lavoro sicuro e sano

“Ambiente di lavoro sicuro e sano”, si celebra la Giornata Mondiale della Sicurezza sul Lavoro

Nel giugno 2022, la Conferenza internazionale del lavoro (ILC) ha deciso di includere “un ambiente di lavoro sicuro e sano” nel quadro dei principi e dei diritti fondamentali sul lavoro dell’ILO.

Il 28 aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Sicurezza sul Lavoro, si celebrerà la decisione, riunendo esperti e elettori per discutere le implicazioni che ha per il mondo del lavoro.

L’occasione servirà anche a presentare i risultati della ricerca sullo stato di attuazione delle varie disposizioni delle convenzioni fondamentali n. 155 e n. 187.

👉 Link per seguire l’evento

La giornata mondiale della Sicurezza sul Lavoro compie vent’anni

Istituita nel 2003 dall’Organizzazione internazionale del lavoro come momento di riflessione e confronto sui temi legati alla cultura della prevenzione sul lavoro, la ricorrenza si celebra, ogni anno, il 28 aprile, per ricordare la data della promulgazione della Convenzione sulla sicurezza e la salute dei lavoratori, adottata nel 1981 dall’Ilo.

La campagna UE 2023-2025 sarà ‘Lavoro sano e sicuro nell’era digitale’

La Campagna Europea ‘Ambienti di lavoro sani e sicuri 2023-2025’ ​​sensibilizza sull’impatto delle nuove tecnologie digitali sul lavoro e sui luoghi di lavoro e sulle sfide e sulle opportunità in materia di sicurezza e salute sul lavoro fornendo anche una piattaforma per lo scambio di soluzioni di buone prassi.

Cinque aree prioritarie strutturano la nuova campagna:

  • lavoro su piattaforma digitale;
  • robotica avanzata e intelligenza artificiale;
  • lavoro a distanza;
  • sistemi digitali intelligenti;
  • gestione dei lavoratori attraverso l’intelligenza artificiale.

Aumento delle malattie professionali nel primo bimestre 2023

Le denunce per malattie professionali nel bimestre 2023 sono state 10.399 tra gennaio e febbraio, 2.319 in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+28,7%). L’incremento è del 33,3% rispetto al 2021 e del 4,6% sul 2019. Il dato è in calo dell’1,4% rispetto al 2020.

Numeri in positivo invece per le denunce di infortunio. Quelle complessive (non solo mortali) presentate all’Inail entro il mese di febbraio 2023 sono state 86.483, in calo del 29,1% rispetto alle 121.994 del primo bimestre 2022, in aumento rispetto alle 82.634 del 2021 (+4,7%). Sono in riduzione rispetto al 2020 (-10,4%) e al 2019 (-13,6%).

Nonostante questo, i dati del 2022 continuano ad essere allarmanti. Nel 2022 nel nostro Paese si sono registrate 697.773 denunce di infortunio, il 25,67% in più rispetto al 2021. In riferimento alle malattie professionali invece ne sono state protocollate 60.774, il 9,92% in più rispetto al 2021 (55.288).

‘Ambiente di lavoro sicuro e sano’, il commento di Unasf Conflavoro PMI

“Oggi celebriamo la Giornata Mondiale della Sicurezza sul Lavoro, un’importante occasione per riflettere sull’importanza di creare un ambiente di lavoro sicuro e sano per tutti i lavoratori. Un ambiente di lavoro sicuro e sano si ottiene quando si adottano misure preventive che riducono al minimo il rischio di infortuni e malattie: identificazione dei pericoli, sorveglianza sanitaria, formazione, monitoraggio. Un ambiente di lavoro sano è anche quello in cui si attua una corretta gestione dello stress lavorativo e la promozione del benessere psicologico dei lavoratori – afferma Unasf Conflavoro PMI -. Oltre a proteggere dagli eventuali infortuni, creare un posto di lavoro sano e sicuro aumenta la produttività e migliora la qualità del lavoro. I lavoratori che si sentono al sicuro e protetti sul posto di lavoro sono più motivati, più soddisfatti” .

“Per promuovere azioni concrete, la formazione e l’informazione devono essere costanti nel tempo. La diffusione della cultura della Salute e Sicurezza sul Lavoro deve iniziare a scuola, crescere fra i banchi. C’è necessità di intervenire in maniera più celere, ce lo dicono i dati sulle malattie professionali e gli infortuni in continuo aumento – continua Unasf -. La cultura della prevenzione necessita però di essere incentivata economicamente dallo Stato con azioni a favore delle imprese che investono in Sicurezza”.

“In occasione della Giornata Mondiale della Sicurezza sul Lavoro, come Unasf Conflavoro PMI, invitiamo tutti gli attori del mondo del lavoro – dai datori di lavoro ai lavoratori stessi – a impegnarsi per creare un ambiente di lavoro sicuro e sano per tutti. Insieme possiamo fare la differenza e correre verso l’obiettivo di zero morti sul lavoro”.

agro-zootenico

Rischio biologico nel settore agro-zootecnico, un documento Inail

Le zoonosi sono malattie infettive che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo. Possono essere non solo di natura infettiva ma anche tossica e allergica a seguito dell’esposizione del lavoratore a componenti e prodotti di rilascio microbici quali allergeni, endotossine e micotossine.

Un documento Inail analizza il rischio biologico nelle attività agro-zootecniche. La pubblicazione ha l’obiettivo di fornire informazioni sulle misure di prevenzione e protezione correlate al rischio biologico per la tutela della salute degli operatori del settore agro-zootecnico.

Il testo presenta una sezione generale riguardante la normativa vigente in tema di Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro, le sue applicazioni e i soggetti coinvolti. Segue una sezione tecnica con schede monotematiche in cui sono descritte le caratteristiche degli agenti biologici più frequentemente riscontrabili ed emergenti in tale settore e dei loro effetti sulla salute.

Vediamo ora una breve suddivisione dei rischi in base all’attività svolta nel settore agro-zootenico.

Agro-zootecnico settore acquacoltura

Per l’acquacoltura le attività lavorative maggiormente critiche sono:

  • preparazione e distribuzione dei mangimi e farine;
  • uso di ossigenatori (produzione di aerosol);
  • pulizia e disinfezione delle griglie e delle vasche di allevamento;
  • manipolazione degli organismi acquatici (ferite, tagli ed escoriazioni);
  • incassettamento;
  • rimozione di animali morti”.

Agro-zootecnico settore apicoltura, elicicoltura e lombricoltura

Nell’apicoltura il rischio biologico può derivare da:

  • tagli e abrasioni dovuti all’utilizzo di strumenti/oggetti appuntiti e/o taglienti contaminati;
  • punture insetti;
  • punture zecche.

Per agro-zootecnico si intendono anche l’attività di elicicoltura (allevamento delle chiocciole) e lombricoltura.

In questi settori lavorativi, il rischio biologico può derivare da:

  • contatto diretto e/o indiretto con sostanze organiche contaminate utilizzate come substrato;
  • contatto diretto e/o indiretto con letame e altre deiezioni animali non correttamente maturato in luoghi adeguati e collocati come previsto dal regolamento di igiene pubblica;
  • tagli e abrasioni dovuti all’utilizzo di strumenti/oggetti appuntiti e/o taglienti contaminati.
lavoro sommerso

Contrasto al lavoro sommerso, nasce il comitato nazionale

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha firmato due decreti per proseguire sulla strada della prevenzione e del contrasto al lavoro sommerso.

Se ne dà avviso nella Gazzetta Ufficiale (n. 89 del 15 aprile 2023), atto che conclude formalmente la verifica da parte della Commissione Europea del conseguimento dei traguardi e obiettivi PNRR di competenza del dicastero per quanto riguarda la fase di cosiddetto assessment.

Lotta al lavoro sommerso, il provvedimento nel dettaglio

Il D.M. n. 57 del 6 aprile 2023 istituisce il Comitato Nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso. L’organo avrà il compito di coordinare e monitorare le attività programmate nel Piano Nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso – entrato in vigore il 21 dicembre 2022 e aggiornato con il D.M. n. 58 del 6 aprile 2023 – e di vigilare sul rispetto della road map attuativa allegata al decreto stesso.

A presiedere il Comitato è il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali (o un suo delegato). Nella sua composizione si prevedono anche rappresentanti del Ministero dell’Interno, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’INL, dell’INPS, dell’INAIL, dell’ANPAL, della Banca d’Italia, dell’ISTAT, dell’Agenzia delle Entrate, della Guardia di Finanza, dell’Arma dei Carabinieri e della Conferenza delle Regioni, con il supporto tecnico dell’INAPP. 

Il Comitato interagirà con le task force e i gruppi di lavoro cui è demandata per competenza l’attuazione delle specifiche linee d’azione; presiederà l’avanzamento dei lavori per la costruzione e il monitoraggio degli indicatori relativi alla media annuale del numero di accessi ispettivi effettuati in materia di lavoro e all’incidenza del lavoro sommerso; assicurerà le necessarie connessioni con il Tavolo nazionale sul caporalato.

Le prime attività da monitorare per il Comitato al suo insediamento saranno:

  • la costituzione di un gruppo di lavoro a presidio dell’interoperabilità tra i sistemi informativi dei diversi enti, detentori a vario titolo di dati relativi al fenomeno del lavoro sommerso;
  • la formazione degli Ispettori neoassunti e costituzione di una task force ministeriale che si avvalga del Tavolo operativo nazionale per la pianificazione operativa della vigilanza;
  • l’avvio della Piattaforma INPS per interventi di compliance e sviluppo di un Indicatore Sintetico dell’Affidabilità Contributiva (ISAC);
  • l’attività di formazione specifica sul lavoro sommerso rivolta i Centri per l’Impiego;
  • la campagna informativa di contrasto al lavoro sommerso;
  • l’elaborazione di proposte normative per la modifica degli importi relativi alla sanzione amministrativa per appalto illecito e per la parità di trattamento tra dipendenti dell’appaltatore e del sub-appaltatore.
rischio microclimatico

Rischio microclimatico, chi sono i soggetti più a rischio

Sono particolarmente sensibili al rischio microclimatico le donne in gravidanza, i soggetti affetti da patologie dell’apparato cardiocircolatorio o del sistema endocrino, i soggetti che assumono farmaci che influiscono sul sistema di termoregolazione.

Analizziamo di seguito i fattori di rischio.

Soggetti con malattie croniche

In particolare, i soggetti ipertesi e cardiopatici sono particolarmente sensibili agli effetti negativi del caldo e del freddo. Potrebbero manifestare episodi di abbassamento della pressione arteriosa in ambienti caldi o crisi ipertensive in ambienti freddi.

In caso di esposizione lavorativa ad ambienti severi bisogna quindi tener conto di un’eventuale modifica del dosaggio farmacologico, sempre previa controllo e prescrizione del medico.

I soggetti con diabete

I soggetti con diabete sono più suscettibili all’esposizione a temperature ambientali estreme. Soprattuto nel caso di nefropatia diabetica, l’ipertensione arteriosa si associa spesso a malattie cardiovascolari ad alta mortalità.

Soggetti con disturbi psichici

Le temperature severe possono aggravare gli effetti dei farmaci che sono utilizzati dalle persone con disturbi psichici.

I farmaci che favoriscono il rischio microclimatico

Alcuni farmaci interferiscono con i meccanismi della termoregolazione o influenzano lo stato di idratazione del soggetto. Ad esempio i farmaci assunti per:

  • ipertensione e malattie cardiovascolari;
  • disturbi della coagulazione;
  • malattie neurologiche;
  • malattie psichiatriche;
  • disturbi della tiroide;
  • malattie respiratorie croniche.  

dsvc

DSVC, videoterminalisti rimborsati per l’acquisto – la circolare Inail

La circolare dell’INAIL n. 11 del 24 marzo 2023 ha disposto che, nel caso la visita oftalmologica ne prescriva l’uso, il datore di lavoro dovrà fornire ai propri lavoratori addetti videoterminali i dispositivi speciali di correzione visiva (DSVC) a proprie spese.

Ai sensi dell’articolo 176 del Testo Unico, lavoratori che utilizzano un’attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41 del citato decreto, con particolare riferimento ai rischi per la vista e per gli occhi e ai rischi per l’apparato muscolo scheletrico.

In caso l’esito imponga l’uso del DSVC, il lavoratore, previo specifica comunicazione dal datore di lavoro, può acquistare, per suo conto o tramite fornitore indicato dal datore di lavoro, il dispositivo prescritto dallo specialista oftalmologo, il quale dovrà provvedere successivamente al relativo collaudo.

DVSC, come richiedere il rimborso al datore di lavoro

Dopo la notifica del medico competente, il lavoratore acquista, per suo conto o tramite fornitore indicato dal datore di lavoro, il DVSC prescritto, il quale dovrà provvedere al relativo collaudo valutandone la corrispondenza con la prescrizione. 

Ai fini del rimborso della spesa effettuata (max 150 euro), il lavoratore presenta alla struttura di appartenenza la relativa fattura, unitamente al giudizio di idoneità con prescrizione del medico competente e al documento di collaudo con esito positivo rilasciato dal medico. 

La fattura deve specificare le singole voci di spesa con il relativo importo, nonché la tipologia delle lenti: positive, negative, toriche o cilindriche e diottrie.

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