1505740556 unasf sicurezza lavoro italia muore

Sicurezza sul lavoro: in Italia si muore sempre di più!

Capobianco, Conflavoro PMI: “Serve una formazione continua ed efficiente”

Torna a crescere, in Italia, il numero delle morti bianche e degli incidenti sul lavoro. Un trend invertito dopo un quarto di secolo, secondo dati Inail, con le ultime settimane che hanno tristemente ingrossato le cifre.



I numeri. Secondo il recente rapporto Inail, nei primi sette mesi dell’anno le morti sul luogo di lavoro sono aumentate del 5,2% e anche gli incidenti hanno conosciuto un incremento importante, pari all’1,3%. Si tratta di 591 vittime. Di queste, ben 160 sono decedute nel percorso casa-lavoro. Significativo anche l’incremento del numero degli over 60 tra vittime e feriti, confrontato con lo stesso periodo di riferimento del 2016: il 2% di morti in più e circa 2 mila infortuni ulteriori.


Oltretutto, non sempre per i superstiti è possibile dimostrare il collegamento tra infortunio e lavoro, specie se avvenuto nel tragitto stradale. Questo non fa che aggiungere danno al danno a causa del mancato indennizzo. Il timore, infine, è che molti tra incidenti e morti sul lavoro non siano calcolati come tali, ad esempio a causa dell’assenza di una contrattualizzazione regolare.


La sicurezza prima di tutto. L’aumento dei posti di lavoro – stando ad approfondite analisi dei dati Inail – non può essere considerata, in realtà, una concausa significativa dell’aumento degli infortuni e delle morti bianche. Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro Piccole Medie Imprese, punta piuttosto il dito verso una cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro ancora troppo bistrattata.



“Le leggi relative alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro ci sono – afferma Capobianco – e sono continuamente riviste e migliorate con gli Accordi Stato-Regioni. Sono stati compiuti passi importanti e decisivi in tal senso negli ultimi anni, ma non è mai abbastanza. Non può esserlo. Non possiamo fermarci e il tragico incremento di morti e infortuni nei primi sette mesi del 2017, così come mostrano i dati Inail, è indicativo di un problema insito alla base. Serve una formazione continua ed efficiente”.



“Parlo della cultura della sicurezza, uno scenario fondamentale nel mondo del lavoro per il quale Conflavoro PMI lotta in prima linea da sempre. Ricordiamoci che le Piccole e Medie Imprese sono delle famiglie e anche per gli imprenditori queste disgrazie rappresentano una vera e propria tragedia. Siamo ancora in piena crisi e, oltre al fattore economico, non è possibile che esista anche il dramma umano”.



I corsi di formazione sulla sicurezza – continua Capobianco – sono obbligatori e decisivi nel prendere coscienza dei rischi legati ai luoghi di lavoro, qualsiasi e ovunque essi siano. Ma dobbiamo continuare a promuoverli, lavorare assieme istituzioni e associazioni per tutelare sempre meglio e sempre più i lavoratori. Si tratta di una formazione adeguata e specifica, peraltro, e che considera anche l’importanza delle ispezioni, il debellamento del lavoro in nero e, non ci stancheremo mai di affermarlo e ribadirlo, una piena presa di coscienza culturale sull’importanza della sicurezza”.



“La consideriamo imprescindibile e, come Conflavoro, PMI ce ne occupiamo attraverso il prezioso lavoro di UNASF Unione Nazionale Sicurezza e Formazione. Ci affidiamo esclusivamente a docenti esperti e professionali in grado di trasmettere, puntuali e corretti, non solo le vigenti disposizioni normative in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, ma anche un nuovo approccio al mondo del lavoro, da parte sia delle imprese sia del lavoratore”.



“Quel che promuoviamo – specifica Capobianco – è una vera e propria coscienza innovativa, una sorta di modifica genetica delle persone affinché assimilino l’importanza della “cultura della sicurezza” e, a loro volta, si adoperino con convinzione nel propagarla. Si tratta di una maniera rivoluzionaria di intendere il mondo del lavoro, parte fondamentale di ognuno di noi. L’obiettivo ultimo è uno e uno soltanto: arrivare a far comprendere al nostro Paese che la sicurezza e la relativa formazione sono determinanti per il nostro progresso. Vogliamo che si arrivi a una modifica costituzionale, a fatti e non solo a parole, di quello che è il primo principio della Carta. ‘L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro sicuro’. Ci riusciremo”.



“Già adesso non stiamo certo con le mani in mano. Con UNASF, riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico quale associazione professionale che rilascia attestato di qualità in base alla Legge 4/2013, abbiamo istituito un apposito Registro dei Formatori Qualificati così da organizzare in modo adeguato e chiaro un sistema di formazione sulla sicurezza unico nel suo genere”.



“Conflavoro PMI – conclude il presidente nazionale – oltre a essere propositiva, è naturalmente pronta a discutere in modo serio, nelle sedi consone, nuove strategie per combattere questa guerra e raggiungere una piena, valida e certificata sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Logo Rai Radio3

Su Radio Rai 3 tavola rotonda per la formazione sulla sicurezza sul lavoro

Capobianco, Conflavoro PMI: “Una cultura da promuovere per la vita”

Questa mattina, 18 settembre 2017, su Rai Radio 3 è andata in onda in diretta un dibattito inerente la formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, argomento scottante visto l’incremento di morti bianche e infortuni dei lavoratori.

Alla trasmissione Tutta la città ne parla in onda su Rai Radio 3, hanno preso parte alcuni esperti del settore tra cui Roberto Capobianco presidente nazionale di Conflavoro PMI. Gli altri partecipanti sono stati Franco D’Amico, responsabile statistiche di Anmil, Associazione Nazionale fra lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, Carlo Soricelli in qualità di fondatore dell’Osservatorio indipendente di Bologna sui morti sul lavoro, Giovanni Carapella direttore di Formedil, ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia e, infine, Stefano Macale in veste di segretario nazionale Filca Cisl.

Una discussione pregnante, sentita e che non ha mancato di sollevare domande negli ascoltatori. L’argomento, del resto, tocca tutta la popolazione a prescindere dall’occupazione svolta. I dati Inail aggiornati al secondo trimestre 2017 parlano, dopo 25 anni di costanza, di un aumento di morti e infortuni sul lavoro nell’ordine del 5,2 e dell’1,3 punti percentuali. 591 vittime, di cui 431 sul posto di lavoro e oltre 380 mila incidenti. Soprattutto gli infortuni, circa 5 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2016, hanno visto un boom di crescita nella fascia d’età over 60 aggirandosi sui 2 mila 200.

Necessari maggiori controlli. “Quello delle morti bianche è un fenomeno in continua discesa fin dagli anni ‘90”, ha ricordato D’Amico. “Se nel 2015 e 2016 gli infortuni hanno continuato a diminuire, le morti sono aumentate soprattutto nei settori in cui la crescita è maggiore, come metalmeccanica e manifatturiero. Nel 2017, invece, le due linee di convergenza si sono unite portando alla crescita di entrambe le statistiche. Se servono maggiori controlli? Sì, se si fanno e sono mirati, i risultati si vedono. I controlli di Ispettorato del lavoro, Inps e Inail sono stati 206 mila nel 2015, riscontrando piena regolarità in 136 mila casi. Sui 182 mila lavoratori controllati, poi, 65 mila sono risultati totalmente in nero. E’ stato recuperato, in sostanza, più di 1 miliardo 300 milioni di contributi”.

Oltre i dati Inail. Apertamente polemico Soricelli: “Mi sembra di essere in un Paese orwelliano. I morti sul lavoro – ha attaccato – sono maggiori rispetto a quelli dichiarati dall’Inail. Ci sono dei morti che spariscono dalle statistiche, come gli agricoltori schiacciati dal trattore, che quest’anno sono già 106. O i poliziotti morti, che hanno un’altra assicurazione e non sono conteggiati. Ci sono allora morti di serie A e di serie B? Vanno considerati tutti. Se uno muore sul trattore è un morto sul lavoro oppure no?” Un botta e risposta con D’Amico che ha replicato come l’Inail si sia proposta di censire, facendo da collettore con gli altri enti interessati, i 2 milioni di lavoratori che non sono suoi assicurati.

I morti nei cantieri edili. Particolarmente importante la casistica di questo settore, cui fanno riferimento sia Carapella sia Macale i quali hanno parlato senza mezzi termini, entrando nel vivo della discussione, di una sicurezza spesso assente o, comunque, non del tutto a norma. “I lavoratori dei cantieri – ha sostenuto Macale – si prestano a infortuni perché, senza entrare nella polemica, le regole in questo campo non si rispettano. Il settore edile ha perso, dal 2007 a oggi, 800 mila addetti eppure i numeri dei morti non sono scesi in proporzione. Significa che c’è una costanza anche laddove gli occupati calano. Però, dove si riesce a costruire una cultura della sicurezza, con informazione sui rischi e con la repressione dove serve, si crea un bel fenomeno come successo all’Expo di Milano. Lì nessun operaio è morto. Dobbiamo lavorare su questo versante”.

Una formazione a 360 gradi. Per Carapella una delle cause dell’incremento di morti e infortuni sul lavoro nei cantieri è dovuta a una cosiddetta zona grigia. “Mi riferisco a un incremento dell’area di lavoro in cui, probabilmente, c’è una elusione delle normative anche in materia di sicurezza e relativa formazione. In tal senso – ha sostenuto – un lavoratore su quattro è straniero, dunque si è creata una realtà multilinguistica e multiculturale, fatti decisivi per quanto riguarda la formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. La formazione, invece, deve essere fruibile e obbligatoria per tutti. Serve un’educazione comportamentale”.

La cultura della sicurezza è l’unica soluzione. Il pensiero di Roberto Capobianco a tal proposito è la summa di quanto emerso durante la diretta di Radio 3. “Le normative esistenti, se applicate sia dalle aziende sia da lavoratori, potrebbero diminuire la casistica degli incidenti. A partire dalla legge 626/1994, passando per il Testo Unico sulla Salute e la Sicurezza nei luoghi di lavoro del 2008, fino ad arrivare agli Accordi tra Stato e Regioni, in Italia abbiamo cambiato approccio con questo modo di intendere la sicurezza. In passato, invece, veniva dimenticato l’uso corretto della formazione. Come Conflavoro PMI – ha affermato il presidente nazionale dell’associazione – consideriamo la formazione sulla sicurezza una cultura a tutti gli effetti, da promuovere e propagare come pratica obbligatoria e continua, ma, soprattutto, efficace”.

“Perché le piccole e medie imprese – ha affermato Capobianco – sono delle vere e proprie famiglie e, oltre alla crisi economica, non vogliono loro per prime affrontare un disastro peggiore come quello della morte di un lavoratore. La formazione sulla sicurezza, ci teniamo a sottolinearlo, è una formazione necessaria per la vita. Ce ne occupiamo con UNASF Unione Nazionale Sicurezza e Formazione grazie ai nostri formatori, esperti e qualificati e in grado di trasmettere il senso profondo di una cultura della sicurezza”.

Di seguito il link per ascoltare l’intervento completo su Rai Radio 3.

RaiRadio3 RGB e1505751577797

Clicca qui.

Di seguito pubblichiamo i dati Inail relativi al secondo trimestre 2017 sulle denunce di infortunio e malattie professionali.

inail conflavoro bollettino luglio2017

Clicca sull’immagine per visualizzare il PDF

1496768703 TUS News UNASF

Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro versione maggio 2017

Pubblicato il nuovo testo unico sicurezza rev. maggio 201.

Disponibile on line il testo coordinato del Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 (formato PDF, 17.8 MB) in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro aggiornato con tutte le ultime disposizioni.

Molte le novità inserite nell’ultima revisione. Tra queste citiamo: Accordo Stato Regioni del 7 luglio 2016, il Decreto 25 maggio 2016, n. 183 sul funzionamento del SINP, il recente decreto per il rinnovo provvisorio per l’abilitazione alle verifiche periodiche, le modifiche agli articoli 18, comma 1-bis e 53, comma 6, nonché all’entrata in vigore dell’obbligo dell’abilitazione all’uso delle machine agricole, ai sensi dell’Accordo Stato-Regioni del 22/02/2012, introdotte dal Decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244 (in G.U. 30/12/2016, n.304).

1495551946 Anmil UNASF

ANMIL ha presentato in Senato il 1° rapporto sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro

Roma, 17 maggio – Per contribuire a promuovere la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali l’ANMIL
ha realizzato il 1° Rapporto sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, che è
stato presentato, mercoledì 17 maggio, nella Sala Zuccari di Palazzo
Giustiniani del Senato della Repubblica.

 

Negli
ultimi anni l’attenzione di media, istituzioni e cittadini è molto
cresciuta verso il tema della sicurezza sul lavoro ma, al di là dei meri
dati statistici che con impegno l’INAIL diffonde periodicamente, è
nostra convinzione che il fenomeno degli infortuni e delle malattie
professionali e le problematiche legate alla loro prevenzione meritino
una più approfondita valutazione analizzando l’efficacia della normativa
in materia. 

Con questo obiettivo, da diversi mesi, un nostro gruppo di esperti si è dedicato allo studio dei
principali interventi del legislatore, della giurisprudenza, della
prassi amministrativa e del mondo della ricerca in materia di
salvaguardia della salute dei lavoratori e della loro sicurezza in
ambito lavorativo
che hanno caratterizzato in modo significativo l’anno precedente e la metà dell’anno in corso. 

I
risultati di questo lavoro, che ha rivolto lo sguardo al contesto
nazionale senza perdere di vista la prospettiva europea ed
internazionale, hanno dato vita al 1° Rapporto sulla salute e sicurezza sul lavoro
– che intende diventare un appuntamento annuale –  per comprendere come
sia cambiato il lavoro nel nostro paese con i Decreti 81 e 106
nell’ultimo decennio e fornire, a tutti gli addetti ai lavori, un
servizio informativo e culturale aggiornato e completo, con l’auspicio
di contribuire all’innalzamento del livello di conoscenza, di spirito
critico e di quella consapevolezza che il tema merita, considerati i
valori costituzionali che lo governano.

Hanno aperto i lavori: il Segretario della Presidenza del Senato, Sen. Silvana Amati e il Presidente nazionale ANMIL, Franco Bettoni; mentre ha presentato il Rapporto la responsabile ANMIL Salute e Sicurezza, Maria Giovannone. Sono intervenuti: il Presidente della Commissione Lavoro del Senato, Sen. Maurizio Sacconiil Presidente della Commissione di inchiesta sugli Infortuni sul lavoro e le malattie professionali, Sen. Camilla Fabbriil Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati, On. Cesare Damiano; il Presidente del CIV INAIL, Dott. Francesco Rampi; il Presidente dell’INAIL, Prof. Massimo De Felice.


Fonte: (ANMIL) Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro
https://goo.gl/clW9Z5

1495100164 REACH CLP UNASF

L’impatto del REACH e del CLP sulla normativa di salute e di sicurezza sul lavoro

L’effettiva entrata in applicazione del Regolamento Europeo REACH ha di
fatto modificato l’individuazione delle proprietà intrinseche delle
sostanze chimiche attraverso l’inversione dell’onere della prova dalle
Autorità Nazionali all’Industria.

Il Regolamento CLP ha già di fatto
armonizzato i criteri per la classificazione, imballaggio ed
etichettatura delle sostanze e delle miscele pericolose garantendo un
più elevato livello di protezione per la salute e la sicurezza dei
lavoratori.

I cambiamenti introdotti dal regolamento CLP
coinvolgeranno inizialmente i fabbricanti e gli importatori, ma avrà
anche ripercussioni di notevole entità per quanto riguarda gli
utilizzatori a valle e quelli professionali (datori di lavoro), in
merito alla classificazione delle sostanze e le miscele di sostanze
pericolose, la riformulazione dell’etichettatura di pericolo ed in
maniera molto importante anche per quanto riguarda l’aggiornamento delle
Schede di dati di sicurezza.

Il regolamento ha fornito strumenti adeguati per considerare come
cambia la comunicazione del rischio da monte a valle, quali saranno gli
obblighi degli utilizzatori a valle e l’aggiornamento dell’informazione
e della formazione degli attori della prevenzione e di come sta
cambiando la valutazione del rischio chimico, cancerogeno e mutageno.


Sito Ausl Modena https://goo.gl/OIIyC1


Fonte: INAIL, REGIONE EMILIA ROMAGNA, COORDINAMENTO INTERREGIONALE DELLA PREVENZIONE IN SANITA’ – Dott. Celsino Govoni – DSP – AUSL  Modena

Come possiamo aiutarti?