Mancati infortuni: la gestione efficace per la sicurezza

Mancati infortuni: la gestione efficace per la sicurezza

I mancati infortuni, comunemente noti con la terminologia anglosassone near miss, rappresentano indicatori essenziali per la valutazione dello stato di salute del sistema di prevenzione aziendale. Sebbene il Dlgs 81/2008 non fornisca una definizione esplicita e codificata di “quasi infortunio” analoga a quella di infortunio sul lavoro, la loro gestione rientra pienamente nell’obbligo generale di valutazione di “tutti i rischi” sancito dall’articolo 28 del Testo Unico.

Un mancato infortunio è, di fatto, un evento imprevisto che non ha causato danni a persone, cose o ambiente solo per circostanze fortuite, ma che potenzialmente possedeva la carica lesiva per farlo.

L’analisi di questi eventi è fondamentale per il rispetto dell’articolo 2087 del Codice Civile, che impone l’adozione della massima sicurezza tecnologicamente fattibile, e si allinea ai moderni sistemi di gestione della sicurezza (come la norma UNI ISO 45001), che vedono nella segnalazione proattiva uno strumento indispensabile per il miglioramento continuo. Ignorare questi segnali premonitori significa attendere passivamente che le stesse dinamiche causali portino, prima o poi, a un evento lesivo reale.

Gestione dei mancati infortuni e analisi tecnica

Comprendere la dinamica dei mancati infortuni richiede un approccio analitico che superi la semplice constatazione dell’assenza di danno. Studi statistici consolidati nel campo della sicurezza sul lavoro dimostrano l’esistenza di una precisa correlazione numerica tra incidenti senza conseguenze, infortuni lievi e infortuni gravi o mortali. Alla base della piramide della sicurezza vi è un’ampia base di comportamenti insicuri e near miss che, se non intercettati, costituiscono il terreno fertile per l’incidente maggiore.

La procedura corretta prevede l’istituzione di un flusso informativo strutturato: ogni evento anomalo deve essere segnalato, registrato e indagato per individuarne le cause radice. Queste possono risiedere in carenze strutturali, malfunzionamenti di macchinari, procedure operative inadeguate o fattori umani legati a formazione insufficiente. L’obiettivo non è trovare un colpevole, ma identificare la falla nel sistema difensivo aziendale. Una volta analizzato l’evento, è necessario implementare azioni correttive specifiche e verificare la loro efficacia nel tempo, aggiornando, se necessario, il documento di valutazione dei rischi (DVR).

Implicazioni pratiche e cultura della segnalazione

Per le aziende, trasformare la rilevazione dei near miss in una prassi consolidata comporta vantaggi tangibili in termini di riduzione dei costi assicurativi, legali e sociali derivanti dagli infortuni, oltre a garantire la continuità operativa. Tuttavia, l’implementazione efficace di questo sistema richiede un profondo cambiamento culturale. Il principale ostacolo alla segnalazione è spesso il timore del lavoratore di subire rimproveri o sanzioni per aver commesso o evidenziato un errore.

È dunque compito del datore di lavoro, in collaborazione con il servizio di prevenzione e protezione (RSPP) e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), promuovere un clima di fiducia “non punitivo” (no-blame culture). I lavoratori devono essere formati e incoraggiati a riportare ogni anomalia, comprendendo che la loro segnalazione è un atto di responsabilità verso la propria sicurezza e quella dei colleghi. Strumenti pratici come moduli di segnalazione semplificati, cassette per suggerimenti anonimi o app digitali possono facilitare il processo, rendendo la partecipazione attiva parte integrante della mansione lavorativa.

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