 3D, quali sono i rischi per la salute dei lavoratori?

La stampa 3D viene definita oggi come la tecnologia maggiormente destinata a rivoluzionare i cicli industriali per i bassi costi di produzione e la facilità di utilizzo.

L’utilizzo crescente e sempre più diffuso di questa tecnologia e la conseguente potenziale esposizione professionale a vari rischi, ha condotto i ricercatori del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail a raccogliere in un report scientifico le caratteristiche e gli elementi utili a individuare potenziali pericoli per la salute dei lavoratori e a suggerire misure idonee di protezione.     

La stampa 3D, quali materiali vengono utilizzati?

Consultabile fra le pubblicazioni dell’Inail, il fact sheet si sofferma preliminarmente sulle metodologie di stampa comunemente utilizzate. Fra queste, la tecnica più usata è l’estrusione. Un filamento di materiale passa attraverso un ugello riscaldato ad alta temperatura e una volta fuso viene depositato sopra una piattaforma di lavoro più fredda. Strato dopo strato vengono poi costruiti i piani bidimensionali dell’oggetto programmato.

Successivamente, nella scheda sono passati in rassegna e analizzati i diversi materiali usati nella stampa 3D, suddividendoli in classici (polimeri, ceramiche, vetro, metalli e legno) e innovativi (bio e nano-materiali).

Il factsheet fornisce informazioni sulle caratteristiche chimico-fisiche dei principali materiali usati e sui possibili rischi da esposizione. Rischi che potrebbero portare a potenziali effetti tossici sull’apparato respiratorio, o rischi di natura biologica derivanti dalla generazione di aerosol e contaminazione microbica delle superfici di lavoro, come nel caso dell’uso di materiali biologici.

Riguardo ai nanomateriali, viene raccomandata una particolare attenzione all’esposizione a nanomateriali ingegnerizzati, di cui sono stati messi in evidenza “potenziali effetti avversi per la salute”.  

Stampa 3D, Misure di prevenzione e protezione

Citando l’art.15 del DL 81/2008, che disciplina le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori negli ambienti di lavoro, il documento del Dimeila passa a indicare le misure da adottare per la prevenzione e protezione dai possibili rischi della stampa 3D.

La sicurezza passa principalmente attraverso la riduzione delle emissioni e del numero di lavoratori potenzialmente esposti.

Il fact sheet suggerisce di potenziare le misure strutturali di contenimento del rischio, come ad esempio le tecniche di aspirazione o di ventilazione dei locali, oppure di prevedere l’uso di dispositivi adeguati di protezione individuale come maschere facciali filtranti di tipo FFP2, guanti in gomma monouso, occhiali e abbigliamento di protezione.

Senza tralasciare, infine, un’adeguata formazione dei lavoratori e una maggiore condivisione delle procedure da attuare, allo scopo di incrementare consapevolezza dei rischi e modalità di lavoro più sicure.   


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