La progettazione delle vie di esodo rappresenta un elemento centrale della sicurezza antincendio negli edifici, in particolare nei luoghi di lavoro. Le disposizioni normative principali in materia sono contenute nel Decreto Ministeriale 10 marzo 1998 e nel Decreto Legislativo 81/2008, che prescrivono criteri tecnici per garantire l’evacuazione rapida e sicura delle persone in caso di emergenza. Gli obiettivi principali sono ridurre il rischio che fumo, calore o ostacoli impediscano la fuga e assicurare tempi di esodo compatibili con il livello di rischio presente nell’ambiente.
Ogni edificio deve essere dotato di almeno due vie di esodo indipendenti, che conducano a luoghi sicuri e siano facilmente riconoscibili e percorribili. Le caratteristiche geometriche minime prevedono un’altezza libera non inferiore a 2 metri e una larghezza utile minima di 90 centimetri per ciascun modulo. La capacità di deflusso viene calcolata in base all’affollamento massimo previsto, considerando un modulo di deflusso ogni 50 persone. Inoltre, la lunghezza dei percorsi di esodo deve rispettare limiti specifici a seconda che si tratti di rischio basso, medio o elevato, con tempi di evacuazione che devono rientrare generalmente tra 1 e 5 minuti.
Segnaletica, illuminazione e orientamento delle vie di esodo
Per rendere efficace il sistema di esodo, è essenziale adottare una segnaletica conforme alle normative tecniche, tra cui la norma UNI ISO 7010 e la UNI ISO 16069. Le indicazioni devono essere posizionate in punti visibili anche in condizioni di scarsa illuminazione, lungo i percorsi, in prossimità delle uscite e a ogni intersezione o cambio di direzione. È raccomandato l’uso di segnaletica fotoluminescente o retroilluminata, utile in caso di blackout.
Un ruolo fondamentale è svolto anche dall’illuminazione di emergenza, che deve garantire un’adeguata visibilità nei punti critici del percorso: scale, rampe, corridoi, bivi e aree ad alta densità di passaggio. L’obiettivo è evitare situazioni di panico e facilitare il movimento ordinato delle persone verso l’uscita. I dispositivi devono essere installati in modo tale da non essere oscurati da arredi o ostacoli e da resistere a sollecitazioni meccaniche o agenti esterni.
Materiali, accessibilità e sicurezza per tutte le persone
Le vie di esodo devono essere costruite e mantenute in modo da risultare sempre praticabili. I materiali utilizzati devono essere antisdrucciolo, resistenti al fuoco e privi di elementi sporgenti o superfici irregolari. Corridoi, scale e uscite devono essere sgombri da ostacoli, segnalati in modo chiaro e regolarmente controllati per verificarne la piena efficienza.
Un’attenzione specifica è rivolta all’accessibilità per le persone con disabilità o ridotta mobilità. La normativa impone requisiti quali la larghezza minima dei corridoi di almeno 1,20 metri, l’adozione di rampe con pendenza non superiore al 5%, la presenza di pulsanti di allarme accessibili e la disponibilità di percorsi tattili o mappe in rilievo. Nei luoghi aperti al pubblico o con grande affluenza, le porte lungo il percorso devono essere dotate di maniglie antipanico e sistemi di apertura semplificati.
Infine, il piano di emergenza deve prevedere procedure specifiche per l’assistenza a persone con esigenze particolari durante l’evacuazione, eventualmente supportate da personale formato o dispositivi di trasporto dedicati. Tutti questi elementi concorrono a garantire un esodo ordinato, sicuro ed efficace per ogni persona presente all’interno dell’edificio in caso di emergenza.