INAIL chiarisce l’uso dei valori limite e di riferimento per le sostanze pericolose

INAIL chiarisce l’uso dei valori limite e di riferimento per le sostanze pericolose

INAIL ha pubblicato il 28 luglio 2025 un nuovo fact sheet dal titolo “Sostanze pericolose: valori limite e valori di riferimento”, con l’obiettivo di offrire una guida pratica e aggiornata all’uso corretto dei parametri normativi nella valutazione dell’esposizione agli agenti chimici.

Il documento, redatto dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, richiama i fondamenti normativi contenuti nel decreto legislativo 81/2008 e nel recente decreto legislativo 135 del 4 settembre 2024, che disciplina in modo specifico le sostanze reprotossiche.

Il documento si propone di chiarire il significato tecnico e l’impiego corretto dei valori limite di esposizione professionale e dei valori di riferimento ambientale, strumenti fondamentali per la prevenzione e il controllo del rischio chimico in contesti occupazionali e non occupazionali.

Differenze concettuali e operative tra i due parametri di esposizione

Il cuore del documento INAIL è rappresentato dalla distinzione tra valori limite e valori di riferimento. I valori limite di esposizione professionale rappresentano le soglie massime di concentrazione di una sostanza pericolosa a cui i lavoratori possono essere esposti durante l’attività lavorativa, nel rispetto dei principi di igiene industriale.

Questi valori sono fondamentali per interpretare correttamente i dati ottenuti dalle misurazioni ambientali effettuate nei luoghi di lavoro e per individuare eventuali superamenti delle soglie di sicurezza. I valori di riferimento, invece, si applicano alla popolazione generale e servono a definire il livello di esposizione accettabile in contesti non lavorativi, come l’ambiente domestico o urbano.

Entrambi i parametri, se utilizzati in modo integrato, consentono di attribuire in modo più preciso l’origine dell’esposizione e individuare tempestivamente eventuali criticità nella gestione del rischio. Il documento spiega inoltre che la scelta del valore da adottare per ogni sostanza deve tener conto della classificazione di pericolo (in particolare per agenti cancerogeni, mutageni e reprotossici), della disponibilità di dati tossicologici affidabili e dell’allineamento con le indicazioni fornite da organismi scientifici e normativi internazionali.

Implicazioni per le imprese nella gestione del rischio chimico

Per le aziende, il documento rappresenta un importante strumento operativo per migliorare la qualità delle valutazioni del rischio chimico e rafforzare le misure di tutela per i lavoratori. L’invito di INAIL è quello di considerare entrambi i parametri – valore limite e valore di riferimento – all’interno dei documenti di valutazione del rischio, in particolare quando si utilizzano o si manipolano sostanze pericolose classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione. La distinzione tra esposizione lavorativa e ambientale diventa così una chiave di lettura essenziale per individuare con precisione le fonti di contaminazione e definire interventi mirati.

Il documento sottolinea inoltre l’importanza di un approccio multidisciplinare, che coinvolga le figure aziendali competenti, dal datore di lavoro al responsabile del servizio di prevenzione e protezione, fino al medico competente e ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. INAIL suggerisce anche l’adozione di sistemi di monitoraggio regolari e l’aggiornamento costante delle banche dati aziendali, oltre a una formazione specifica per i lavoratori esposti. L’adozione di questi criteri, se ben implementata, consente di migliorare la gestione complessiva del rischio e di prevenire situazioni di non conformità che potrebbero sfociare in sanzioni o danni alla salute.

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