Dopo il forte calo del 2020, nel 2021 le denunce di infortunio sul lavoro nell’industria manifatturiera sono aumentate del 17,1%.
Nello stesso periodo i decessi hanno fatto registrare una contrazione di 40 denunce, ma sul dato del 2020 hanno pesato molto di più le morti legate alle infezioni da Covid-19 di origine professionale. Le 208 vittime del 2021, infatti, sono in linea con il dato medio del triennio pre-pandemia.
A fare il punto della situazione è il nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto.
L’incremento dei casi ha interessato quasi tutte le attività
L’aumento delle denunce di infortunio rilevato nel 2021 nell’industria manifatturiera ha interessato tutte le attività a eccezione della fabbricazione di prodotti farmaceutici (-10,3%) e dell’industria del tabacco (-19,4%).
Le attività nelle quali si contano più infortuni e casi mortali sono la fabbricazione di prodotti in metallo (22% delle denunce e 23% dei decessi di tutto il manifatturiero) e la fabbricazione dei macchinari (13% per entrambi).
Gli infortunati sono prevalentemente uomini (85%), con differenze significative, però, tra i vari comparti: nell’abbigliamento sono meno di un terzo, nella farmaceutica circa il 60%, mentre sono la quasi totalità – più di nove casi su 10 – nella metallurgia e, in generale, nelle industrie che lavorano minerali e metalli.
Malattie professionali nell’industria manifatturiera
Per quanto riguarda le malattie professionali, le più frequenti nell’industria manifatturiera sono quelle a carico del tessuto muscolare e del tessuto connettivo, che colpiscono in prevalenza i maschi: considerando le sole patologie definite positivamente, nel 2021 sono state 2.402 su un totale di 3.958 casi.
Seguono, con 754 casi in totale, le malattie del sistema nervoso, che vedono maggiormente interessate le donne (393 denunce).
Nel quinquennio 2017-2021 l’andamento delle denunce è stato in crescita fino al 2020, quando il forte shock dovuto alla pandemia si è tradotto in un calo del 26,4% rispetto al 2019, da 10.891 a 8.018 casi. Nel 2021, invece, con la ripresa delle attività, le patologie lavoro-correlate denunciate sono state 10.083, in crescita del 25,8% rispetto all’anno precedente.
Quasi un terzo delle malattie nella fabbricazione prodotti di metallo e nelle industrie alimentari
Nello stesso quinquennio risulta evidente come la fabbricazione di prodotti in metallo e le industrie alimentari, raccolgano oltre il 30% delle denunce, registrando rispettivamente il 15,9% e il 14,3% del totale. Insieme alla fabbricazione di macchinari e apparecchiature (8,2%), alla fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (7,2%) e alla fabbricazione di altri mezzi di trasporto (6,6%) si supera il 50% del complesso delle tecnopatie denunciate all’Inail nel periodo preso in considerazione.
Il rischio cancerogeno nella lavorazione del legno
Dopo l’analisi dell’andamento infortunistico e tecnopatico, il nuovo numero di Dati Inail dedica anche un approfondimento al rischio connesso alla dispersione nell’aria delle polveri di legno duro, classificate dalla Iarc (International Agency for Research on Cancer) come cancerogeni certi per l’uomo.
Gli oneri legati alle misurazioni da effettuare nell’ambito di monitoraggi ambientali sono particolarmente elevati per le aziende artigiane e per le micro, piccole e medie imprese che si dedicano alle attività di prima e seconda lavorazione del legno. Di qui l’impegno dell’Istituto in approfondimenti igienistico-industriali e monitoraggi ambientali per individuare soluzioni e misure di prevenzione e protezione atte a mitigare i livelli di rischio, dando la precedenza alle aziende artigiane e alle imprese di dimensioni più piccole.
-
Materiale Formativo Corso Diisocianati Livello Intermedio 4 oreProduct on sale€119,00
-
Opuscolo Formativo Corso Diisocianati Livello Intermedio 4 oreProduct on sale€60,00
-
Slide Corso Diisocianati PPT Livello Intermedio 4 oreProduct on sale€80,00