Sicurezza

Sicurezza: c’è il protocollo Corona Pass per 54 rifugi in Alto Adige

Via alla stagione turistica in massima sicurezza e nel rispetto dei protocolli nelle zone marittime ma anche in Alto Adige, dove si punta sulle potenzialità di parchi naturali e rifugi alpini.

Per i visitatori c’è il Corona Pass, una sorta di green pass (per chi si è risultato negativo a tampone, ha superato la malattia o ha completato il ciclo vaccinale, ndr) che ha consentito già in anticipo sulle zone bianche di accedere alle sale interne dei ristoranti fino alle 23, a teatri, concerti e cinema (con prenotazione e occupazione del 50% dei posti), alle aree benessere, piscine e sale fitness delle strutture ricettive, a spogliatoi e docce interne di piscine aperte al pubblico.

Anche con questo strumento, gli operatori turistici altoatesini sperano di rifarsi, almeno in parte, delle gravissime perdite subite durante l’inverno: – 94% di presenze tra novembre 2020 e lo scorso gennaio (- 5,4 milioni di pernottamenti), secondo il Barometro dell’economia dell’Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano. Il 75% delle imprese del comparto prevede nel 2021 un risultato d’esercizio insoddisfacente.

1,1 milioni investiti dalla Provincia per la messa in sicurezza

La Provincia autonoma si mobilita dunque per catturare l’interesse dei turisti, puntando inoltre sulle risorse dei sette parchi naturali altoatesini, ai quali si aggiunge, ad Ovest, una parte del parco nazionale dello Stelvio, e dei rifugi alpini. Sui parchi la Provincia quest’anno ha investito 1,1milioni di euro, «impiegati per la messa in sicurezza dei sentieri», spiega l’assessora Maria Hochgruber Kuenzer.

A metà giugno prenderà il via anche la nuova stagione estiva per i 54 rifugi: 26 della Provincia, 12 delle associazioni alpinistiche Avs Alpenverein Südtirol e 16 del Cai, il Club alpino italiano. L’imperativo è garantire la sicurezza in quota, attraverso specifici protocolli igienico sanitari per prevenire i contagi.

Quali sono le regole?

Per consumare pasti nei rifugi valgono le stesse regole della ristorazione; da giugno non è necessario agli avventori il Corona Pass o certificato verde per accedere agli spazi interni; chi lo potrà esibire, però, entrerà con la mascherina chirurgica. Gli altri indosseranno la Ffp2.

Il Corona Pass resterà obbligatorio per i pernottamenti nei rifugi che spesso avvengono in stanzoni in comune, con la presenza di varie persone di differenti nuclei familiari», afferma il presidente della Provincia, Arno Kompatscher. Chi vuole pernottare senza Corona Pass avrà la possibilità di eseguire un test nasale. I rifugi sono anche al centro di interventi di manutenzione all’insegna della sostenibilità.

«Sono i nostri biglietti da visita e svolgono un ruolo strategico per la sicurezza in montagna», afferma l’assessore provinciale all’Edilizia pubblica e patrimonio, Massimo Bessone. Si lavora, ad esempio, alla possibilità di testare su 4 o 5 rifugi, la produzione di elettricità da idrogeno, eliminando gli aggregati diesel a tutela dell’ambiente.


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