Iperconnettività: nuovi rischi digitali e tecnostress

Iperconnettività: nuovi rischi digitali e tecnostress

L’avvento della digitalizzazione e delle tecnologie dell’informazione ha trasformato radicalmente gli scenari produttivi, imponendo una revisione costante delle strategie di prevenzione ai sensi del Dlgs 81/2008. L’articolo 28, obbliga il datore di lavoro a valutare “tutti i rischi”, ivi compresi quelli collegati allo stress lavoro-correlato. In questo perimetro normativo si inserisce la gestione dei rischi psicosociali emergenti derivanti dall’uso intensivo di smartphone, laptop e piattaforme collaborative, che hanno reso permeabili i confini tra vita professionale e privata.

La normativa nazionale, integrata dalla legge 81/2017 sul lavoro agile e dalla legge 61/2021 che sancisce il diritto alla disconnessione, richiede oggi un approccio proattivo per tutelare la salute mentale dei lavoratori di fronte alle nuove modalità operative della quarta rivoluzione industriale.

Analisi dell’iperconnettività e sintomi del tecnostress

L’iperconnettività si definisce come la condizione di disponibilità permanente e di connessione continua con l’organizzazione, svincolata da limiti temporali o spaziali definiti. Recenti studi, come quello dell’istituto spagnolo INSST citato nella notizia, evidenziano come una percentuale rilevante di lavoratori si trovi a rispondere a comunicazioni professionali fuori orario, nei giorni di riposo o persino durante le ferie. Questa reperibilità costante, spesso non contrattualizzata ma percepita come implicita, genera un sovraccarico cognitivo noto come tecnostress.

I sintomi associati sono tipici del disagio psicosociale: ansia, depressione, disturbi del sonno e burnout. I fattori scatenanti includono l’estensione indefinita della giornata lavorativa, il multitasking forzato, l’isolamento sociale dovuto alla mancanza di interazioni fisiche e un conflitto sempre più marcato tra le esigenze lavorative e quelle familiari, che vanifica i potenziali vantaggi di flessibilità e autonomia promessi dal lavoro da remoto.

Strategie di disconnessione e misure organizzative

Per mitigare questi rischi e garantire la conformità normativa, le aziende devono implementare misure concrete di disconnessione digitale e supporto psicologico. È necessario integrare il documento di valutazione dei rischi (DVR) con una mappatura specifica delle fonti di iperconnessione, monitorando le ore di lavoro effettive svolte anche tramite dispositivi mobili.

Le politiche aziendali devono definire orari chiari di reperibilità, introducendo blocchi tecnici alle notifiche o ai server di posta fuori dalle fasce stabilite e promuovendo una cultura organizzativa che scoraggi il presenzialismo digitale (“sempre online”). La formazione svolge un ruolo chiave: sensibilizzare i lavoratori sull’uso consapevole degli strumenti e sui rischi dell’iperconnessione è fondamentale. Inoltre, la sorveglianza sanitaria deve evolversi, includendo screening mirati per intercettare precocemente segnali di disagio psicologico e offrendo, ove necessario, supporto specialistico.

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