Uso delle tabelle ministeriali aggiornate per la stima della manodopera negli appalti

Uso delle tabelle ministeriali aggiornate per la stima della manodopera negli appalti

L’utilizzo di tabelle ministeriali non aggiornate per determinare il costo medio orario della manodopera rappresenta un grave vizio del procedimento di gara. Secondo il Parere di precontenzioso ANAC n. 193/2025, la Stazione appaltante che utilizza tabelle non più vigenti alla data di indizione della procedura di gara ad alta intensità di manodopera incorre in una manifesta illogicità e irragionevolezza.

Conseguenze per le stazioni appaltanti e obbligo di autotutela

Nel caso di procedure pluriennali ad alta intensità di manodopera, la Stazione appaltante è obbligata ad annullare in autotutela gli atti della gara qualora abbia utilizzato tabelle ministeriali obsolete. È necessario, in sede di riedizione della procedura, applicare le tabelle aggiornate del costo medio orario della manodopera per garantire correttezza e legittimità alla gara stessa.

Caso concreto: utilizzo di tabelle datate 2023 sostituite nel 2024

Nella vicenda oggetto del Parere ANAC n. 193/2025, un ente aveva indetto una procedura di gara basando il costo della manodopera su tabelle ministeriali risalenti al 2023, non più vigenti a seguito della pubblicazione di nuove tabelle a luglio 2024. Questo ha comportato una sottostima del costo della manodopera, generando un disallineamento rispetto ai livelli retributivi attuali.

Legittimità del prezzo a base d’asta e congruità dell’offerta

La lex specialis di gara non può prevedere un costo della manodopera inferiore a quello indicato nelle tabelle ministeriali vigenti. Qualsiasi disallineamento significativo tra il prezzo a base d’asta e i valori indicati nelle tabelle comporta un vizio sostanziale dell’atto amministrativo. Tale vizio rende l’atto illogico e, quindi, illegittimo, pregiudicando la possibilità per l’operatore economico di presentare un’offerta congrua.

La giurisprudenza amministrativa e l’equità degli appalti

La giurisprudenza amministrativa ha più volte ribadito che le difformità rispetto ai parametri retributivi vigenti determinano un vizio di legittimità della gara. L’obbligo di fare riferimento alle tabelle ministeriali aggiornate non è un adempimento puramente formale, ma costituisce un presidio essenziale per la legalità e l’equità degli appalti pubblici, soprattutto nei contratti ad alta intensità di manodopera e di durata pluriennale.

ISO 39002: linee guida per la sicurezza degli spostamenti casa-lavoro

Nuove linee guida su sicurezza degli spostamenti casa-lavoro

La norma ISO 39002, sviluppata dal comitato tecnico ISO/TC 241, rappresenta un importante strumento di riferimento per la gestione della sicurezza degli spostamenti casa-lavoro. Questa norma si inserisce nel contesto delle politiche di prevenzione degli infortuni stradali, riconoscendo il tragitto casa-lavoro come un momento cruciale per la protezione della salute e sicurezza dei lavoratori. La ISO 39002 si basa sui principi del ciclo PDCA (Plan-Do-Check-Act) per strutturare interventi efficaci e sostenibili.

Un approccio sistematico alla sicurezza negli spostamenti casa-lavoro

La ISO 39002 propone un approccio completo alla gestione della sicurezza negli spostamenti pendolari. Il ciclo PDCA è il fulcro di questo approccio:

  • Pianificazione (Plan): individuare i rischi legati al tragitto casa-lavoro, analizzare le statistiche sugli incidenti stradali, identificare le situazioni di pericolo (tratti stradali pericolosi, incroci a rischio) e definire obiettivi di miglioramento.
  • Attuazione (Do): mettere in pratica le misure preventive, come programmi di formazione, interventi di sensibilizzazione e pianificazione dei turni per evitare orari di punta.
  • Verifica (Check): monitorare i risultati delle azioni intraprese, confrontando gli indicatori di performance con gli obiettivi definiti.
  • Miglioramento (Act): apportare eventuali modifiche per migliorare l’efficacia delle misure adottate.

Educazione, sensibilizzazione e coinvolgimento attivo dei dipendenti

Il documento sottolinea l’importanza di investire in iniziative di formazione e informazione.

Educare i lavoratori sui comportamenti sicuri da adottare durante gli spostamenti è fondamentale per ridurre il rischio di incidenti. La sensibilizzazione deve essere continua, con programmi di comunicazione interna che evidenzino i rischi legati alla sicurezza stradale.

L’azienda dovrebbe promuovere controlli regolari dei veicoli, incentivare la partecipazione dei lavoratori a corsi di guida sicura e adottare turni di lavoro che consentano di evitare le ore di punta. Inoltre, è raccomandato individuare e segnalare eventuali punti critici lungo i tragitti abituali dei dipendenti, come incroci pericolosi o strade ad alta incidentalità.

Vantaggi e impatti per aziende e lavoratori

L’applicazione della ISO 39002 comporta una serie di benefici concreti:

  • Riduzione degli infortuni stradali: l’adozione di un sistema di gestione della sicurezza negli spostamenti casa-lavoro può ridurre significativamente il numero di incidenti tra i lavoratori, tutelando la loro salute e incolumità.
  • Miglioramento della cultura della sicurezza: le aziende possono promuovere una mentalità improntata alla responsabilità individuale e alla prevenzione, con ricadute positive anche sulla produttività.
  • Efficienza organizzativa: pianificare i turni in modo da ridurre la congestione del traffico e facilitare la mobilità dei dipendenti contribuisce a migliorare la gestione complessiva dei flussi di lavoro.
  • Soddisfazione dei lavoratori: la percezione di un ambiente di lavoro attento alla sicurezza contribuisce ad accrescere la motivazione e il benessere dei dipendenti.
Sicurezza nella logistica: infortuni con carrelli roll e transpallet

Settore logistica: infortuni con carrelli roll e transpallet

La sicurezza nel settore logistica, viene disciplinata principalmente dal DLgs 81/2008. In particolare la movimentazione delle merci con carrelli rollo e transpallet è definita nell’articolo 71, il quale, stabilisce l’obbligo del datore di lavoro di mettere a disposizione attrezzature conformi ai requisiti di sicurezza, sottoponendole a idonea manutenzione. Mentre, l’articolo 73, impone la formazione e l’addestramento specifico per gli operatori, garantendo che l’uso delle attrezzature sia sicuro ed efficace.

A completare il quadro normativo, l’Accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2012 disciplina i percorsi formativi obbligatori per gli utilizzatori delle attrezzature di lavoro.

Analisi dei casi di infortunio nel settore della logistica: dalla teoria alla pratica

L’analisi di eventi infortunistici reali è uno strumento fondamentale per individuare le criticità operative e definire strategie di prevenzione più efficaci. L’archivio INFOR.MO. raccoglie numerosi casi di infortuni correlati all’uso di carrelli roll e transpallet. Due casi esemplificativi consentono di comprendere le dinamiche di rischio legate alla logistica.

Caso 1: Ribaltamento di carrello roll con barre metalliche

In un magazzino logistico, un carrello roll carico di barre metalliche, smontate da scaffalature, era stato lasciato accostato a una parete. Un lavoratore, incaricato di caricare le barre su un camion, ha spostato il carrello verso l’area di carico. Durante la manovra, il carrello si è ribaltato improvvisamente, provocando la caduta delle barre metalliche, che hanno colpito l’operatore. L’analisi dell’incidente ha messo in evidenza l’assenza di procedure operative adeguate per la movimentazione di carichi instabili e la mancanza di formazione specifica sull’uso sicuro dei carrelli roll.

Caso 2: uso improprio del transpallet in spazi ristretti

Un operatore stava utilizzando un transpallet elettrico per spostare un carico voluminoso in un’area del magazzino con spazi limitati. Durante una curva particolarmente stretta, il carico si è sbilanciato ed è caduto, colpendo un altro lavoratore che si trovava nelle vicinanze. L’analisi ha rilevato una scarsa organizzazione degli spazi, l’assenza di una segnaletica adeguata e una formazione insufficiente sull’uso del transpallet in ambienti congestionati.

Le lezioni da imparare per una maggiore sicurezza

Questi casi sottolineano l’importanza di una gestione rigorosa e preventiva della sicurezza nella logistica. Per le aziende, le implicazioni pratiche si traducono in interventi chiave:

  • Formazione obbligatoria e specifica: assicurare che tutti gli operatori abbiano ricevuto una formazione approfondita sull’uso sicuro di carrelli roll e transpallet, come previsto dall’art. 73 del D.Lgs. 81/2008 e dall’Accordo Stato-Regioni.
  • Procedure operative standardizzate (SOP): redigere procedure dettagliate per la movimentazione dei carichi, includendo indicazioni precise sulla gestione di carichi instabili o voluminosi.
  • Manutenzione e verifiche periodiche: attuare un programma di controlli regolari e manutenzione delle attrezzature, in conformità con l’art. 71 del DLgs 81/2008.
  • Organizzazione degli spazi di lavoro: rivedere il layout dei magazzini per garantire percorsi liberi da ostacoli, migliorare la segnaletica e ridurre i rischi nelle aree congestionate.

Per i lavoratori, la prevenzione passa da comportamenti responsabili e consapevoli:

  • Aderenza alle procedure: rispettare rigorosamente le SOP aziendali e utilizzare le attrezzature solo dopo aver ricevuto adeguata formazione.
  • Segnalazione delle situazioni di rischio: comunicare tempestivamente eventuali criticità o anomalie al responsabile della sicurezza.
  • Consapevolezza dell’ambiente circostante: prestare attenzione agli spazi condivisi e alle manovre di altri operatori, specialmente in zone ad alta densità di traffico di mezzi.
Obbligo di geolocalizzazione per il trasporto di rifiuti pericolosi: scadenze e adempimenti 2025

Trasporto rifiuti pericolosi: obbligo geolocalizzazione 2025

Con la Circolare n. 2 del 22 maggio 2025, il Comitato Nazionale dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali ha fornito indicazioni operative per l’attuazione della Deliberazione n. 3 del 19 dicembre 2024. Tale deliberazione introduce l’obbligo, per le imprese iscritte alla categoria 5 dell’Albo, di installare sistemi di geolocalizzazione sui veicoli adibiti al trasporto rifiuti pericolosi, in conformità agli articoli 16 e 17 del D.M. 4 aprile 2023, n. 59

Requisiti tecnici dei sistemi di geolocalizzazione per il trasporto di rifiuti pericolosi

I sistemi di geolocalizzazione da installare devono:

  • Consentire la tracciabilità del percorso attraverso la registrazione di punti geografici a intervalli regolari;
  • Essere associati univocamente alla targa e al telaio del veicolo;
  • Permettere l’esportazione dei dati in formati standard e la visualizzazione su piattaforme digitali.

Sono esclusi dall’obbligo i motoveicoli e gli autoveicoli autorizzati al trasporto dei soli rifiuti non pericolosi. 

Modalità di attestazione dell’installazione dei sistemi di geolocalizzazione

L’attestazione dell’avvenuta installazione dei sistemi di geolocalizzazione deve avvenire tramite una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, redatta secondo il modello allegato “A” alla Deliberazione n. 3/2024. La dichiarazione, firmata dal legale rappresentante dell’impresa, sarà generata automaticamente attraverso il portale informatico AGEST

Scadenze per la presentazione delle dichiarazioni

Le imprese devono rispettare le seguenti scadenze:

  • Dal 1° luglio 2025 al 31 dicembre 2025: invio della dichiarazione sostitutiva per attestare l’installazione dei sistemi di geolocalizzazione sui veicoli già in uso.
  • Dal 1° gennaio 2026: obbligo di attestare la presenza dei sistemi di geolocalizzazione contestualmente alla presentazione delle istanze di iscrizione o variazione del parco veicolare in categoria 5.

Le imprese con un parco veicolare composto da più autoveicoli possono inviare più istanze distinte, purché tutte completate entro il 31 dicembre 2025. 

Sanzioni per inadempienza

Il mancato rispetto dell’obbligo di installazione e attestazione dei sistemi di geolocalizzazione entro le scadenze previste comporterà l’avvio di procedimenti disciplinari da parte dell’Albo Gestori Ambientali. 

Implicazioni per le imprese

Le imprese iscritte alla categoria 5 dell’Albo Gestori Ambientali devono:

  • Verificare la conformità dei propri veicoli ai requisiti tecnici dei sistemi di geolocalizzazione;
  • Procedere all’installazione dei dispositivi entro i termini stabiliti;
  • Predisporre e inviare la dichiarazione sostitutiva tramite il portale AGEST;
  • Aggiornare le procedure interne per garantire la conformità alle nuove disposizioni normative.

Acrilonitrile: esposizione, rischi e obblighi per le imprese

Acrilonitrile: esposizione, rischi e obblighi per le imprese

L’acrilonitrile (CAS 107-13-1) è stato recentemente classificato come cancerogeno per l’uomo (Gruppo 1) dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) nel 2024, sulla base di evidenze sufficienti di cancerogenicità nell’uomo e negli animali da esperimento. A livello europeo, il Regolamento (CE) n. 1272/2008 (CLP) lo identifica come cancerogeno di categoria 1B e tossico per inalazione, contatto con la pelle e ingestione.

La Direttiva (UE) 2022/431, recepita in Italia con il DLgs 135/2024, ha stabilito i valori limite di esposizione occupazionale a lungo e breve termine, considerando anche la penetrazione cutanea e la potenziale sensibilizzazione. Il DLgs 81/2008 (articoli 236 e 237) obbliga le aziende a valutare e gestire i rischi cancerogeni, adottando misure preventive specifiche per tutelare i lavoratori.

Utilizzo industriale e applicazioni dell’acrilonitrile

L’acrilonitrile è un monomero reattivo ampiamente impiegato nella produzione di fibre sintetiche, resine, plastiche, elastomeri e gomma per molteplici prodotti di consumo. Trova applicazione anche come componente di rinforzo nella produzione di fibre di carbonio destinate al settore aeronautico, difesa e aerospaziale.

Inoltre, è usato per la realizzazione di componentistica automobilistica, elettrodomestici, arredamento e prodotti elettronici, grazie alle sue proprietà isolanti. Il suo impiego è dunque trasversale a numerosi settori industriali, generando una potenziale esposizione per un’ampia gamma di lavoratori.

Effetti dell’acrilonitrile sulla salute dei lavoratori

L’esposizione all’acrilonitrile avviene principalmente per via inalatoria e cutanea. Gli effetti acuti comprendono irritazione delle vie respiratorie, della pelle e degli occhi, sintomi neurologici come vertigini, mal di testa, nausea, fino a convulsioni e perdita di coscienza nei casi più gravi. L’esposizione cronica è correlata a un incremento del rischio di sviluppare tumori, in particolare ai polmoni, al fegato e al sistema nervoso centrale. Studi epidemiologici hanno evidenziato un aumento dell’incidenza di tumori delle cellule gliali, delle cellule epatiche e delle ghiandole mammarie nei lavoratori esposti. Questi dati confermano la necessità di una sorveglianza sanitaria mirata per chi opera a contatto con questa sostanza.

La stima dei lavoratori esposti in Italia

Secondo una scheda informativa redatta dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (DIMEILA) dell’Inail, basata sui dati aggiornati al 2023 della banca dati SIREP, è stato stimato il numero di lavoratori potenzialmente esposti all’acrilonitrile in Italia. La stima è stata elaborata applicando la percentuale di lavoratori esposti rispetto al totale dei lavoratori notificati all’Inail alla popolazione lavorativa complessiva secondo i dati Istat.

I settori più coinvolti risultano essere l’industria chimica, la produzione di materie plastiche e gomma, la fabbricazione di fibre sintetiche e la produzione di adesivi e vernici. Queste stime, integrate con le misure di rischio relativo, possono supportare la definizione di strategie di prevenzione mirate e l’organizzazione della sorveglianza sanitaria.

Cosa devono fare le aziende per prevenire l’esposizione alla sostanza

L’identificazione dei lavoratori potenzialmente esposti comporta per le aziende obblighi precisi:

  • Valutazione del rischio: integrare nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) la valutazione dell’esposizione ad acrilonitrile, con focus sui processi produttivi e sulle mansioni a rischio.
  • Misure tecniche e organizzative: adottare sistemi chiusi di produzione, potenziare la ventilazione degli ambienti e definire procedure operative standard per ridurre l’esposizione.
  • Dispositivi di Protezione Individuale (DPI): fornire ai lavoratori guanti resistenti, indumenti protettivi e dispositivi di protezione respiratoria adeguati.
  • Formazione e informazione: garantire percorsi di formazione periodica e specifica sui rischi connessi all’uso di acrilonitrile, come previsto dall’art. 37 del DLgs 81/2008.
  • Sorveglianza sanitaria: attivare programmi di sorveglianza sanitaria, con controlli periodici e registrazione dei dati sanitari, ai sensi dell’art. 41 del DLgs 81/2008.

Il ruolo dei lavoratori: consapevolezza al rischio

I lavoratori devono rispettare le procedure di sicurezza aziendali, utilizzare correttamente i DPI e collaborare attivamente ai programmi di formazione e sorveglianza sanitaria. La consapevolezza dei rischi e la partecipazione responsabile sono fondamentali per ridurre l’esposizione e prevenire gli effetti dannosi.

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