quaderni per immagini

Trabatelli, online i quaderni per immagini per prevenire gli infortuni

L’inail ha realizzato la collana Quaderni per immagini, composta da nove opuscoli dedicati ai dispositivi di protezione, alle attrezzature provvisionali e alle attrezzature utilizzate dai lavoratori nei cantieri edili, e nata dalla sinergia tra il dipartimento per le Innovazioni tecnologiche e la direzione centrale Pianificazione e Comunicazione dell’Istituto.

Nei quaderni per immagini l’utilizzo corretto di attrezzature e dispositivi di protezione 

Gli opuscoli, tratti dai “Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili”, collana già edita dall’Istituto, utilizzano disegni chiari ed esplicativi in grado di richiamare l’attenzione sui comportamenti corretti e le situazioni a rischio.

Rispetto alla collana precedente, infatti, i testi sono stati eliminati e alle immagini originali ne sono state aggiunte delle altre con l’obiettivo di approfondire ogni particolare e fornire il maggior numero possibile di indicazioni per il corretto utilizzo di dispositivi di protezione, opere provvisionali e attrezzature di lavoro.

Uno strumento per superare le barriere linguistiche

“Nei cantieri edili si verifica, purtroppo, il più alto numero di infortuni gravi e mortali – precisano i curatori della collana nell’introduzione – e uno degli obiettivi dovrebbe essere quello di permettere al lavoratore di acquisire velocemente gli elementi base indispensabili per tutelare la propria sicurezza e quella degli altri, considerando soprattutto la cospicua presenza di lavoratori stranieri”.

rischi psicosociali

Rischi psicosociali nell’assistenza socio-sanitaria, analsi Eu-Osha

Il settore dell’assistenza sanitaria e sociale è occupato da circa l’11% del totale dei lavoratori dell’Unione europea e, come emerge dai dati 2020 della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound), ha registrato una crescita nell’ultimo decennio, soprattutto per effetto dell’invecchiamento della popolazione.

Sul tema Eu-Osha ha condotto una ricerca, che analizza i rischi psicosociali dei lavoratori dediti alle attività assistenziali.

Le caratteristiche del comparto assistenziale e della forza lavoro

Secondo la classificazione statistica delle attività economiche nella Comunità europea (Eurostat, 2008), il settore si divide in assistenza sanitaria umana (ad esempio attività ospedaliere), residenziale e sociale (ad esempio assistenza sociale senza alloggio per anziani e disabili, attività di asilo nido). Come segnalato da Eu-Osha e da Eurofound, più di tre quarti delle figure professionali impiegate nell’assistenza sono donne.

Dallo studio dell’Agenzia europea emerge che la maggior parte degli operatori assistenziali svolge il proprio lavoro in strutture ospedaliere, ma esistono anche altri luoghi di lavoro, come le case di cura, gli asili nido, gli studi medici e le case dei pazienti. Le occupazioni in questo settore coinvolgono figure professionali molto diverse, dai medici altamente istruiti agli assistenti infermieristici a basso salario.

I rischi connessi all’attività di assistenza sociale e sanitaria

Lo studio di Eu-Osha riporta il dato di Eurostat, secondo cui nel 2020 oltre il 58% dei lavoratori del comparto ha riferito di essere esposto a fattori che influiscono negativamente sul proprio benessere mentale.

In campo assistenziale, il carico di lavoro risulta essere in costante aumento anche a causa delle esigenze crescenti di una popolazione che invecchia e della carenza di professionisti sociosanitari. La pressione temporale, dovuta al sovraccarico da lavoro, costituisce per gli operatori un forte fattore di stress.

A questo si unisce un carico emotivo pesante da gestire quando si entra in contatto con malattie gravi e terminali, con il dolore e l’ansia dei pazienti o con le richieste dei loro parenti.

L’impatto della digitalizzazione e del covid-19 sul benessere mentale dei lavoratori sociosanitari

Lo studio, citando i dati di un sondaggio dell’Agenzia, riporta che il 59% degli operatori sociosanitari con registra un aumento significativo dello stress lavoro correlato durante la pandemia. Il covid-19, infatti, a causa soprattutto della paura di infettarsi e di la gestione dei rischi psicosociali. Inoltre, evidenziando le interconnessioni che esistono tra la salute della forza lavoro e la necessità di garantire un’assistenza sicura e di qualità ai pazienti, lo studio suggerisce un approccio integrato, che tenga conto del benessere dei lavoratori, delle pratiche organizzative e della qualità dei servizi assistenziali.

Le conseguenze dei rischi psicosociali per il benessere dei lavoratori

Lo studio riporta che l’esposizione a fattori di rischio psicosociali può portare a stress lavorativo e causare una serie di gravi problemi di salute mentale e fisica come affaticamento cronico, depressione e malattie cardiovascolari.

Dalle indagini riportate risulta che il 30% degli intervistati ha riferito di aver sperimentato negli ultimi 12 mesi stress, depressione e ansia legati al lavoro. Questi sintomi, se non gestiti con successo, possono favorire lo sviluppo di fenomeni di burnout.

Inoltre, fornendo assistenza ai pazienti, è probabile che gli operatori siano esposti a traumi, che potenzialmente rischiano di portare a un disturbo da stress post-traumatico.

La gestione dei rischi psicosociali: la necessità di un approccio integrato

A partire dal 1989, con l’introduzione della Direttiva 89/391/CEE sulla sicurezza e la salute dei lavoratori, sono nate molte iniziative a livello internazionale, nazionale, regionale, settoriale e/o aziendale per la gestione dei rischi psicosociali. Inoltre, evidenziando le interconnessioni che esistono tra la salute della forza lavoro e la necessità di garantire un’assistenza sicura e di qualità ai pazienti, lo studio suggerisce un approccio integrato, che tenga conto del benessere dei lavoratori, delle pratiche organizzative e della qualità dei servizi assistenziali. 

indennità

Danno biologico sul lavoro, aumenta indennità per lavoratori e famiglie

Aumento dell’indennità erogata a titolo di risarcimento ai lavoratori e alle loro famiglie a seguito di danno biologico subito sul lavoro. Lo ha ufficializzato l’Inail con la circolare n.41 .

Il nuovo indice va applicato agli importi delle prestazioni economiche per danno biologico, ossia agli indennizzi in capitale e rendita dovuti dall’Inail.

I nuovi importi rivalutati saranno corrisposti con il rateo di dicembre 2023 per quanto riguarda le rendite, mentre sono liquidati da luglio per quanto riguarda gli indennizzi in capitale.

Per chi aumenta l’indennità Inail

La rivalutazione riguarda le rendite e gli indennizzi in capitale liquidati dall’INAIL a partire dal 1° luglio 2023, in relazione ad eventi lesivi che hanno dato origine a danno biologico, erogate in misura proporzionale al grado di invalidità, con una franchigia del 6% (sotto la quale non spetta indennizzo):

  •  indennizzo in capitale per invalidità dal 6% al 16%;
  •  indennizzo in rendita dal 16% in su.
La circolare numero 41 dell’Inail
Italian Summit HSE Bologna

Sicurezza lavoro, le proposte del Summit HSE in una mozione approvata al Senato

Il Senato ha approvato la mozione n. 71 sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro. La mozione impegna il governo a introdurre disposizioni di carattere premiale in favore delle imprese che assicurino ulteriori e più salde tutele per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e a rafforzare le misure sanzionatorie per le imprese che si rendono responsabili di violazioni in tema di sicurezza (punto 3); a promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro in riferimento ad ogni livello di istruzione e formazione, prevedendo altresì il coinvolgimento, con apposite attività formative, delle classi docenti e l’eventuale l’introduzione di un insegnamento ad hoc (punto 10).

Sono questi due dei dieci punti previsti dalla mozione discussa dopo l’incidente alla stazione ferroviaria di Brandizzo (Torino) e la conseguente tragica morte di cinque lavoratori impiegati da un’impresa appaltatrice per la manutenzione del tratto ferroviario Milano-Torino.

Proposte, quelle sopracitate, che già il Summit HSE aveva consegnato al sottosegretario e senatore Claudio Durigon e all’onorevole Walter Rizzetto, presidente della commissione Lavoro, all’ultima riunione ad Ambiente Lavoro a Bologna (24 novembre): individuare semplificazioni burocratiche incisive tenendo conto delle esigenze di aziende e professionisti; prevedere una formazione in materia Sicurezza lavoro che risulti più efficace dell’attuale; introdurre un credito d’imposta per rimborsare le spese affrontate dalle imprese virtuose circa gli obblighi previsti dal Dlgs 81/08.

Italian Summit HSE. Promosso da Conflavoro PMI, vede tra i suoi membri le principali realtà che si occupano di salute, sicurezza e ambiente di lavoro: AIFOSUNASF Conflavoro PMIFondazione LHSANMILAmbiente e LavoroAIFESSistema HSE, UNPISI e ATISL.

anmil

Conflavoro a fianco di Anmil durante l’incontro con il Papa in Vaticano

Lunedì 11 settembre Conflavoro è stata al fianco di ANMIL durante i festeggiamenti per l’80esimo anno di attività di quest’ultima. Una giornata assolutamente unica poiché l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, presieduta da Zoello Forni, è stata infatti ricevuta e celebrata da Papa Francesco e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Per Conflavoro, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, ha partecipato all’incontro con il Santo Padre il segretario generale Enzo Capobianco, il quale riveste anche il ruolo di presidente Unasf, l’Unione Nazionale Sicurezza e Formazione dell’associazione.

La sicurezza sul lavoro, infatti, è stato il traino di tutta la giornata, con scambi tra il Santo Padre e la delegazione. “La sicurezza sul lavoro – ha affermato Papa Francesco – è come l’aria che respiriamo e ci accorgiamo della sua importanza solo quando viene a mancare”.

Conflavoro, a nome delle imprese associate, ha inoltre donato al pontefice la raffigurazione in bronzo del Volto Santo di Lucca, creata da Cesare Giovacchini tra gli ultimi artisti artigiano di oggetti sacri della Lucchesia. Il Volto Santo è un crocifisso ligneo risalente a un periodo compreso tra l’VIII e il IX secolo e custodito nella cattedrale di Lucca, città toscana che ha visto nascere Conflavoro e che per molti anni ha ospitato anche la sede nazionale.

Anmil e Conflavoro

“Sono forti e collaborativi i rapporti tra Anmil e Conflavoro, tanto che l’associazione guidata da Forni – spiega il segretario – è stata fra le prime ad aderire al nostro progetto dell’Italian Summit HSE, vero e proprio unicum nel nostro Paese, che vede riunite le più importanti associazioni e sigle attive a vario titolo nella salute e sicurezza sul lavoro. Abbiamo voluto celebrare ANMIL donando al presidente una medaglia anch’essa realizzata da Giovacchini, raffigurante San Martino cui è dedicata la cattedrale di Lucca. È stato emozionante essere ricevuti dal pontefice e siamo certi – conclude Enzo Capobianco – che con ANMIL faremo ancora grandi cose insieme per migliorare la prevenzione in ambiente lavorativo. I nostri migliori auguri vanno a loro per questi 80 anni e per tanti altri ancora a tutela dei lavoratori vittime gravi di infortuni sul lavoro”.

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