Classificazione rischio aziende: basso, medio e alto

Classificazione rischio aziende: basso, medio e alto

La classificazione del rischio aziendale è il parametro fondamentale che determina l’intero impianto della sicurezza sul lavoro in un’organizzazione. Definita dall’INAIL in base alle statistiche sugli infortuni e alla tipologia di attività svolta, questa suddivisione in tre fasce di rischio (Basso, Medio, Alto) non è un semplice esercizio burocratico, ma il punto di partenza per stabilire obblighi cruciali come la durata dei corsi di formazione (per lavoratori, RSPP, RLS), le misure di prevenzione da adottare e i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) necessari. Il cuore di questo sistema è il codice ATECO (ATtività ECOnomica), una combinazione alfanumerica che identifica univocamente l’attività principale dell’azienda e la colloca automaticamente in una delle tre classi di rischio.

Le tre classi di rischio e i settori corrispondenti

Capire a quale classe appartiene la propria azienda è essenziale per la conformità normativa (D.Lgs 81/08).

  • Rischio BASSO: comprende attività dove la probabilità di infortuni gravi è ridotta. Vi rientrano uffici, servizi, commercio al dettaglio, ristorazione, turismo, artigianato leggero (es. parrucchieri) e informatica.
  • Rischio MEDIO: include settori con rischi significativi ma non estremi, come agricoltura, trasporti, pubblica amministrazione, istruzione e assistenza sociale non residenziale.
  • Rischio ALTO: raggruppa le attività più pericolose, soggette a normative stringenti. Tra queste: edilizia, industria chimica, metalmeccanica, raffinerie, smaltimento rifiuti, sanità e aziende che manipolano esplosivi o sostanze ad alto rischio.

Codice ATECO e implicazioni pratiche

Il codice ATECO, reperibile sulla Visura Camerale o sul certificato di attribuzione della Partita IVA, funge da “chiave di volta”. Ad esempio, un’azienda metalmeccanica avrà un codice diverso da uno studio legale, e di conseguenza obblighi formativi ben distinti (es. corso lavoratori di 16 ore per rischio alto contro 8 ore per rischio basso). Oltre alla formazione, la classificazione influisce sulla gestione delle emergenze e sull’organizzazione del Primo Soccorso (Gruppo A, B o C), imponendo dotazioni e preparazioni specifiche per affrontare gli scenari incidentali tipici del proprio settore.

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