Il lavoro notturno è disciplinato dal Decreto Legislativo 8 aprile 2003, n. 66, che recepisce le direttive europee 93/104/CE e 2000/34/CE. Secondo l’articolo 1, comma 2, del decreto, è considerato “lavoro notturno” qualsiasi attività svolta per almeno sette ore consecutive, comprendenti l’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino.
L’articolo 14 del medesimo decreto stabilisce che i lavoratori notturni devono essere sottoposti a controlli medici preventivi e periodici, almeno ogni due anni, a cura e spese del datore di lavoro, per verificare l’assenza di controindicazioni al lavoro notturno.
Inoltre, il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro) impone al datore di lavoro l’obbligo di valutare i rischi specifici legati al lavoro notturno e di adottare le misure preventive necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori .
Principali rischi associati al lavoro notturno
Il lavoro notturno comporta una serie di rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, tra cui:
- Desincronizzazione dell’orologio biologico: lavorare di notte può alterare i ritmi circadiani, causando disturbi del sonno e affaticamento.
- Riduzione della vigilanza: tra le 2 e le 5 del mattino si verifica un calo fisiologico dell’attenzione, aumentando il rischio di incidenti sul lavoro e in itinere.
- Problemi di salute mentale: il lavoro notturno è associato a un aumento del rischio di disturbi dell’umore, come depressione e ansia, a causa della difficoltà nel conciliare vita lavorativa e personale.
- Disturbi metabolici: l’alterazione dei ritmi circadiani può influire negativamente sul metabolismo, aumentando il rischio di obesità, diabete e malattie cardiovascolari.
Misure preventive e strategie di gestione
Per mitigare i rischi associati al lavoro notturno, è fondamentale adottare una serie di misure preventive, tra cui:
- Valutazione dei rischi specifici: il datore di lavoro deve effettuare una valutazione dettagliata dei rischi legati al lavoro notturno, considerando fattori come la fatica, la sonnolenza e le possibili conseguenze per la salute a lungo termine.
- Sorveglianza sanitaria: i lavoratori notturni devono essere sottoposti a controlli medici preventivi e periodici, almeno ogni due anni, per monitorare lo stato di salute e individuare eventuali controindicazioni.
- Pianificazione degli orari di lavoro: è consigliabile evitare turni notturni consecutivi e garantire periodi di riposo adeguati tra un turno e l’altro, per permettere il recupero fisico e mentale .
- Formazione e informazione: i lavoratori devono essere adeguatamente informati sui rischi legati al lavoro notturno e sulle strategie per prevenirli, come l’importanza del sonno e dell’alimentazione equilibrata.
- Adozione di micro-riposi: introdurre brevi pause durante il turno notturno può aiutare a ridurre la sonnolenza e migliorare la vigilanza.
Implicazioni pratiche per aziende e lavoratori
L’adozione di misure preventive efficaci per il lavoro notturno comporta benefici sia per le aziende che per i lavoratori. Per le aziende, significa ridurre il rischio di incidenti sul lavoro, migliorare la produttività e diminuire l’assenteismo. Per i lavoratori, comporta una maggiore tutela della salute e un miglioramento della qualità della vita.
È importante che le aziende coinvolgano attivamente i lavoratori nella valutazione dei rischi e nella definizione delle misure preventive, promuovendo una cultura della sicurezza condivisa. Inoltre, è fondamentale che i datori di lavoro rispettino gli obblighi normativi in materia di sorveglianza sanitaria e valutazione dei rischi, per garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre.







