I rischi trasversali, spesso definiti anche come rischi organizzativi, non dipendono da agenti chimici, fisici o biologici, né da specifiche mansioni. Essi originano dalle condizioni organizzative, psicologiche, ergonomiche e ambientali presenti in azienda. Questi rischi sono ubiquitari e possono manifestarsi in qualsiasi settore produttivo, influendo sia sulla sicurezza che sulla salute dei lavoratori.
Cause e fattori determinanti dei rischi trasversali
Le principali cause includono una gestione del lavoro poco equilibrata con turni pesanti o lavoro notturno, mansioni ripetitive e monocolore, immobilità operativa, difficoltà relazionali e ambienti di lavoro poco confortevoli. A questi si aggiungono fattori ergonomici legati all’uso di strumenti non adeguati o all’assenza di istruzioni chiare..
Stress lavoro-correlato e burnout: effetti invisibili ma impattanti
Tra i rischi trasversali più diffusi vi sono stress da lavoro correlato e burnout, esiti psicologici che si sviluppano progressivamente in presenza di sovraccarichi, isolamento, monotonia o scarsa partecipazione. Non immediatamente percepibili, questi fenomeni compromettono il benessere e la performance lavorativa.
Categorie principali di rischio trasversale
Le categorie riconosciute includono:
- Organizzazione del lavoro: come turni gravosi, compiti sovraccarichi o ambienti isolati.
- Fattori ergonomici: carenza di istruzioni, strumenti complessi o inadeguati.
- Fattori psicologici: solitudine, alienazione, mobbing o responsabilità eccessive.
- Condizioni lavorative: microclima avverso, ambienti confinati o presenza di animali.
Secondo l’articolo 28 del DLgs 81/2008, il datore di lavoro è tenuto a valutare tutti i rischi, compresi quelli trasversali, e a documentare le misure di prevenzione e protezione nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Tale documento deve essere aggiornato in caso di variazioni organizzative, di processi o sull’insorgenza di segnali di disagio.
Strategie preventive efficaci: formazione e organizzazione
Per ridurre i rischi trasversali, è necessario adottare:
- rotazione delle mansioni,
- pause e distribuzione dei carichi di lavoro,
- formazione su ergonomia, comunicazione e gestione dello stress,
- partecipazione attiva dei lavoratori alla definizione delle soluzioni operative.
Ruoli coinvolti: datore di lavoro, RSPP, RLS e medico competente
La gestione dei rischi trasversali richiede l’intervento collaborativo di diverse figure aziendali: il datore di lavoro coordina e applica le misure; il RSPP supporta nella definizione delle strategie tecniche e organizzative; il RLS rappresenta i lavoratori nei processi consultivi; il medico competente valuta lo stato di salute e segnala eventuali sintomi legati allo stress.
È fondamentale verificare periodicamente l’efficacia delle azioni poste in essere e monitorare possibili evoluzioni dei rischi. Il DVR deve essere pienamente aggiornato, con rilevazioni documentate, in caso di cambiamenti nei processi produttivi o di segnalazioni emergenti dai lavoratori.
Benefici di un approccio integrato
Una gestione consapevole dei rischi trasversali porta vantaggi concreti: riduzione del turnover, del malessere, dell’assenteismo e delle controversie, insieme a un miglior clima lavorativo e produttività. L’approccio integrato rafforza la cultura aziendale della sicurezza e promuove ambienti sostenibili per la salute fisica e mentale dei lavoratori.


