L’utilizzo dei caricatori frontali in ambito agricolo e forestale rappresenta una modifica sostanziale dell’assetto della macchina motrice, introducendo nuove variabili di rischio che devono essere attentamente valutate ai sensi del Dlgs 81/2008.
Il trattore, originariamente concepito per il traino o l’azionamento di attrezzature, quando equipaggiato con bracci di sollevamento anteriore, muta radicalmente la propria configurazione dinamica e statica. La normativa vigente, in particolare gli allegati V e VI del testo unico sulla sicurezza, impone requisiti specifici per le attrezzature di lavoro, richiedendo che l’accoppiamento tra trattrice e accessorio non comprometta la stabilità del mezzo né la sicurezza dell’operatore.
In questo scenario, la conformità alla direttiva macchine 2006/42/CE e il rispetto rigoroso delle istruzioni fornite dai fabbricanti diventano elementi dirimenti per garantire l’uso sicuro, specialmente considerando l’elevata incidenza di infortuni gravi e mortali che ancora caratterizza il settore primario, sovente legati alla perdita di controllo del veicolo o alla caduta di materiali. L’integrazione di questi dispositivi richiede dunque un’analisi tecnica che vada oltre la semplice compatibilità meccanica, investendo la formazione dell’operatore e le procedure di lavoro.
Focus sui caricatori frontali e stabilità del mezzo
Per approfondire le corrette modalità di installazione e impiego, è stata resa disponibile una nuova scheda tecnica istituzionale dedicata specificamente ai rischi connessi all’uso dei caricatori frontali applicati alle trattrici. Il documento tecnico analizza come l’applicazione del carico a sbalzo anteriore sposti inevitabilmente il baricentro combinato del sistema veicolo-attrezzo, riducendo drasticamente il carico sull’asse posteriore e aumentando il rischio di instabilità longitudinale e trasversale. Viene posta l’attenzione sulla necessità imperativa di riequilibrare l’assetto tramite un adeguato zavorramento posteriore, operazione fondamentale per mantenere l’aderenza delle ruote motrici al suolo e prevenire il ribaltamento in avanti, specialmente su terreni in pendenza o sconnessi.
La scheda chiarisce inoltre le specifiche tecniche relative ai circuiti idraulici: ogni accessorio di sollevamento deve essere dotato dei necessari dispositivi di sicurezza, come le valvole di blocco (o valvole di non ritorno pilotate), essenziali per impedire la discesa accidentale e incontrollata del carico in caso di avaria dei tubi flessibili o calo di pressione.
Gestione operativa dei rischi e requisiti della cabina
Sul piano operativo, l’adozione delle indicazioni tecniche comporta obblighi precisi per i datori di lavoro riguardo alla protezione del posto di guida. Poiché il rischio di caduta di materiale dall’alto (balle di fieno, tronchi, materiale sfuso) è concreto durante le fasi di movimentazione in quota, la postazione dell’operatore deve essere protetta non solo contro il rischio di ribaltamento (struttura di protezione Rops), ma anche contro la caduta di oggetti dall’alto (struttura di protezione Fops).
Le nuove indicazioni ribadiscono il divieto assoluto di utilizzare il caricatore per il sollevamento o il trasporto di persone, una pratica purtroppo ancora diffusa ma illegale e fonte di gravissimi incidenti. Tra i rischi interferenziali, viene evidenziato il pericolo di elettrocuzione dovuto al possibile contatto del braccio sollevato con linee elettriche aeree, richiedendo una valutazione preventiva dell’ambiente di lavoro. Infine, durante la circolazione su strada pubblica, l’attrezzo deve essere posizionato in modo da non limitare la visibilità del conducente e, se necessario, deve essere segnalato o smontato per rispettare i limiti di sagoma previsti dal codice della strada, garantendo la sicurezza anche durante i trasferimenti tra i fondi agricoli.


