Il Decreto Legislativo 81/2008, all’articolo 28, impone ai datori di lavoro l’obbligo di valutare tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori, compresi quelli legati allo stress lavoro-correlato e ai fattori psicosociali. Con l’adozione massiccia delle tecnologie digitali nei processi aziendali e l’aumento del lavoro da remoto, si è consolidata una nuova categoria di rischio professionale: il tecnostress, una forma specifica di stress che nasce dall’uso eccessivo o inadeguato di strumenti digitali.
Questo fenomeno non è più considerabile come una semplice difficoltà di adattamento individuale, ma rappresenta una vera e propria condizione lavorativa da prevenire, monitorare e correggere all’interno del sistema di gestione della salute e sicurezza.
Cosa si intende per tecnostress e come si manifesta
Il tecnostress è una risposta psicofisica negativa che si sviluppa in seguito all’esposizione prolungata a tecnologie digitali. Le principali cause includono:
- l’uso simultaneo di più dispositivi e piattaforme digitali;
- il sovraccarico informativo e la necessità continua di multitasking;
- la difficoltà a disconnettersi dal lavoro al termine della giornata lavorativa;
- la percezione di controllo e sorveglianza costante tramite strumenti digitali;
- l’obsolescenza continua delle competenze tecnologiche.
I sintomi più frequenti comprendono ansia, stanchezza cronica, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e in alcuni casi fenomeni di burnout.
Valutazione del rischio e livelli di intervento
Per gestire il tecnostress in azienda è necessario integrare questo rischio all’interno del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), adottando un approccio sistemico.
Le fasi della valutazione possono essere suddivise in tre livelli di intervento:
1. Prevenzione primaria
Consiste nella riorganizzazione del lavoro e delle tecnologie per ridurre le fonti di stress. Ad esempio: razionalizzazione degli strumenti digitali, definizione chiara di tempi e carichi, revisione delle interfacce digitali per migliorarne l’usabilità.
2. Prevenzione secondaria
Si attua attraverso percorsi di formazione per sviluppare competenze nella gestione del tempo, nella regolazione dell’uso degli strumenti digitali e nel riconoscimento dei segnali di sovraccarico.
3. Prevenzione terziaria
Include misure di supporto individuale per i lavoratori già colpiti, come assistenza psicologica, counseling e percorsi personalizzati per il recupero del benessere psico-fisico.
Strumenti come questionari mirati, osservazioni sistematiche, interviste e focus group aiutano a identificare i reparti o i profili professionali maggiormente esposti.
Misure correttive organizzative e individuali
L’adozione di misure correttive deve coinvolgere sia il sistema organizzativo aziendale sia il singolo lavoratore. Ecco alcune buone pratiche:
A livello organizzativo:
- progettazione ergonomica delle postazioni e dei flussi digitali;
- pianificazione di pause regolari e bilanciamento dei carichi cognitivi;
- politiche chiare sul diritto alla disconnessione;
- promozione di un clima aziendale collaborativo e non competitivo.
A livello individuale:
- formazione continua sulle competenze digitali;
- educazione alla gestione dello stress e al benessere mentale;
- accesso a sportelli di supporto psicologico;
- condivisione di buone pratiche tra colleghi per una gestione efficace del lavoro digitale.
Impatti concreti su aziende e lavoratori
Affrontare il tecnostress consente di migliorare il benessere del personale, riducendo l’assenteismo, gli errori operativi e il turnover. Le aziende che adottano strategie di prevenzione attiva rafforzano la propria reputazione interna ed esterna, aumentano l’efficienza e si mettono al riparo da contestazioni e sanzioni derivanti dalla mancata valutazione di un rischio oggi pienamente riconosciuto.
Per i lavoratori, un ambiente di lavoro digitalmente sano migliora la qualità della vita, il livello di soddisfazione e la produttività. La gestione consapevole dell’equilibrio tra tecnologie e benessere umano diventa così un vantaggio competitivo per l’intera organizzazione.