tumori professionali

Tumori professionali, ancora troppi decessi in Italia. Settori coinvolti e primi fattori di rischio

Ai tumori professionali è associabile il 32% dei decessi conseguenti attività lavorativa. Secondo la Iarc (International agency for research on cancer), il cancro provoca annualmente tra la popolazione mondiale 8,2 milioni di decessi e le previsioni sull’incidenza e sulla mortalità risultano in crescita.

Concentrando l’attenzione sui soli tumori professionali, le stime a livello mondiale prodotte dall’Ilo (International labour office) riferiscono che è associabile ai tumori il 32% dei decessi conseguenti ad attività lavorativa. In Europa, tale percentuale arriva al 53% che, in valore assoluto, corrisponde ad una oscillazione tra i 60 mila ed i 100 mila lavoratori deceduti in un anno a causa di neoplasie.

Nel 2006 in Francia ed in Belgio si registravano circa 10 casi di cancro ogni 100 mila assicurati, in Italia circa 5 casi. Anche le percentuali dei tumori rispetto al totale delle malattie professionali denunciate differiscono: nel 2015 si va dal 2% della Francia, al 6% dell’Italia e all’11% della Germania.

Per l’Italia, la banca dati statistica dell’Inail riporta che nel quinquennio 2012 – 2016 i tumori sono pari al 5,25% delle tecnopatie ma causano il 95% delle morti per malattia professionale, così come sono preponderanti nel determinare i gradi più elevati di menomazione.

Tumori professionali, l’incidenza per settori

Le neoplasie di pleura e peritoneo, insieme a quelle dell’apparato respiratorio, costituiscono quasi l’80% di tutti i tumori professionali.

La tabella 👇   ‘Tumori professionali: analisi per comparti di attività economica’ – Inail
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Sorveglianza epidemiologica negli ambienti di lavoro e di vita

La valutazione dei livelli di esposizione professionale ai principali agenti cancerogeni e biologici presenti nei luoghi di lavoro, è finalizzata alla predisposizione di misure preventive idonee alla riduzione del rischio tumori professionali.

La norma di riferimento dell’attività di registrazione delle esposizioni professionali è il Dlgs 81/2008 che individua nell’Inail il soggetto istituzionale deputato alla gestione, ai fini di ricerca scientifica, dei flussi informativi relativi alla tenuta e all’aggiornamento dei registri indicanti i livelli di esposizione ad agenti cancerogeni, agli elenchi di lavoratori esposti e alle cartelle sanitarie e di rischio. Le modalità di tenuta del registro e di trasmissione dei dati all’Inail sono definiti dal d.m. 155/2007.

L’importanza della prevenzione

È possibile identificare tre grandi classi di fattori di rischio tumori professionali: di tipo chimico, di tipo fisico e di tipo biologico. Appartengono al primo gruppo moltissime sostanze chimiche: l’amianto, molti metalli (nichel, cromo, cadmio), il benzene, il cloruro di vinile ecc.

Il rischio di tipo fisico è legato invece a fattori diversi, come per esempio le radiazioni, prime fra tutte quelle ionizzanti.

Quanto al rischio biologico invece, può essere causato per esempio da batteri e virus, importante soprattutto per chi lavora in ambiente medico-sanitario.

In questo senso un’adeguata formazione sulle tecniche di prevenzione e protezione da questi fattori è fondamentale per prevenire i rischi di tumori professionali.

industria chimica

Industria chimica e rischi, un manuale operativo aggiornato

In Italia l’industria chimica riveste un’importanza economica notevole. Con un volume di circa 50 miliardi di euro realizzato nel 2020, il nostro si conferma infatti il terzo Paese europeo produttore, dopo Francia e Germania.

Nel settore chimico operano circa 2800 imprese, delle quali l’85% è di piccole o medie dimensioni, con oltre 110 mila addetti. Si tratta di una filiera che va dalle imprese chimiche di base, impegnate nella trasformazione delle materie prime, a quelle specializzate nella produzione di prodotti differenziati per tutti i settori manifatturieri o destinati al consumo e alla grande distribuzione.

Vista l’importanza del settore, un documento Inail rivede e aggiorna i protocolli e le procedure di salute e sicurezza sul lavoro nell’ambito dei rischi dell’industria chimica. Il documento è disponibile sul sito dell’Istituto.

Disponibili online sul sito dell’Inail, le nuove linee guida.

Industria chimica e rischi, alla base di un Sgsl le esigenze di lavoratori e stakeholder

Suddiviso in dieci capitoli, il documento si sofferma sui diversi aspetti che compongono un Sgsl, dalla pianificazione fino al processo di miglioramento continuo. In particolare, sottolinea che in tema di salute e sicurezza i lavoratori e i loro rappresentanti costituiscono gli interlocutori principali, e le loro istanze rappresentano un punto di partenza su cui costruire un Sgsl.

Accanto ad esse, le richieste di fornitori, appaltatori e comunità locali costituiscono esempi di aspettative di soggetti esterni all’industria chimica, legittimati a esprimere le proprie esigenze nel processo di costruzione del Sistema.

Un manuale operativo per imprese e lavoratori

L’identificazione sistemica dei pericoli connessi all’ambiente e all’attività lavorativa nel settore dell’industria chimica costituisce un’azione propedeutica per la valutazione dei rischi di settore e per l’individuazione di adeguate misure di prevenzione.

In questo senso, il manuale descrive i processi e gli elementi da prendere in considerazione nella definizione dei processi di sicurezza aziendale.

👉 Il manuale

radiazioni

Radiazioni ionizzanti, cosa cambia con il Dl n.203 del 25 novembre – l’approfondimento

In relazione alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione di radiazioni ionizzanti, il Dl n.101 del 31 luglio 2020 viene integrato e corretto con il Dl n.203 del 25 novembre 2022. 

Pericolo radiazioni ionizzanti, cosa cambia per i datori di lavoro

Viene sostituito il comma 9 dell’articolo 109 del Dl n.101 del 31 luglio 2020. Il nuovo testo recita: “I datori di lavoro trasmettono all’archivio nazionale dei lavoratori esposti, di cui all’articolo 126, comma 1, istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, i risultati delle valutazioni di dose effettuate dall’esperto di radioprotezione per i lavoratori esposti, secondo le modalità previste dal decreto di cui all’articolo 126, comma 2”.

Cosa cambia nella formazione di dirigenti e preposti

Veniamo all’articolo 23 del Dl n.203 del 25 novembre 2022 che riporta invece modifiche all’articolo 110 del dl n.101 del 31 luglio 2020 relativamente alla informazione e formazione dei dirigenti e dei preposti.

Secondo quanto specificato, il datore di lavoro provvede affinché i dirigenti e i preposti ricevano un’adeguata informazione, una specifica formazione e un aggiornamento almeno ogni cinque anni in relazione ai propri compiti in materia di radioprotezione. 

I contenuti dell’informazione e formazione comprendono:

  • principali soggetti coinvolti e relativi obblighi;
  • definizione e individuazione dei fattori di rischio derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti;
  • modalità di valutazione dei rischi derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti;
  • individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti.

Pericolo radiazioni ionizzanti, cosa cambia per i datori di lavoro

Gli articoli 23 e 24 del Dl n.203 del 25 novembre 2022 modificano alcuni aspetti della formazione di dirigenti, preposti e lavoratori.

Il datore di lavoro si assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente e adeguata in materia di radioprotezione anche con eventuale addestramento specifico. La formazione e l’addestramento devono avvenire con periodicità almeno quinquennale e  in occasione:

  • della costituzione del rapporto di lavoro o dell’inizio dell’utilizzazione qualora si tratti di somministrazione di lavoro;
  • del trasferimento o cambiamento di mansioni;
  • dell’introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie che modificano il rischio di esposizione alle radiazioni ionizzanti.
Inail Bando ISI 2023

Bando Isi 2022, più di 300 milioni per le imprese che investono in sicurezza

Più di 300 milioni a fondo perduto per sostenere le imprese agricole che investono in sicurezza. Con il bando Isi 2022 gli incentivi a fondo perduto stanziati a partire dal 2010 per la realizzazione di progetti di miglioramento della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro superano quota tre miliardi di euro.

Il supporto alle aziende virtuose come obiettivo prioritario”, sostiene il presidente dell’Inail Franco Bettoni. “Lo strumento degli incentivi Isi rappresenta, infatti, una leva di intervento strutturata – continua il presidente – attraverso la quale l’Inail promuove e sostiene l’impegno virtuoso delle aziende che scelgono di puntare sulla sicurezza, non limitandosi solo agli interventi imposti dalle norme, avendo ben compreso che la prevenzione genera un importante ritorno in termini economici, sociali, di competitività e di benessere organizzativo”.  

Bando ISI, i cinque assi del finanziamento

I fondi del bando Isi 2022, più di 333 milioni di euro, sono ripartiti in budget regionali/provinciali e suddivisi in cinque assi di finanziamento, differenziati in base ai destinatari e alla tipologia dei progetti che saranno realizzati. 

Primo asse: 161,8 milioni di euro, suddivisi in 156,8 milioni per i progetti di investimento e cinque milioni per i progetti di adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale.

Il secondo asse prevede 40 milioni di euro per la realizzazione di progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale dei carichi. 

Lo stanziamento del terzo asse è di 86,5 milioni di euro, per progetti di bonifica da materiali contenenti amianto; mentre il quarto mette a disposizione 10 milioni di euro per progetti per micro e piccole imprese operanti nella ristorazione. 

L’importo del quinto asse, riservato ai progetti per le micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli, è invece di 35 milioni di euro, suddivisi in 25 milioni per la generalità delle imprese agricole e 10 milioni per i giovani agricoltori, organizzati anche in forma societaria.

Destinatari e scadenze del bando ISI

Destinatarie dei finanziamenti del bando Isi sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio, del settore Agricoltura. Gli enti del terzo settore, inoltre, possono accedere ai fondi del secondo asse per la riduzione del rischio da movimentazione manuale dei carichi. 

Ciascuna impresa può presentare una sola domanda. La presentazione delle domande avverrà, come per le edizioni precedenti, in modalità telematica: le date saranno pubblicate sul portale Inail entro il prossimo 21 febbraio.

Per ogni progetto ammesso, il contributo Inail erogato in conto capitale può coprire fino al 65% delle spese sostenute fino a un massimo di 130mila euro.

Unasf Conflavoro PMI, i nostri servizi

La nostra associazione promuove lo sviluppo e la diffusione della cultura della prevenzione e protezione dai rischi attraverso l’erogazione di servizi in linea con quanto richiesto dal Testo Unico Sicurezza (D.Lgs. 81/08) e dai successivi Accordi Stato – Regioni.

Nel corso degli anni UNASF Conflavoro PMI ha sviluppato una rete territoriale per poter rispondere in modo ottimale alle diverse caratteristiche professionali e aziendali anche a livello locale.

Scopri i servizi di Unasf Conflavoro PMI
antincendio

Antincendio, gli obblighi del datore di lavoro secondo il nuovo dm 2 settembre 2021

Riguardo la gestione dell’emergenza antincendio, ai sensi del DM 2 settembre 2021, cambiano gli adempimenti del datore di lavoro. Ricordiamo che il decreto fa parte di una serie di altri decreti che hanno portato al superamento del Decreto Ministeriale 10 marzo 1998.

Unasf Conflavoro PMI chiarisce di seguito quali sono gli obblighi del datore di lavoro.

Antincendio, gli obblighi del datore di lavoro

È obbligo del datore di lavoro fornire ai lavoratori un’adeguata informazione e formazione sui principi di base della prevenzione incendi e sulle azioni da attuare in presenza di un incendio, secondo le indicazioni riportate nel presente allegato. 

Inoltre, tutti i lavoratori esposti a rischi di incendio o di esplosione correlati al posto di lavoro devono ricevere una specifica ed adeguata formazione antincendio da parte del datore di lavoro.

Riguardo poi alla preparazione all’emergenza il datore di lavoro “dovrà effettuare un’ulteriore esercitazione in caso di:

  • adozione di provvedimenti per la risoluzione di gravi carenze emerse nel corso di precedenti esercitazioni;
  • incremento significativo del numero dei lavoratori o dell’affollamento;
  • modifiche sostanziali al sistema di esodo.

Una volta svolte tutte le esercitazioni andranno regolarmente documentate

In merito alla gestione dell’emergenza, il datore di lavoro predispone e tiene aggiornato un piano di emergenza, che deve contenere: le azioni che i lavoratori devono mettere in atto in caso di incendio; le procedure per l’evacuazione del luogo di lavoro; le disposizioni per chiedere l’intervento dei vigili del fuoco e per fornire le necessarie informazioni al loro arrivo; le specifiche misure per assistere le persone con esigenze speciali.

Nel predisporre poi il piano di emergenza, il datore di lavoro deve anche prevedere un’adeguata assistenza alle persone con esigenze speciali, indicando misure di supporto alle persone con ridotte capacità sensoriali o motorie, tra le quali adeguate modalità di diffusione dell’allarme, attraverso dispositivi sensoriali (luci, scritte luminose, dispositivi a vibrazione) e messaggi da altoparlanti. 

I corsi di formazione e aggiornamento antincendio 

Riguardo agli adempimenti del datore di lavoro, relativamente ai corsi di formazione e aggiornamento antincendio per addetti al servizio antincendio, i contenuti minimi dei corsi di formazione e dei corsi di aggiornamento antincendio per addetti al servizio antincendio devono essere correlati al livello di rischio dell’attività.

Sei un formatore antincendio? Il Registro Professionali Qualificato RPQ Antincendio, istituito ai sensi della Legge 4/2013 da UNASF Conflavoro PMI, associazione professionale abilitata dal Ministero dello Sviluppo Economico nel rilascio degli Attestati di Qualità e Qualificazione Professionale, è lo strumento qualificante che accerta i requisiti previsti dal nuovo dm del 2 Settembre 2021 in materia di Antincendio (ex DM 10 marzo 1998 per coloro che devono svolgere il ruolo di formatore per corsi aziendali Antincendio (parte teorica e/o pratica).

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