Vigilanza sui lavoratori: preposto e datore di lavoro

Preposto e datore di lavoro: ruoli differenti, responsabilità simili nella vigilanza lavoro

Il tema della vigilanza lavoro e delle relative responsabilità è sempre più centrale nel contesto della sicurezza sul lavoro. L’evoluzione normativa e giurisprudenziale ha acceso un confronto concreto tra le figure del datore di lavoro e del preposto, soprattutto in merito all’obbligo di garantire il rispetto delle misure di prevenzione nei luoghi di lavoro. La questione principale riguarda la definizione dei confini tra il dovere di vigilanza del preposto e quello, più ampio e generale, del datore di lavoro, anche alla luce delle più recenti pronunce della Corte di Cassazione.

Cosa prevede il DLgs 81/2008 sul tema vigilanza sui lavoratori

La normativa di riferimento, il DLgs 81/2008, identifica con chiarezza i compiti del datore di lavoro e del preposto. In particolare:

  • L’articolo 18, comma 1, lettera b-bis impone al datore di lavoro di individuare il preposto per l’attività di vigilanza, formalizzandone la nomina per iscritto.
  • L’articolo 2 definisce il preposto come colui che sovrintende all’attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllando che vengano rispettate le norme di sicurezza e utilizzati correttamente i dispositivi di protezione individuale.
  • La responsabilità generale della sicurezza resta comunque in capo al datore di lavoro, che non può delegare gli obblighi fondamentali di valutazione dei rischi, organizzazione delle misure di prevenzione e garanzia delle condizioni di sicurezza.

La giurisprudenza chiarisce il perimetro della vigilanza del preposto

Negli ultimi mesi, la Corte di Cassazione ha fornito importanti chiarimenti sul ruolo del preposto, con particolare attenzione al concetto di “vigilanza continuativa”. Secondo i giudici, la vigilanza esercitata dal preposto deve essere “efficace e costante”, ma non si richiede una presenza fisica ininterrotta. È sufficiente che l’attività di controllo sia assidua e attenta, in particolare nelle fasi operative più critiche o a rischio.

La funzione del preposto, quindi, non è quella di un custode che osserva ogni movimento del lavoratore, bensì quella di un supervisore che interviene per prevenire comportamenti non conformi e che ha il potere – e il dovere – di sospendere l’attività qualora rilevi situazioni pericolose.

Importante è anche il principio secondo cui l’esistenza di un preposto non esonera il datore di lavoro dalle sue responsabilità. L’attribuzione del compito di vigilanza non equivale a uno scarico di responsabilità, ma deve essere vista come uno strumento operativo a supporto del sistema aziendale di prevenzione.

Implicazioni operative per le imprese: come organizzare la vigilanza

Le aziende devono riorganizzare internamente le procedure per garantire una vigilanza efficace e conforme alle disposizioni legislative e ai recenti orientamenti giurisprudenziali. In particolare:

  • Nomina formale e documentata: il preposto deve essere individuato tra i lavoratori realmente in grado di svolgere il ruolo, con atto scritto che ne attesti le responsabilità operative.
  • Definizione chiara dei compiti: all’interno dei documenti aziendali, in particolare nel DVR, devono essere precisati i compiti specifici del preposto, le modalità di intervento e le responsabilità in caso di inosservanze.
  • Formazione specifica e aggiornamento periodico: è fondamentale che i preposti siano adeguatamente formati, non solo in termini tecnici, ma anche in relazione agli aspetti giuridici e comportamentali connessi al loro ruolo.
  • Presenza proporzionata al rischio: la presenza del preposto deve essere maggiore laddove il rischio è più elevato. Ciò significa organizzare la vigilanza in funzione delle fasi lavorative e dei contesti operativi.
  • Coordinamento tra figure aziendali: la sicurezza è un processo partecipato. Preposto, datore di lavoro, RSPP, medico competente e RLS devono agire in sinergia per assicurare l’efficacia del sistema di prevenzione.

Benefici e criticità nella gestione della vigilanza

L’attribuzione chiara delle responsabilità tra preposto e datore di lavoro rafforza l’efficacia delle misure di prevenzione e aumenta la consapevolezza all’interno dei luoghi di lavoro. Tuttavia, vi sono alcune criticità da gestire:

Vantaggi:

  • Maggiore controllo sul rispetto delle norme di sicurezza.
  • Riduzione del rischio di comportamenti pericolosi.
  • Rafforzamento della cultura della prevenzione.

Criticità:

  • Possibili incertezze nella definizione dei ruoli se non formalizzati in modo chiaro.
  • Rischio di responsabilità mal distribuite se la formazione non è adeguata.
  • Necessità di rivedere i documenti aziendali in modo coerente e aggiornato.
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