Sicurezza cantieri: gestire il rischio vento e le tempeste

Sicurezza cantieri: gestire il rischio vento e le tempeste

Il rischio vento e le avverse condizioni meteorologiche rappresentano una variabile critica per la sicurezza nei cantieri temporanei o mobili, richiedendo una valutazione puntuale all’interno del documento di valutazione dei rischi (DVR) e del piano operativo di sicurezza (POS).

Il Dlgs 81/2008, inserisce esplicitamente i fattori climatici tra gli elementi che il datore di lavoro deve analizzare (articolo 28), in quanto possono compromettere la stabilità delle apprestamenti, il funzionamento sicuro delle macchine di sollevamento e l’incolumità stessa dei lavoratori.

In particolare, l’Allegato IV e l’Allegato VI del decreto forniscono indicazioni tecniche precise sull’uso delle attrezzature di lavoro in condizioni di instabilità, vietando le operazioni quando le condizioni meteorologiche non garantiscono la sicurezza. La frequenza sempre maggiore di eventi atmosferici estremi e improvvisi impone un cambio di paradigma: la gestione dell’emergenza meteo non può essere improvvisata, ma deve seguire protocolli codificati che definiscano le soglie di allerta e le procedure di sospensione delle attività.

Analisi tecnica del rischio vento e procedure operative

Per mitigare efficacemente il rischio vento, è fondamentale adottare un approccio strutturato che si divide in tre fasi operative distinte: prevenzione, gestione dell’evento e ripristino. La fase preventiva si basa sul monitoraggio costante delle previsioni meteorologiche locali e sull’organizzazione del cantiere. È necessario assicurare preventivamente tutti gli elementi mobili, come lastre, pannelli e attrezzature leggere, che potrebbero trasformarsi in proiettili pericolosi sotto la spinta delle raffiche. Un’attenzione particolare va riservata alle gru a torre: queste devono essere lasciate in “libera rotazione” (o messa in bandiera) al termine del turno lavorativo o all’approssimarsi di una tempesta, per evitare che la struttura opponga resistenza al vento rischiando il collasso strutturale. Per quanto riguarda i ponteggi, la verifica degli ancoraggi e la rimozione di teli o reti che potrebbero creare un pericoloso “effetto vela” sono passaggi obbligati. Durante l’evento, il rispetto dei limiti tecnici delle macchine è imperativo: le operazioni di sollevamento devono essere interrotte quando la velocità del vento supera le indicazioni del fabbricante (generalmente intorno ai 72 km/h, ma spesso inferiore per carichi con ampia superficie).

Implicazioni organizzative e protocolli di emergenza

Le implicazioni per le imprese edili riguardano principalmente la capacità di reazione e l’organizzazione del lavoro. Implementare protocolli rigidi per il rischio atmosferico non tutela solo l’integrità fisica dei lavoratori, prevenendo infortuni gravi causati da cadute di materiali o ribaltamenti di mezzi, ma salvaguarda anche il patrimonio aziendale e la continuità operativa futura. I lavoratori, e in particolare i preposti, devono essere formati per riconoscere i segnali di pericolo imminente e avere l’autorità di interrompere le lavorazioni senza timore di ripercussioni produttive. Una volta cessata la tempesta, la ripresa delle attività non può essere automatica. È obbligatorio procedere a una verifica straordinaria di tutte le opere provvisionali: ponteggi, puntellature degli scavi e sistemi di ancoraggio delle macchine devono essere ispezionati visivamente e tecnicamente per escludere danni occulti che ne abbiano compromesso la stabilità. Solo dopo aver accertato l’integrità delle strutture e rimosso eventuali detriti o accumuli d’acqua, sarà possibile riprendere il lavoro in sicurezza. La negligenza in questa fase di controllo post-evento espone l’azienda a rischi civili e penali gravissimi in caso di cedimenti differiti.

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