La sicurezza trasporti e logistica costituisce uno degli ambiti di maggiore criticità nel panorama della prevenzione nazionale, richiedendo un’attenzione costante da parte dei datori di lavoro e delle figure preposte alla tutela della salute. Il comparto, caratterizzato da rischi specifici legati alla mobilità, alla movimentazione manuale dei carichi e all’utilizzo di mezzi meccanici complessi, è soggetto agli obblighi stringenti del Dlgs 81/2008, che impone una valutazione puntuale di tutti i fattori di pericolo, inclusi quelli derivanti dall’organizzazione dei turni e dalle interferenze lavorative.
Recentemente, l’INAIL ha rilasciato un nuovo report statistico, che analizza l’andamento del fenomeno infortunistico e tecnopatico nel quinquennio 2020-2024. Questo documento offre una fotografia dettagliata dello stato dell’arte, evidenziando come la ripresa delle attività post-pandemica e l’espansione del commercio elettronico abbiano influenzato significativamente le curve di incidenza, rendendo necessaria una revisione delle strategie di mitigazione del rischio adottate dalle aziende.
Analisi della sicurezza trasporti e dei trend statistici
Entrando nel merito dei dati rilevati, il report evidenzia uno scenario complesso per il settore “Trasporti e magazzinaggio”, con oltre 242mila denunce di infortunio presentate nel periodo 2020-2024. Il trend generale mostra un incremento complessivo delle denunce del 13,6% rispetto al 2020, un dato trainato in modo preoccupante dagli infortuni in itinere (nel tragitto casa-lavoro), che hanno registrato un’impennata del 45,4%, mentre gli eventi avvenuti in occasione di lavoro sono cresciuti dell’8,8%.
Particolarmente drammatico è il bilancio delle vite umane, con 923 casi mortali registrati nel quinquennio. L’analisi demografica conferma una netta prevalenza della componente maschile, coinvolta in oltre l’85% degli infortuni e nel 97% dei decessi. Sotto il profilo territoriale, le aree del Nord Italia (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto) concentrano oltre il 40% dei casi mortali, riflettendo la densità del tessuto logistico e infrastrutturale. Un focus specifico viene dedicato ai mezzi coinvolti: sebbene solo il 12% degli infortuni non mortali riguardi veicoli, questi diventano il fattore determinante nella gran parte degli eventi fatali. Anche all’interno dei magazzini, l’uso improprio di carrelli elevatori e muletti si conferma una causa primaria di incidenti gravi, spesso innescando sequenze di eventi disastrosi.
Parallelamente, le malattie professionali mostrano un trend in crescita con oltre 3.900 denunce annue, dominate da patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (dorsopatie), chiaramente correlate alle attività di movimentazione carichi e alle posture incongrue prolungate.
Gestione operativa e misure di prevenzione urgenti
Le evidenze statistiche impongono alle imprese una riflessione operativa immediata sulle politiche di prevenzione. L’elevata incidenza di infortuni in itinere e notturni (questi ultimi con una frequenza dell’8,3%, ben superiore alla media di altri settori) richiede l’adozione di misure organizzative che vadano oltre la formazione standard. È necessario integrare nel documento di valutazione dei rischi (DVR) protocolli specifici per la gestione della fatica e la turnazione, specialmente per gli autisti e gli addetti alla logistica notturna.
Per quanto riguarda i rischi intra-aziendali, la formazione all’uso dei carrelli elevatori deve essere rigorosa e pratica, accompagnata da una revisione della viabilità interna per separare i flussi pedonali da quelli veicolari, riducendo il rischio di investimento.
Sul fronte delle malattie professionali, la prevalenza di disturbi muscolo-scheletrici suggerisce l’urgenza di potenziare la sorveglianza sanitaria e di investire in ausili ergonomici per la movimentazione meccanica, limitando il carico fisico sugli operatori. Le aziende devono considerare la sicurezza non come un costo, ma come un fattore di continuità operativa, implementando sistemi di gestione che monitorino costantemente i quasi-infortuni (near miss) per intervenire prima che il rischio si trasformi in danno.


