Patente a crediti nei cantieri: quando può escludere dalle gare d’appalto

Patente a crediti nei cantieri: quando può escludere dalle gare d’appalto

A partire dal 1° ottobre 2024, le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili, come definiti dall’articolo 89, comma 1, lettera a) del DLgs 81/2008, sono obbligati a possedere la nuova patente a crediti. L’obbligo è stato introdotto dall’articolo 29, comma 19, del Decreto Legge 19/2024 e si applica a tutte le attività che rientrano nel campo della sicurezza nei luoghi di lavoro in ambito edile.

La patente a crediti è un sistema che assegna inizialmente 30 punti alle imprese, soggetti a decurtazione in caso di violazioni gravi delle norme di sicurezza. Per ottenerla, le imprese devono essere in possesso di determinati requisiti tra cui:

  • Iscrizione alla Camera di Commercio;
  • Regolarità contributiva (DURC);
  • Regolarità fiscale (DURF), se prevista;
  • Documento di Valutazione dei Rischi (DVR);
  • Nomina del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP).

Un’eccezione importante riguarda le imprese già in possesso di attestazione SOA di classifica pari o superiore alla III: in tal caso, il possesso della patente a crediti non è richiesto.

Il mancato possesso della Patente a crediti può davvero escludere dalle gare?

Il tema dell’esclusione automatica da una gara d’appalto per mancato possesso della patente a crediti ha sollevato dibattiti interpretativi e giurisprudenziali. Una recente pronuncia del TAR Campania (sentenza n. 3670 dell’8 maggio 2025) ha chiarito che l’esclusione non può essere automatica in presenza di una SOA di classifica III o superiore, in quanto tale attestazione rappresenta un requisito sostitutivo valido.

Inoltre, la sentenza ha sottolineato che l’obbligo della patente a crediti è circoscritto ai lavori riconducibili alla definizione di “cantiere temporaneo o mobile”, così come riportata nell’Allegato X del D.Lgs. 81/2008. Pertanto, la richiesta del possesso della patente non può essere estesa ad appalti che non rientrano espressamente in tale definizione.

La valutazione va dunque condotta caso per caso, verificando la tipologia specifica dei lavori oggetto dell’appalto e l’eventuale menzione della patente come requisito nel bando di gara.

Implicazioni pratiche e sanzioni per le imprese

Per le imprese del settore edile, il rispetto dell’obbligo della patente a crediti assume un ruolo strategico nell’accesso agli appalti pubblici. Le aziende non in possesso dell’attestazione SOA di classifica III o superiore devono attivarsi per richiederla, verificando attentamente il rispetto dei requisiti necessari.

La mancata osservanza dell’obbligo, laddove previsto, può comportare sanzioni rilevanti. In particolare, è prevista:

  • L’esclusione automatica da tutte le gare pubbliche per un periodo di sei mesi;
  • Una sanzione amministrativa pari al 10% del valore complessivo dei lavori, con un minimo fissato in 6.000 euro.

In quest’ottica, è fondamentale che i RUP (Responsabili Unici del Procedimento), i tecnici delle stazioni appaltanti e i legali aziendali operino con la massima attenzione nella stesura e nella lettura dei bandi, affinché la richiesta del possesso della patente non si traduca in un’esclusione illegittima.

Le imprese, dal canto loro, devono sviluppare un approccio proattivo, non solo per conformarsi agli obblighi, ma per rafforzare la propria posizione competitiva in un mercato che richiede sempre più standard elevati di sicurezza e trasparenza.

Piano triennale INAIL 2025-2027: strategia integrata per la salute e sicurezza sul lavoro

Piano triennale INAIL 2025-2027: strategia integrata per la salute e sicurezza sul lavoro

Il Piano Triennale per la Prevenzione 2025-2027 dell’INAIL, approvato con la delibera n. 7 del 13 maggio 2025 dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV), si inserisce nel contesto normativo delineato dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, che stabilisce le disposizioni in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il Piano è coerente con la Strategia Europea per la Salute e Sicurezza sul Lavoro 2021-2027 e con l’Agenda ONU 2030, promuovendo un approccio integrato alla prevenzione che considera la salute dei lavoratori in una prospettiva olistica, in linea con il concetto di Total Worker Health (TWH).

Obiettivi e linee di intervento INAIL

Il Piano si articola in sei sezioni principali, ciascuna focalizzata su specifiche aree di intervento:

  1. Analisi del contesto e nuove sfide: esamina le trasformazioni del mondo del lavoro, evidenziando l’invecchiamento della popolazione, i rischi emergenti legati alla transizione ecologica e digitale, e l’impatto dell’intelligenza artificiale e della robotica.
  2. Ruolo dell’INAIL nel sistema di prevenzione: dettaglia le funzioni dell’Istituto, tra cui la partecipazione a comitati nazionali e regionali, la validazione di buone prassi, la promozione di progetti di prevenzione come il bando ISI, e la rappresentanza in organismi sovranazionali come EU-OSHA.
  3. Dati statistici su infortuni e malattie professionali: presenta le statistiche recenti elaborate dalla Consulenza Statistica Attuariale dell’INAIL, fornendo una base empirica per le strategie di intervento.
  4. Strategie di prevenzione e promozione della sicurezza: include campagne di sensibilizzazione rivolte ai giovani, integrazione della prevenzione con le politiche ambientali, promozione della ricerca e innovazione, e interventi mirati nei settori ad alto rischio.
  5. Normativa e attività di informazione e divulgazione: sottolinea la collaborazione con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e la Conferenza delle Regioni per l’accesso agli applicativi dell’Istituto, la partecipazione alla stesura di norme tecniche UNI, e la promozione di iniziative informative e formative.
  6. Pianificazione territoriale delle attività: descrive le azioni che le Direzioni Regionali e Provinciali dell’INAIL svilupperanno in collaborazione con enti istituzionali e altri stakeholder, affrontando i rischi emergenti e promuovendo progetti formativi per studenti e lavoratori.

Implicazioni per aziende e lavoratori

Il Piano Triennale per la Prevenzione 2025-2027 dell’INAIL rappresenta un’opportunità per le aziende di rafforzare la cultura della sicurezza e implementare sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro.

Le imprese possono beneficiare di:

  • Finanziamenti e incentivi: accesso a bandi come l’ISI per finanziare interventi migliorativi in materia di prevenzione.
  • Formazione e informazione: partecipazione a programmi formativi destinati a dipendenti e figure aziendali della prevenzione, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese.
  • Assistenza e consulenza: supporto nella realizzazione di Modelli di Organizzazione e Gestione (MOG) e Sistemi di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro (SGSL), attraverso il dialogo con le parti sociali.

Per i lavoratori, il Piano promuove:

  • Miglioramento delle condizioni di lavoro: Attraverso politiche di welfare e misure rispettose dell’ambiente e dei diritti di cittadinanza.
  • Accesso a informazioni e formazione: partecipazione a campagne informative e formative, con particolare attenzione ai giovani e agli studenti.
  • Tutela della salute e sicurezza: implementazione di misure preventive e strategie di adattamento alle transizioni in corso.

Polizza RCO: protezione essenziale per i datori di lavoro

Polizza RCO: protezione essenziale per i datori di lavoro

La polizza RCO (Responsabilità Civile verso i Prestatori di Lavoro) rappresenta uno strumento fondamentale per la tutela dei datori di lavoro in caso di infortuni o malattie professionali subiti dai dipendenti. Sebbene l’assicurazione obbligatoria INAIL copra gli eventi lesivi, non esonera il datore di lavoro dalla responsabilità civile nei casi in cui l’infortunio derivi da reato perseguibile d’ufficio imputabile al datore di lavoro o a persone di cui egli debba rispondere, come stabilito dall’articolo 10 del D.P.R. 1124/1965. In tali circostanze, l’INAIL può esercitare azione di rivalsa per recuperare le somme erogate al lavoratore, esponendo l’azienda a significativi rischi economici.

Caratteristiche e funzionamento della polizza RCO

La polizza RCO offre una copertura specifica per il datore di lavoro nel caso in cui un dipendente subisca un infortunio o contragga una malattia professionale nello svolgimento delle proprie mansioni e venga avanzata una richiesta di risarcimento. In particolare, la RCO interviene anche in caso di azioni di rivalsa da parte dell’INAIL o dell’INPS, qualora il datore venga ritenuto civilmente responsabile per l’evento.

È importante sottolineare che molti imprenditori sottovalutano l’importanza della polizza RCO, ritenendo sufficiente la copertura assicurativa obbligatoria dell’INAIL. Tuttavia, l’INAIL non copre la responsabilità civile del datore di lavoro. In caso di colpa (anche solo presunta) per violazioni di norme sulla sicurezza, l’ente può rivalersi sul datore per le somme versate al lavoratore. È qui che entra in gioco la RCO, coprendo i danni patrimoniali derivanti da tali azioni legali.

Esempi pratici di intervento

  • Un operaio si infortuna gravemente cadendo da un’impalcatura non adeguatamente protetta. L’INAIL copre parte delle spese mediche e un indennizzo, ma esercita azione di rivalsa contro l’azienda per violazione delle norme antinfortunistiche. La polizza RCO copre il risarcimento richiesto.
  • Una dipendente sviluppa una malattia professionale legata all’uso prolungato di sostanze chimiche. I familiari agiscono legalmente contro l’azienda per danni morali e biologici. Anche in questo caso, la RCO tutela il datore di lavoro.

Vantaggi per l’impresa

  1. Tutela del patrimonio aziendale: la polizza RCO evita che l’impresa debba affrontare risarcimenti potenzialmente molto onerosi, proteggendo così le risorse economiche dell’azienda.
  2. Responsabilità verso i lavoratori: rappresenta un segno di attenzione verso la salute e la sicurezza dei propri dipendenti, dimostrando un impegno concreto nella prevenzione degli infortuni.
  3. Requisito contrattuale: in alcuni casi, la presenza di una RCO è richiesta per partecipare a gare d’appalto o per ottenere subappalti, diventando quindi un elemento competitivo nel mercato.
  4. Protezione in caso di rivalsa INAIL/INPS: copre le conseguenze finanziarie delle azioni legali intentate dagli enti previdenziali, garantendo una maggiore serenità nella gestione delle controversie.

La polizza RCO si configura come una protezione indispensabile per i datori di lavoro, offrendo una copertura specifica nei confronti delle richieste di risarcimento derivanti da infortuni o malattie professionali dei dipendenti. In un contesto normativo che prevede la possibilità di azioni di rivalsa da parte dell’INAIL e dell’INPS, dotarsi di una polizza RCO non è solo una scelta prudente, ma una necessità per garantire la continuità e la stabilità economica dell’impresa.

Formazione obbligatoria per addetti e preposti nei cantieri stradali: requisiti e responsabilità

Formazione obbligatoria per addetti e preposti nei cantieri stradali: requisiti e responsabilità

In merito ai cantieri stradali, il Decreto Interministeriale del 22 gennaio 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 37 del 13 febbraio 2019, ha introdotto l’obbligo di formazione specifica per i lavoratori e i preposti addetti alle attività di pianificazione, controllo e apposizione della segnaletica stradale in presenza di traffico veicolare. Questa formazione è integrativa rispetto a quella prevista dall’articolo 37 del D.Lgs. 81/2008 e dall’Accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2011, e deve essere svolta in orario di lavoro senza oneri economici per i lavoratori.

L’Allegato II del decreto specifica i contenuti, la durata e i requisiti minimi della formazione, nonché i soggetti formatori autorizzati, tra cui le Regioni, l’INAIL, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e gli organismi paritetici.

Percorsi formativi per chi opera sui cantieri stradali

Il percorso formativo si articola in tre moduli: giuridico-normativo, tecnico e pratico. La durata minima della formazione è di 8 ore per i lavoratori e di 12 ore per i preposti. Per i lavoratori che assumono il ruolo di preposto è prevista un’integrazione di 4 ore aggiuntive.

I contenuti del corso comprendono:

  • Legislazione generale sulla sicurezza nei cantieri temporanei e mobili in presenza di traffico.
  • Articoli del Codice della Strada e del suo regolamento di attuazione relativi all’esecuzione di opere e all’apertura di cantieri.
  • Analisi dei rischi per i lavoratori e per gli utenti della strada.
  • Disciplinare tecnico relativo agli schemi segnaletici da adottare per il segnalamento temporaneo.
  • Dispositivi di protezione individuale, in particolare indumenti ad alta visibilità.
  • Organizzazione del lavoro in squadra, compiti degli operatori e modalità di comunicazione.
  • Norme operative e comportamentali per l’esecuzione in sicurezza di interventi programmati e di emergenza.
  • Esercitazioni pratiche sull’installazione e rimozione della segnaletica su diverse categorie di strade.

Requisiti dei docenti

I docenti devono possedere almeno 5 anni di esperienza nella formazione in materia di sicurezza o 3 anni nel settore della prevenzione nei cantieri stradali, uniti a comprovata esperienza pratica nell’addestramento operativo. 

Aggiornamento della formazione

È previsto un aggiornamento quinquennale obbligatorio della durata minima di 6 ore, che deve comprendere sia aspetti teorici che pratici. 

Implicazioni per aziende e lavoratori

L’adempimento degli obblighi formativi è fondamentale per garantire la sicurezza nei cantieri stradali e per evitare sanzioni. Le imprese devono assicurarsi che i propri lavoratori e preposti abbiano ricevuto la formazione specifica prevista dal decreto e che gli attestati siano conservati e aggiornati.

Per i lavoratori, la formazione fornisce le competenze necessarie per operare in sicurezza in contesti ad alto rischio, come i cantieri stradali in presenza di traffico veicolare.

La conoscenza delle procedure corrette e l’uso appropriato della segnaletica e dei dispositivi di protezione individuale sono essenziali per prevenire infortuni e garantire la propria incolumità e quella degli utenti della strada.

Responsabilità del datore di lavoro nell'uso delle macchinari: obblighi e novità normative

Macchinari e sicurezza sul lavoro: obblighi del datore e rischi senza manuale d’uso

L’articolo 71 del Dlgs 81/08 impone al datore di lavoro di mettere a disposizione dei lavoratori macchinari e attrezzature conformi ai requisiti di sicurezza, garantendo la loro idoneità e adeguatezza al lavoro da svolgere. Tali attrezzature devono essere installate e utilizzate secondo le istruzioni d’uso, sottoposte a idonea manutenzione e corredate, ove necessario, da apposite istruzioni d’uso e libretti di manutenzione.

La recente sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sezione IV, n. 15778 del 23 aprile 2025, ha ribadito la responsabilità del datore di lavoro in caso di infortuni derivanti dall’uso di macchinari privi di manuale d’uso in lingua italiana e delle necessarie protezioni di sicurezza.

Obblighi del datore di lavoro nella gestione dei macchinari

Il datore di lavoro è tenuto a garantire che i macchinari messi a disposizione dei lavoratori siano conformi ai requisiti di sicurezza previsti dalla normativa vigente.

Ciò implica l’obbligo di:

  • Verificare la conformità dei macchinari, anche se marcate CE, prima della loro messa in servizio.
  • Assicurarsi che siano corredati da un manuale d’uso e manutenzione in lingua italiana.
  • Garantire la presenza e l’efficienza dei dispositivi di protezione e sicurezza.
  • Effettuare una valutazione dei rischi specifici legati all’uso delle macchine, includendoli nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).
  • Fornire ai lavoratori una formazione adeguata sull’uso sicuro delle attrezzature.

È importante sottolineare che la presenza della marcatura CE non esonera il datore di lavoro dalla responsabilità di verificare la conformità e la sicurezza delle macchine. In caso di modifiche alle macchine, il datore di lavoro deve valutare se tali modifiche comportano una nuova immissione sul mercato e, in tal caso, assicurarsi che la macchina sia nuovamente conforme ai requisiti di sicurezza. 

Implicazioni pratiche per aziende e lavoratori

La mancata osservanza degli obblighi sopra descritti può comportare gravi conseguenze per il datore di lavoro, sia in termini di responsabilità penale che di sanzioni amministrative. La sentenza n. 15778/2025 della Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un datore di lavoro per non aver fornito al lavoratore un manuale d’uso in italiano e per l’assenza delle protezioni di sicurezza sulla macchina, che hanno contribuito all’infortunio del lavoratore.

Per i lavoratori, l’uso di macchine non conformi o prive delle necessarie istruzioni e protezioni aumenta il rischio di infortuni. È quindi fondamentale che i lavoratori ricevano una formazione adeguata e siano informati sui rischi specifici legati all’uso delle attrezzature.

Le aziende devono adottare un approccio proattivo nella gestione della sicurezza delle macchine, che includa:

  • La verifica periodica della conformità delle attrezzature.
  • L’aggiornamento del DVR in caso di modifiche alle macchine o ai processi produttivi.
  • La formazione continua dei lavoratori sull’uso sicuro delle attrezzature.
  • La collaborazione con i fabbricanti in caso di modifiche alle macchine, per garantire che le modifiche siano conformi ai requisiti di sicurezza.
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