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Gestione dei container fumigati nei porti: i rischi per la salute

Sono circa 600 milioni i container che oggi circolano nel mondo.

Pubblicato da Eu-Osha un studio sui rischi sul lavoro nei porti derivanti dalla presenza nei container di gas nocivi che a lungo termine posso avere conseguenze sulla salute delle persone. 

Le maggiori criticità segnalate da Eu-Osha per quanto riguarda l’esposizione a sostanze pericolose nelle attività portuali con i container sono: 

  • mancata etichettatura dei container come luoghi fumigati; 
  • mancate procedure di sicurezza e valutazione rischi affiancate da screening adeguati;
  •  scarsa segnalazione dei casi di danni alla salute.

I container vengono spesso trattati con pesticidi e sostanze come fosfina (PH3), metil bromuro (MeBr) e formaldeide alle quali i lavoratori possono trovarsi esposti e per le quali sono necessarie prassi di sicurezza e prevenzione. Queste alcune delle prassi preventive segnalate da Eu-Osha:

  • valutazione dei rischi prima dell’apertura;
  • utilizzo attrezzature di monitoraggio;
  • etichettatura dei container fumigati;
  • procedure standard per la degassificazione e per la ventilazione;
  • Dpi e informazioni per il loro utilizzo.

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Concluso il vertice convocato dal Ministro Poletti con Ispettorato del lavoro, Inail e Inps

Si è tenuto ieri  il vertice convocato dal Ministro Poletti con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l’INAIL e l’INPS. 

L’obiettivo: individuare le iniziative più opportune per migliorare l’efficacia delle attività di controllo del rispetto delle normative e di rafforzamento delle azioni di prevenzione dei rischi.

In calendario sono stati previsti altri due incontri, uno con le Regioni per sviluppare un maggiore coordinamento in tema di controlli e uno con le associazioni imprenditoriali e sindacali per promuovere azioni concrete e continue di informazione, formazione e sensibilizzazione.

E’ stata effettuata l’analisi dei casi di infortunio degli ultimi mesi, e viste le loro gravità, è emerso che rispondono tutti alle casistiche statisticamente più ricorrenti (investimento ad opera di mezzi o macchine, caduta dall’alto, intossicazione in ambienti confinati, ribaltamento di mezzi meccanici, specialmente in agricoltura). 

E’ stato dunque necessario sollecitare una maggiore capacità di analisi e di valutazione sugli infortuni, individuando le situazioni ed i settori più a rischio, orientando meglio le attività di controllo. 


Rafforzare i controlli

Si sottolinea, anche in vista in un prossimo incontro con le Regioni, di sollecitare un più stretto coordinamento delle attività di controllo in capo alle istituzioni centrali e di quelle che rientrano nelle competenze delle Regioni (come quelle svolte dalle ASL proprio in materia di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro) anche rafforzando lo scambio e l’utilizzo condiviso dei dati e delle informazioni di cui dispongono i diversi soggetti preposti all’attività di controllo.

Si intende poi rafforzare ulteriormente i controlli, attraverso specifiche intese con le Regioni che prevedano forme stabili di coordinamento tra le attività delle ASL e quelle in capo all’Ispettorato del lavoro ed anche attraverso l’assunzione di nuovo personale ispettivo. 

Maggiore sensibilizzazione nei settori a rischio

Nell’incontro che si prospetta con associazioni imprenditoriali e sindacali si cercherà di lavorare sulla prevenzione di alcune tipologie di infortunio mortale, a partire dai piani di ricerca e dalle azioni di trasferimento tecnologico attivati da INAIL. Si tratta in particolare, di 

ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento, rispetto ai quali si pensa all’utilizzo di robot e droni; 

le cadute dall’alto, nei cantieri temporanei o mobili, con nuovi sistemi di ancoraggio e reti di sicurezza; 

l’investimento ad opera di mezzi o macchine, con l’utilizzo di sensori/trasmettitori che segnalino la presenza di persone nel raggio di azione delle macchine; 

la messa in opera di strutture di sicurezza nelle macchine agricole che ne sono prive.

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Reinserire le persone con disabilità da lavoro: parte la nuova campagna Inail

Un nuovo obiettivo è sempre possibile. Anche nel mondo del lavoro. 

Questo lo slogan della nuova campagna Inail. Il focus della comunicazione è sulla misura sperimentale per il reinserimento di persone con disabilità da lavoro anche in caso di nuova assunzione. 

Oggetto dell’iniziativa è l’estensione dei progetti di reinserimento e integrazione, indicati dalla circolare 51/2016, anche e in via sperimentale per nuove assunzioni. Come già indicato nella circolare 30/2017, contratti subordinati e parasubordinati, flessibili o a tempo determinato. Per la conservazione del posto di lavoro invece il finanziamento interessa anche gli autonomi.

Un messaggio dedicato alle persone con disabilità da lavoro tutelate dall’ Inail che cercano una nuova occupazione e ai datori di lavoro, pubblici e privati, destinatari dei finanziamenti. 

Pari a 20 milioni il fondo Inail per sostenere i progetti dei datori di lavoro che riguardino barriere architettoniche, adeguamento postazioni e dispositivi, formazione. La campagna è rivolta a persone con disabilità da lavoro assistite da Inail e ai datori di lavoro. 

Testimonial è l’atleta paralimpico Oney Tapia.

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Commissione UE, Direttiva Cancerogeni: introduzione di 5 sostanze cancerogene

La Commissione europea torna sulle sostanze pericolose, in particolare quelle cancerogene con una nuova proposta per migliorare la protezione dei lavoratori dalle malattie oncologiche e da altre patologie di origine professionale.

La proposta riguarda la limitazione dell’esposizione dei lavoratori a cinque nuove sostanze e l’introduzione nella direttiva sugli agenti cancerogeni e mutageni, di nuovi valori limite di esposizione per le suddette sostanze.

In aggiunta alle 21 sostanze di cui è già stata decisa o proposta la limitazione dall’inizio del suo mandato, la Commissione europea propone di limitare l’esposizione dei lavoratori ad altre cinque sostanze cancerogene. Secondo stime, la proposta odierna migliorerebbe le condizioni di lavoro di più di 1 milione di lavoratori nell’UE e preverrebbe più di 22 000 casi di malattie professionali.

La Commissione propone di inserire nella direttiva sugli agenti cancerogeni e mutageni nuovi valori limite di esposizione per cinque sostanze chimiche. Detti valori limite fissano la concentrazione massima nell’aria di una sostanza chimica cancerogena sul luogo di lavoro. Sono state selezionate le seguenti cinque sostanze cancerogene di grande rilevanza per la protezione dei lavoratori:

il cadmio e i suoi composti inorganici;

il berillio e i suoi composti inorganici;

l’acido arsenico e i suoi sali come pure i composti inorganici di arsenico;

la formaldeide;

il 4,4′-metilene-bis(2-cloroanilina) (MOCA).

I dati della Commissione Europea indicano che il cancro costituisce la maggiore causa di mortalità professionale: ogni anno il 52% delle morti legate a un’attività professionale è provocato dal cancro, rispetto al 24% dovuto a malattie del sistema circolatorio e al 2% dovuto a lesioni. L’esposizione a determinati agenti chimici sul luogo di lavoro può causare il cancro. Per quanto i tumori costituiscano una categoria complessa e alcuni fattori eziologici siano difficili da individuare, è evidente che le patologie oncologiche causate dall’esposizione a sostanze chimiche sul luogo di lavoro possono essere prevenute riducendo o eliminando l’esposizione.

Nell’intento di proteggere i lavoratori da tali rischi l’UE ha adottato nel 2004 la direttiva 2004/37/CE sugli agenti cancerogeni e mutageni, che stabilisce le misure da mettere in atto per eliminare o ridurre l’esposizione a tali agenti e dunque per contribuire a prevenire i casi di tumore professionale e le malattie correlate.

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Lo stato ambientale in Italia: presentato l’Annuario dei dati ambientali ISPRA

Presentato presso la Camera dei Deputati l'”Annuario dei dati ambientali” Ispra, giunto alla XV edizione, e il primo “Rapporto Ambiente” del Sistema nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA), ad un anno dalla costituzione con L. n.132/2016.

È una Italia “degli estremi” quella raccontata dai dati: diminuiscono le emissioni ma il diesel resta in testa per emissioni di particolato e ossidi di azoto. Sul clima il 2017 in Italia vede il persistere di condizioni siccitose e precipitazioni di forte intensità.

In crescita la produzione dei rifiuti urbani (+2%), in linea con l’andamento degli indicatori socio-economici. Per le acque, il 43% dei fiumi e il 20% dei laghi raggiungono l’obiettivo di qualità per stato ecologico; il 75% dei fiumi e il 48% dei laghi, invece, raggiungono l’obiettivo di qualità per lo stato chimico.

Tra i temi affrontati nei report ci sono agricoltura, pesca, energia, trasporti, turismo, industria, biodiversità, clima, inquinamento atmosferico, indice pollinico allergenico, qualità delle acque interne, mare e ambiente costiero, consumo di suolo, rifiuti, agenti fisici, pericolosità geologiche, agenti chimici, valutazioni, autorizzazioni, controlli e certificazioni ambientali, conoscenza ambientale. 

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