intelligenza artificiale

Intelligenza Artificiale, l’impatto sulla sicurezza dei lavoratori

La digitalizzazione sta trasformando sempre più gli ambienti di lavoro, rendendo le tecnologie di gestione dei lavoratori basate sull’Intelligenza Artificiale (AIWM) un aspetto importante da considerare in termini di sicurezza e salute sul lavoro (SSL).

Questo è uno dei temi centrali della campagna europea 2023-2025 ‘Lavoro sano e sicuro nell’era digitale‘, promossa dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA). Questa campagna si occupa della gestione dei lavoratori attraverso l’Intelligenza Artificiale, facendo riferimento a un sistema che raccoglie dati in tempo reale sull’ambiente di lavoro, sui lavoratori e sul loro lavoro, per poi utilizzare tali dati in un modello basato sull’IA che prende decisioni in modo automatico o semi-automatico, oppure fornisce informazioni ai responsabili su aspetti relativi alla gestione del personale.

Il documento UE sull’Intelligenza Artificiale

Per approfondire questo argomento, l’Agenzia EU-OSHA ha recentemente pubblicato un documento intitolato “Gestione dei lavoratori tramite IA: dallo sviluppo tecnologico agli effetti sulla sicurezza e salute dei lavoratori”. Il documento analizza il rapporto tra intelligenza artificiale e gestione del lavoro, utilizzando vari dati, compresi quelli relativi ai brevetti, per analizzare le tecnologie gestionali, le funzioni previste e i nuovi potenziali rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

L’articolo di presentazione del documento si focalizza su:

  • gestione dei lavoratori, Intelligenza Artificiale e ruoli manageriali;
  • tecnologie AIWM, sicurezza e trasparenza necessaria.

L’introduzione del documento ricorda che l’Intelligenza Artificiale è spesso vista come una possibile minaccia per il lavoro. Tuttavia, con una corretta progettazione, gestione e regolamentazione, potrebbe persino migliorare la tutela della sicurezza dei lavoratori. A differenza delle macchine convenzionali, l’IA si distingue per la sua capacità di apprendimento, unita a una grande capacità di immagazzinare informazioni tramite il cloud computing. Ciò consente alle macchine di apprendere e, potenzialmente, di sostituire alcune attività umane.

Tuttavia, come osservato in ‘Your Boss is an Algorithm: Artificial Intelligence, Platform Work and Labour‘, gli strumenti digitali tendono più a sostituire ruoli manageriali e intensificare i processi organizzativi piuttosto che causare una massiccia perdita di posti di lavoro.

Il nuovo documento analizza la diffusione e l’applicazione delle tecnologie basate sull’IA per funzioni manageriali e risponde a domande come:

  • chi sono i principali attori che guidano lo sviluppo di queste tecnologie?
  • quanto è diffusa l’adozione delle tecnologie AIWM nei diversi settori?
  • quali funzioni specifiche svolgono queste tecnologie in relazione alla forza lavoro?
  • quali sono le implicazioni di queste tecnologie per i lavoratori, in termini di sicurezza e salute?

Le tecnologie AIWM, la sicurezza e la trasparenza necessaria

Dal documento emergono varie tendenze:

1. Progresso tecnologico continuo: Le tecnologie mostrano una crescita costante, sia in termini assoluti che di presenza sul mercato.

2. Detentori principali di brevetti: I principali detentori di brevetti includono leader nel settore delle tecnologie digitali e attori in settori complementari.

3. Distribuzione globale: Gli operatori chiave sono prevalentemente aziende con sede negli Stati Uniti, nell’UE, in Giappone, con emergenti in Cina e Corea del Sud.

4. Diversi ambiti di applicazione: Le tecnologie AIWM migliorano l’efficienza dei lavoratori, facilitano i processi decisionali e migliorano la salute e sicurezza.

5. Identificazione di mansioni e occupazioni: È stato possibile identificare mansioni specifiche e categorie professionali interessate dalle tecnologie AIWM.

L’analisi contribuisce alla ricerca sull’impatto della gestione dei lavoratori con algoritmi e intelligenza artificiale sul loro benessere. Nonostante le potenziali opportunità dell’AIWM per la SSL, la ricerca empirica ha mostrato un impegno limitato nell’uso di queste tecnologie per migliorare la salute e sicurezza dei lavoratori, segnalando scarso interesse delle imprese in tale obiettivo.

Conclusioni

In conclusione, l’articolo esplora in modo approfondito le implicazioni dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella gestione del personale, evidenziando non solo le potenzialità di questa tecnologia nel migliorare efficienza e decisionalità ma anche i rischi connessi, soprattutto in termini di sicurezza e salute dei lavoratori. La riflessione proposta è cruciale nell’era digitale, poiché solleva questioni importanti riguardo al bilanciamento tra progresso tecnologico e protezione delle risorse umane.

La discussione sulle implicazioni etiche, sulla necessità di trasparenza e sulla regolamentazione adeguata, sottolinea l’urgenza di un approccio olistico che consideri sia i vantaggi sia le sfide poste dall’IA nel contesto lavorativo. In definitiva, l’articolo offre una panoramica esaustiva e stimola ulteriori indagini su come le tecnologie basate sull’IA possano essere implementate responsabilmente per il bene comune senza trascurare la sicurezza e il benessere dei lavoratori.

patente a crediti

Patente a crediti: le novità dopo la conversione in legge

Il Senato ha ratificato con maggioranza il disegno di legge che trasforma in legge il DL 19/2024, includendo disposizioni urgenti per l’implementazione del PNRR, con particolare attenzione alla nuova patente a crediti.

Il 23 aprile 2024, il Senato, seguendo l’approvazione precedente da parte della Camera dei Deputati con un analogo voto di fiducia, ha confermato il disegno di legge n. 1110, che introduce modifiche al Decreto-Legge n. 19/2024, queste ultime sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile 2024.

La legge 56/2024 riscrive integralmente l’articolo 27 del DLgs 81/2008 che il decreto legge aveva, a sua volta, sovrascritto rispetto alla versione originale.

Le novità per la patente a crediti

Oltre a confermare l’applicazione ai soli cantieri temporanei e mobili, esaminando le principali modifiche si evincono diversi cambiamenti, come l’estensione del nuovo sistema di certificazione ad altri ambiti lavorativi, che verranno definiti tramite futuri decreti attuativi.

La patente inizialmente includerà 30 punti, e non si potrà lavorare nei cantieri con meno di 15 punti, fatto salvo se i lavori sono avanzati oltre il 40% del valore contrattuale, il quale potranno essere completati anche se la relativa patente è stata sospesa, salvo ulteriori provvedimenti previsti dall’articolo 14 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.

La decurtazione punti sulla patente a crediti avverrà secondo uno specifico allegato che riporta, per le diverse inadempienze, i punti che verranno detratti, mentre la falsa certificazione determinerà il ritiro della patente per 12 mesi.

I soggetti esenti

Inoltre, il sistema di patente a punti non si applica a chi eroga solo forniture o servizi di natura intellettuale, né alle imprese che possiedono la certificazione Soa di livello III o superiore. Per le imprese e i lavoratori autonomi situati in un paese membro dell’Unione Europea diverso dall’Italia o in uno stato non membro, basta avere un documento equivalente rilasciato dall’autorità competente del paese di origine e, se fuori dall’UE, riconosciuto secondo la legge italiana.

L’obbligo di avere la patente per operare nei cantieri temporanei o mobili avrà effetto dal 1° ottobre 2024.

Per una verifica approfondita, si rimanda alla lettura della L. 56/2024 pubblicata il 30 aprile 2024 in Gazzetta Ufficiale cliccando qui.

perdita dell'udito

Esposizione al rumore e perdita dell’udito sul lavoro

Nel contesto lavorativo moderno, la perdita dell’udito causata da fattori occupazionali emerge come una sfida crescente, imputabile principalmente all’esposizione prolungata a rumori intensi e all’interazione con sostanze chimiche pericolose per l’udito, denominate ototossiche. Questa esposizione, quando supera la soglia dei 85 decibel ponderati A (dBA), può non solo portare a un declino significativo della capacità uditiva ma anche provocare il tinnito, un fenomeno caratterizzato da persistenti percezioni uditive intrusive, quali ronzii o fischi.

Questi danni uditivi possono diffondersi ad ampie aree dell’apparato uditivo in seguito all’esposizione a specifici agenti chimici, intensificando la vulnerabilità ai danni causati dai rumori. Si stima che un numero allarmante di lavoratori sia esposto a rischi derivanti dall’uso di solventi e altre sostanze ototossiche, trasformando la perdita dell’udito in un fenomeno subdolo che si evolve nel tempo.

Indicatori premonitori della perdita dell’udito

Tra i campanelli d’allarme di un potenziale danno uditivo vi sono la difficoltà nel seguire conversazioni in ambienti affollati o rumorosi, la percezione che gli interlocutori non parlino chiaramente, la necessità di far ripetere frequentemente quanto detto. Curiosamente, sono spesso i familiari o i colleghi a identificare per primi i sintomi, prima che l’individuo stesso ne diventi consapevole.

Ripercussioni di lungo raggio

Oltre agli effetti diretti, la perdita dell’udito può avere conseguenze devastanti che si estendono ben oltre l’ambiente lavorativo, connettendosi a fenomeni quali il declino cognitivo, problemi cardiaci e disturbi psicologici, tra cui depressione e ansia. Questa condizione può altresì compromettere la sicurezza personale, aumentando il rischio di incidenti domestici e sul lavoro.

Strategie di prevenzione e trattamento

La perdita uditiva professionale, benché irreversibile, è prevenibile attraverso l’adozione di misure proattive. La responsabilità della prevenzione spetta sia ai datori di lavoro che ai professionisti della salute e della sicurezza sul lavoro, nonché ai lavoratori stessi. Strategie preventive includono la misurazione dei livelli di rumore, l’implementazione di programmi per la protezione dell’udito e l’incoraggiamento a effettuare controlli uditivi periodici per chi è regolarmente esposto a rischi.

La mitigazione dei rischi associati all’esposizione a rumori e sostanze chimiche nocive richiede un approccio olistico e sistemico. Implementando la gerarchia dei controlli, si possono adottare misure che vanno dall’eliminazione delle fonti di pericolo alla loro sostituzione con alternative meno dannose, dall’introduzione di barriere tecniche e amministrative fino all’uso di dispositivi di protezione individuale.

Verso un avvenire di sicurezza uditiva

L’importanza di sensibilizzare e adottare pratiche preventive non può essere sottovalutata. Un impegno collettivo verso la sicurezza uditiva, che comprenda azioni di prevenzione e monitoraggio continuo, è cruciale per assicurare il benessere e la sicurezza dei lavoratori in tutti i settori. Promuovere una cultura della sicurezza uditiva e garantire che le misure preventive siano integrate nelle pratiche lavorative quotidiane rappresenta un passo fondamentale verso la riduzione dell’incidenza della perdita dell’udito indotta dall’ambiente di lavoro.

La responsabilità condivisa nella prevenzione

La lotta contro la perdita dell’udito sul lavoro richiede un impegno condiviso tra datori di lavoro, professionisti della salute e sicurezza, e lavoratori. I datori di lavoro devono fornire un ambiente di lavoro sicuro, dotato di adeguati dispositivi di protezione uditiva e formazione per i dipendenti, affinché comprendano i rischi e sappiano come proteggersi. Parallelamente, i professionisti della salute e della sicurezza dovrebbero essere proattivi nell’identificare i pericoli uditivi e nell’implementare strategie efficaci per mitigarli, come la riduzione del rumore alla fonte o l’installazione di barriere fonoassorbenti.

Educazione e formazione: punti chiave nella prevenzione

Un ruolo cruciale nella prevenzione della perdita uditiva è svolto dall’educazione e dalla formazione continua dei lavoratori. Essere informati sui rischi uditivi specifici del proprio ambiente di lavoro e conoscere le pratiche migliori per proteggersi può fare una grande differenza nel lungo termine. Questo include la corretta applicazione e l’uso dei dispositivi di protezione uditiva e la consapevolezza dei segni di avvertimento della perdita uditiva, che possono consentire interventi tempestivi e prevenire danni maggiori.

Tecnologie e innovazioni per la protezione uditiva

L’evoluzione tecnologica offre nuove possibilità per migliorare la protezione uditiva nei luoghi di lavoro. Dall’uso di materiali innovativi per dispositivi di protezione più efficaci e confortevoli, alle app per smartphone che monitorano i livelli di esposizione al rumore in tempo reale, le opportunità per una prevenzione più efficace sono in costante crescita. L’adozione di queste tecnologie può significare un cambiamento significativo nel modo in cui i rischi uditivi vengono gestiti sul posto di lavoro.

Conclusioni: un impegno verso il futuro

La perdita uditiva occupazionale non è solo un problema individuale ma una sfida di salute pubblica che richiede una risposta coordinata. Attraverso un approccio integrato che combina prevenzione, educazione e uso di tecnologie avanzate, è possibile costruire ambienti di lavoro più sicuri per l’udito. Investire nella protezione uditiva non solo migliora la qualità della vita dei lavoratori ma contribuisce anche a creare un ambiente lavorativo più produttivo e soddisfacente.

Il cammino verso la riduzione della perdita dell’udito legata al lavoro è lungo e richiede la partecipazione attiva di tutti gli stakeholder, ma con l’impegno e la collaborazione, è possibile fare grandi progressi verso un futuro in cui la salute uditiva sia una priorità condivisa.

dpi

La fondamentale funzione dei DPI nella Sicurezza sul Lavoro

Nel vasto ambito che copre la sicurezza e la salvaguardia della salute negli ambienti lavorativi,  poniamo l’accento sull’essenzialità dei dispositivi di protezione individuale (DPI), come definiti dal Dlgs 81/2008, quali strumentazioni designati all’uso personale del lavoratore per difenderlo da minacce che possono pregiudicare la sua incolumità o benessere durante le mansioni lavorative.

Il decreto stabilisce che i DPI debbano essere impiegati solo quando le misure preventive di natura tecnica o le soluzioni organizzative di protezione collettiva non siano adeguatamente efficaci nell’annullare i pericoli. Questo significa che i DPI devono utilizzarsi solo in assenza di alternative per l’eliminazione del rischio.

Oggi esaminiamo dettagliatamente l’argomento dei DPI, toccando aspetti quali:

  • Specifiche e Parametri di Selezione per i DPI;
  • DPI per la Protezione Fisica, Oculare;
  • DPI per la tutela uditiva, delle vie respiratorie e manuali.

Specifiche e Parametri di Selezione per i DPI

I DPI devono rispondere a criteri di idoneità specifici:

  • Essere congruenti alle condizioni di lavoro prevalenti;
  • Corrispondere ai pericoli da neutralizzare, evitando l’introduzione di ulteriori rischi;
  • Rispettare le necessità ergonomiche e salutari dell’utilizzatore.

La scelta dei DPI deve basarsi su elementi specifici, quali:

  • Affidabilità e capacità di protezione;
  • Persistenza della tutela offerta;
  • Non nocività e assenza di pericoli derivanti dall’uso dei DPI;
  • Compatibilità con altri dispositivi di sicurezza;
  • Confortevolezza, facilità di adattamento e praticità d’uso.

I DPI, inoltre, dovrebbero:

  • Coprire in maniera adeguata tutte le aree esposte ai rischi, con particolare attenzione alle parti più vulnerabili;
  • Offrire una resistenza meccanica congrua;
  • Essere facili e rapidi da indossare, permettendo libertà di movimento senza costituire un intralcio;
  • Conformarsi alle normative e agli standard europei (indicazione CE);
  • Essere mantenuti facilmente accessibili, in condizioni ottimali di funzionalità, igiene e pulizia, evitando danneggiamenti o deterioramenti.

I due gruppi principali di DPI

  • Dispositivi Collettivi: soluzioni di sicurezza non personali che tutelano l’insieme dei lavoratori in un determinato spazio;
  • Dispositivi Individuali: attrezzature personali finalizzate alla protezione da rischi specifici nell’ambito lavorativo, inclusi eventuali accessori a supporto.

Esclusi dalla definizione di Dispositivi di Protezione Individuale sono:

  • Equipaggiamenti per operazioni di soccorso e salvataggio;
  • Abbigliamento ordinario e uniformi non destinati specificatamente alla sicurezza e alla salute del lavoratore;
  • Dispositivi per le forze armate, forze dell’ordine e personale di mantenimento dell’ordine pubblico;
  • Articoli sportivi e per l’autodifesa;
  • Dispositivi portatili per l’individuazione di pericoli;

DPI per la Protezione fisica e oculare

I DPI sono classificabili in base alla parte del corpo che proteggono. È essenziale che i lavoratori utilizzino con attenzione i DPI forniti, segnalino eventuali difetti o mancanze e si astengano dal modificare o rimuovere i dispositivi senza autorizzazione.

La tutela del corpo, in particolare in ambiti come il volontariato, può necessitare di DPI specifici quali divise ad alta visibilità, queste non solo aumentano la visibilità dell’individuo, ma offrono anche protezione contro il freddo, precipitazioni, vento e pericoli biologici. In situazioni dove il personale si trova a gestire emergenze con pazienti che presentano multiple ferite o gravi emorragie, e durante i parti, è necessario adottare un ulteriore livello di DPI, come le tute monouso, per una maggiore barriera contro i rischi biologici. Queste tute vanno usate insieme a guanti, occhialini di sicurezza e maschere facciali.

L’abbigliamento deve soddisfare certi standard, inclusa la certificazione CE, rispondere alla normativa en471 classe 2 per garantire un’elevata visibilità, essere impermeabile, resistente allo strappo e alle macchie. Deve anche essere semplice da lavare, repellente a oli e fluidi biologici, e coprire interamente il corpo. Inoltre, è necessario che l’uniforme venga regolarmente igienizzata con prodotti disinfettanti.

Passando alla protezione degli occhi:

Si sottolinea che l’uso di occhiali e visiere è fondamentale per salvaguardare gli occhi da detriti volanti, schizzi e l’azione nociva delle radiazioni. Gli occhiali devono unire leggerezza e robustezza, essere dotati di lenti antigraffio e, se necessario, colorate, includendo protezioni laterali quando richiesto.

Le visiere, oltre alla protezione oculare, coprono anche il volto e sono progettate per resistere a temperature elevate, a composti chimici e a impatti fisici; devono inoltre includere filtri per ridurre l’abbagliamento e adattarsi alle diverse conformazioni facciali.

L’adozione di tali misure di sicurezza è vitale per attività quali la saldatura, il taglio, la demolizione e l’eliminazione di materiali che generano frammenti, la pulizia con sabbiatura, la manipolazione di sostanze pericolose e l’esposizione a radiazioni di vario tipo.

DPI per la tutela uditiva, delle vie respiratorie e manuali

La difesa dall’inquinamento acustico, dagli agenti respiratori nocivi e dai rischi manuali solleva l’importanza di DPI. Tra le soluzioni adottate figurano:

  • Protettori auricolari (come tappi);
  • Cuffie di protezione;

È importante enfatizzare che queste misure di protezione auditiva minimizzino l’esposizione al rumore pur consentendo la percezione di altri suoni importanti, ad esempio allarmi o comunicazioni tra colleghi. L’uso corretto e costante di tali dispositivi è cruciale per assicurare una protezione efficace.

Per quanto riguarda i DPI forniti, è fondamentale che siano considerati personali e intrasmissibili. In particolare, per i protettori auricolari riutilizzabili, è vitale una selezione accurata in base alla taglia dell’individuo, oltre a un’igiene e manutenzione scrupolose. Eventuali disagi o anomalie nell’utilizzo devono essere segnalati immediatamente ai responsabili o al servizio medico.

Passando alla protezione respiratoria, si ricorda come l’aria in ambienti lavorativi possa essere compromessa da una varietà di contaminanti, quali:

  • Polveri e fumi da saldature;
  • Nebbie da verniciature;
  • Gas e vapori nocivi.

In tali contesti, può rivelarsi necessaria l’adozione di DPI per le vie respiratorie, che vanno dalle semplici mascherine a respiratori con filtri, fino ai dispositivi di isolamento per le situazioni più critiche. Le mascherine più comuni, che possono essere monouso o equipaggiate con filtri sostituibili, offrono una protezione base e devono aderire perfettamente al viso per essere efficaci. L’utilizzo di filtri specifici per le sostanze da neutralizzare è imprescindibile.

Sulla tutela delle mani

In questo caso specifico, l’obiettivo è prevenire lesioni derivanti da:

  • Contatti con oggetti taglienti o abrasivi;
  • Esposizioni a calore o vibrazioni;
  • Contatti con sostanze chimiche aggressive.

Le soluzioni più diffuse includono l’uso di guanti di protezione o l’applicazione di creme barriera. I guanti devono essere selezionati con attenzione, considerando il materiale da maneggiare e l’attività specifica. Si distinguono guanti per usi generali, resistenti a sostanze chimiche e guanti per impieghi particolari, come quelli termici o per la saldatura. È importante anche la scelta di creme barriera idonee, che offrano una protezione duratura pur permettendo la normale esecuzione del lavoro. Questi prodotti, tuttavia, non vanno applicati su pelle lesa o sporca.

In conclusione, l’adeguato impiego dei DPI è un tassello cruciale nella strategia complessiva di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, fungendo da salvaguardia contro i rischi residui non eliminabili attraverso altri interventi preventivi.

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Come valutare la qualità dell’aria nei luoghi di lavoro? Il documento INAIL

Il 5 dicembre 2023 è stato reso noto dall’Inail un documento riguardante la verifica della salubrità dell’aria nei posti di lavoro. Esso si focalizza sulle finalità, evidenziando l’assenza di criteri standardizzati, esamina diversi metodi e si rifà alle direttive contenute nell’allegato IV del Decreto Legislativo n. 81 del 2008.

La Direzione regionale Campania dell’Inail ha evidenziato che non sempre si percepisce l’importanza della salubrità dell’aria negli ambienti lavorativi, un fattore fondamentale per garantire il benessere di chi vi lavora. Tale aspetto è determinante per mantenere un ambiente di lavoro idoneo, influenzando la produttività.

La cattiva qualità dell’aria può portare a un aumento di errori, diminuzione della velocità operativa e, di conseguenza, allungamento dei tempi necessari per l’espletamento delle attività. La valutazione della salubrità dell’aria nei luoghi di lavoro presenta complessità dovute alla presenza di diverse sostanze nell’aria, provenienti sia dalla respirazione umana, sia rilasciate dai materiali utilizzati, sia introdotte da fonti esterne.

Questi concetti sono stati evidenziati nel recente documento prodotto dalla sopracitata Direzione regionale campana dell’Inail, intitolato “La valutazione della qualità dell’aria nei luoghi di lavoro: benessere, performance”.

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