Formazione obbligatoria: via i 60 giorni, si insegna prima

Formazione obbligatoria: via i 60 giorni, si insegna prima

Con l’approvazione del nuovo Accordo Stato-Regioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, viene superata una delle deroghe più discusse: quella dei 60 giorni di tempo concessi alle aziende per completare la formazione dei lavoratori dopo l’assunzione.

La novità stabilisce che la formazione debba essere conclusa prima dell’avvio effettivo delle attività lavorative, garantendo così che i neoassunti entrino nei luoghi di lavoro già in possesso delle conoscenze necessarie. L’obiettivo è chiaro: innalzare il livello di prevenzione e ridurre l’esposizione a rischi, soprattutto nei primi giorni di attività, periodo in cui statisticamente si concentra una parte significativa degli infortuni.

Le motivazioni della riforma e gli obblighi per le imprese

La scelta di abolire la finestra dei 60 giorni risponde all’esigenza di rendere effettiva la tutela prevista dall’art. 37 del DLgs 81/2008, che già sanciva il diritto del lavoratore a ricevere formazione adeguata e specifica. La deroga, pur nata per esigenze organizzative, di fatto esponeva a situazioni di rischio chi non aveva ancora completato il percorso formativo. Con il nuovo assetto, il datore di lavoro ha l’obbligo di pianificare per tempo la formazione dei neoassunti, assicurandosi che i corsi vengano erogati prima della presa di servizio. Questo comporta una revisione dei processi aziendali di onboarding, integrando la formazione come primo passo dell’ingresso in azienda.

Le imprese dovranno dunque riorganizzarsi, anticipando le attività formative e programmando sessioni più frequenti, in modo da garantire a tutti i lavoratori la possibilità di completare i moduli previsti senza ritardi. Particolare attenzione dovrà essere posta ai settori ad alto rischio (costruzioni, metalmeccanico, chimico), dove la mancata formazione preventiva potrebbe avere conseguenze gravissime.

Impatti pratici e vantaggi della nuova disciplina

L’eliminazione dei 60 giorni rappresenta un cambiamento organizzativo ma anche un’opportunità. Da un lato, le aziende dovranno rafforzare il coordinamento con i soggetti formatori accreditati, definendo calendari compatibili con le assunzioni e con eventuali urgenze produttive. Dall’altro, si otterranno benefici concreti in termini di riduzione degli infortuni e innalzamento del livello di consapevolezza dei lavoratori.

Il nuovo Accordo, inoltre, conferma l’importanza della formazione in aula e sul campo, distinguendo tra moduli generali e moduli specifici, calibrati in base al settore di rischio. Rimane centrale anche l’obbligo di aggiornamento periodico, che deve essere programmato con la stessa attenzione. La formazione diventa così non un passaggio formale, ma un vero e proprio prerequisito per la sicurezza sul lavoro.

Per i datori di lavoro, la mancata erogazione tempestiva della formazione potrà comportare responsabilità amministrative e penali, soprattutto in caso di incidenti nei primi giorni di lavoro. La nuova disciplina spinge quindi verso una maggiore responsabilizzazione, ma allo stesso tempo offre alle aziende un’occasione per migliorare la propria organizzazione interna e la cultura della prevenzione.

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