I trabatelli sono adoperati usualmente in attività di restauro e di ristrutturazione edilizia e anche nell’installazione di dispositivi di protezione collettiva contro le cadute dall’alto. Per essere ‘sicuri’, essi devono essere conformi al decreto legislativo 81/2008.
Ai trabattelli i ricercatori del Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit) dell’Inail hanno dedicato una guida tecnica. Consultabile online sul portale dell’Istituto, fornisce istruzioni chiare ed esaustive per la loro scelta, uso e manutenzione, oltre alla metodologia più appropriata per la valutazione del rischio.
La guida fa una divisione fra trabattelli e piccoli trabattelli e attrezzature speciali movibili. I trabattelli, costituiti da una sola campata, sono formati da elementi prefabbricati, dispongono di una stabilità propria e hanno quattro piedini con ruote. I piccoli trabattelli invece hanno due piedini con due ruote, possono ospitare un solo lavoratore per volta e un carico massimo di 150 kg. Le attrezzature speciali sono quelle da realizzare e utilizzare sulla base di specifiche di prodotto redatte dal fabbricante.
Trabatelli, i rischi prevalenti
Il rischio prevalente è quello della caduta dall’alto, “che deve essere eliminato e/o ridotto prima di eseguire qualsiasi attività”.
Nei primi oltre alla citata caduta dall’alto, rientrano quelli di ribaltamento e di uso scorretto o quelli derivanti dalla presenza di linee elettriche aeree durante montaggio, smontaggio e spostamento.
Tra i rischi complementari ricadono quelli di lesioni riportate nelle fasi di montaggio e per caduta di oggetti. Fra i rischi da attività lavorativa occorre considerare il montaggio di parapetti provvisori e reti di sicurezza, gli interventi di impermeabilizzazione, efficientamento energetico e di manutenzione di tegole.