L’intelligenza artificiale sta progressivamente ridefinendo i paradigmi della formazione professionale, inserendosi come strumento di supporto fondamentale anche all’interno del quadro normativo delineato dal Dlgs 81/2008. La legislazione vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro impone al datore di lavoro non soltanto l’erogazione di corsi obbligatori, ma richiede esplicitamente che tale formazione sia sufficiente, adeguata ed efficace. L’articolo 37 del Testo Unico, in particolare, sottolinea l’importanza di un processo educativo che garantisca l’effettiva acquisizione delle competenze e la comprensione dei rischi.
In questo scenario, l’evoluzione tecnologica non si pone in contrasto con la normativa, ma ne diventa un potenziale facilitatore. L’adozione di sistemi avanzati permette di superare la rigidità dei modelli formativi tradizionali, spesso basati su approcci standardizzati “a taglia unica”, per muoversi verso percorsi più dinamici e tracciabili. L’obiettivo resta quello di garantire che l’aggiornamento delle competenze, siano esse tecniche (hard skills) o trasversali (soft skills), risponda concretamente alle esigenze specifiche del ruolo ricoperto e ai rischi reali presenti nell’ambiente lavorativo, migliorando così la cultura della prevenzione all’interno delle organizzazioni.
L’intelligenza artificiale e l’apprendimento adattivo
L’introduzione di algoritmi di intelligenza artificiale nei processi di apprendimento (learning and development) permette di implementare il cosiddetto “adaptive learning”, o apprendimento adattivo. Questa metodologia consente alle piattaforme formative di analizzare in tempo reale i progressi del discente, identificando le lacune cognitive e adattando automaticamente il percorso didattico alle sue necessità specifiche. A differenza dei corsi lineari, dove ogni utente fruisce degli stessi contenuti nella medesima sequenza, i sistemi basati sull’ia possono suggerire moduli di approfondimento o saltare argomenti già padroneggiati, ottimizzando i tempi di fruizione e mantenendo alto il livello di attenzione.
Inoltre, l’IA generativa sta rivoluzionando la creazione stessa dei contenuti: è oggi possibile produrre materiali didattici, test di verifica e scenari di simulazione in tempi ridotti, facilitando l’aggiornamento costante dei corsi in risposta a nuove normative o a cambiamenti nei processi produttivi. L’automazione si estende anche alla gestione amministrativa, semplificando l’iscrizione ai corsi, la calendarizzazione e la reportistica, liberando risorse umane per attività a maggior valore aggiunto.
Efficacia didattica e gestione delle competenze
L’impiego di queste tecnologie comporta implicazioni pratiche rilevanti per le imprese e per i lavoratori. Dal punto di vista aziendale, l’intelligenza artificiale offre strumenti potenti per l’analisi predittiva delle competenze (skills gap analysis), permettendo ai responsabili delle risorse umane e ai formatori di anticipare le necessità future e pianificare interventi di upskilling e reskilling mirati.
Questo approccio proattivo riduce il rischio di obsolescenza professionale e aumenta la competitività dell’impresa. Per i lavoratori, il vantaggio principale risiede nella fruizione di un’esperienza formativa più coinvolgente e meno alienante, percepita come utile e pertinente al proprio lavoro quotidiano. Tuttavia, l’integrazione dell’IA richiede una governance attenta: è fondamentale garantire che i contenuti generati automaticamente siano sempre validati da esperti in materia (human in the loop) per assicurarne la correttezza tecnica e normativa. Inoltre, la gestione dei dati personali dei lavoratori, necessaria per la profilazione e la personalizzazione, deve avvenire nel rigoroso rispetto della normativa sulla privacy (GDPR). Solo bilanciando innovazione tecnologica e supervisione umana è possibile trasformare la formazione da obbligo burocratico a vero motore di crescita e sicurezza.


