La sostenibilità conviene: il Rapporto ASviS 2025 ribalta il mito del conflitto con la competitività

La sostenibilità conviene: il Rapporto ASviS 2025 ribalta il mito del conflitto con la competitività

Il Rapporto di Primavera 2025 dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Rapporto ASviS 2025), sviluppato con Oxford Economics, offre un’analisi approfondita degli scenari economici futuri per l’Italia al 2035 e al 2050. Il documento sfata un luogo comune ricorrente: quello secondo cui competitività e sostenibilità sarebbero obiettivi in contrasto. I dati contenuti nel Rapporto ASviS 2025 dimostrano, al contrario, che investire nella sostenibilità produce effetti positivi e misurabili sul PIL, sull’occupazione e sulla competitività delle imprese.

Sviluppo sostenibile e normativa italiana: l’evoluzione del Rapporto ASviS 2025

La sostenibilità è un principio ormai strutturato nelle strategie economiche nazionali e internazionali. In Italia, il quadro normativo ha subito importanti aggiornamenti negli ultimi anni, a partire dalla modifica della Costituzione nel 2022: l’articolo 9 ora include esplicitamente la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. Questo rafforza l’impegno del Paese L’equilibrio c’è ed è importante verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, già adottati dal Governo e dalle istituzioni pubbliche come bussola per le politiche di crescita.

Quattro scenari al 2050: dal ritardo nella transizione al modello Net Zero

Il Rapporto ASviS 2025 presenta quattro scenari proiettati al 2035 e al 2050. Ogni scenario esplora gli effetti economici, sociali e ambientali di diverse scelte politiche e industriali:

  • Transizione ritardata: un approccio conservativo e attendista che rallenta l’introduzione delle misure ambientali. Questo scenario penalizza il PIL e rallenta la crescita occupazionale;
  • Net Zero Transformation: una transizione decisa verso la decarbonizzazione, sostenuta da investimenti strutturali in innovazione, digitalizzazione ed economia circolare. In questo scenario il PIL cresce fino all’8,4% in più entro il 2050 rispetto alla media;
  • Scenario business as usual: mantenimento delle politiche attuali senza ulteriori investimenti strutturali, con risultati mediocri e disomogenei;
  • Catastrofe climatica: nessuna azione concreta per contrastare la crisi climatica, con conseguenze devastanti sul piano ambientale, sanitario ed economico.

Lo scenario Net Zero emerge come quello con i migliori risultati in termini di occupazione, innovazione e competitività, dimostrando che la sostenibilità può diventare leva di sviluppo economico.

Impatto concreto della transizione sostenibile su imprese e lavoro

Il Rapporto ASviS 2025 evidenzia benefici chiari per le imprese italiane che investono in sostenibilità:

  • Miglioramento della produttività: le aziende che adottano pratiche sostenibili tendono a essere più innovative, resilienti e attrattive per i talenti;
  • Riduzione dei costi: l’efficienza energetica, la digitalizzazione e l’adozione di pratiche di economia circolare contribuiscono ad abbassare i costi operativi nel medio-lungo periodo;
  • Crescita dell’occupazione green: la transizione genera nuovi profili professionali legati all’ambiente, all’energia, alla digitalizzazione, favorendo l’inclusione dei giovani nel mondo del lavoro;
  • Maggiore attrattività verso i finanziamenti: le imprese impegnate nella sostenibilità risultano più interessanti per gli investitori, in un contesto in cui i criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) guidano sempre più le scelte del mercato.

Superare i falsi dilemmi: sostenibilità e competitività sono alleate

Uno dei punti centrali del Rapporto ASviS 2025 è la decostruzione del cosiddetto “falso dilemma”, ossia la convinzione secondo cui l’impegno verso la sostenibilità debba necessariamente sacrificare la crescita economica. I dati e le proiezioni offerte nel documento dimostrano che è vero l’opposto: solo una strategia integrata che unisca sostenibilità ambientale, innovazione e competitività potrà garantire al sistema Italia una crescita stabile e inclusiva.

L’invito alle istituzioni è quindi chiaro: definire una strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile che dia stabilità normativa, incentivi e supporto alle imprese virtuose, valorizzando il ruolo delle PMI nella transizione.

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