Acrilonitrile: esposizione, rischi e obblighi per le imprese

Acrilonitrile: esposizione, rischi e obblighi per le imprese

L’acrilonitrile (CAS 107-13-1) è stato recentemente classificato come cancerogeno per l’uomo (Gruppo 1) dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) nel 2024, sulla base di evidenze sufficienti di cancerogenicità nell’uomo e negli animali da esperimento. A livello europeo, il Regolamento (CE) n. 1272/2008 (CLP) lo identifica come cancerogeno di categoria 1B e tossico per inalazione, contatto con la pelle e ingestione.

La Direttiva (UE) 2022/431, recepita in Italia con il DLgs 135/2024, ha stabilito i valori limite di esposizione occupazionale a lungo e breve termine, considerando anche la penetrazione cutanea e la potenziale sensibilizzazione. Il DLgs 81/2008 (articoli 236 e 237) obbliga le aziende a valutare e gestire i rischi cancerogeni, adottando misure preventive specifiche per tutelare i lavoratori.

Utilizzo industriale e applicazioni dell’acrilonitrile

L’acrilonitrile è un monomero reattivo ampiamente impiegato nella produzione di fibre sintetiche, resine, plastiche, elastomeri e gomma per molteplici prodotti di consumo. Trova applicazione anche come componente di rinforzo nella produzione di fibre di carbonio destinate al settore aeronautico, difesa e aerospaziale.

Inoltre, è usato per la realizzazione di componentistica automobilistica, elettrodomestici, arredamento e prodotti elettronici, grazie alle sue proprietà isolanti. Il suo impiego è dunque trasversale a numerosi settori industriali, generando una potenziale esposizione per un’ampia gamma di lavoratori.

Effetti dell’acrilonitrile sulla salute dei lavoratori

L’esposizione all’acrilonitrile avviene principalmente per via inalatoria e cutanea. Gli effetti acuti comprendono irritazione delle vie respiratorie, della pelle e degli occhi, sintomi neurologici come vertigini, mal di testa, nausea, fino a convulsioni e perdita di coscienza nei casi più gravi. L’esposizione cronica è correlata a un incremento del rischio di sviluppare tumori, in particolare ai polmoni, al fegato e al sistema nervoso centrale. Studi epidemiologici hanno evidenziato un aumento dell’incidenza di tumori delle cellule gliali, delle cellule epatiche e delle ghiandole mammarie nei lavoratori esposti. Questi dati confermano la necessità di una sorveglianza sanitaria mirata per chi opera a contatto con questa sostanza.

La stima dei lavoratori esposti in Italia

Secondo una scheda informativa redatta dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (DIMEILA) dell’Inail, basata sui dati aggiornati al 2023 della banca dati SIREP, è stato stimato il numero di lavoratori potenzialmente esposti all’acrilonitrile in Italia. La stima è stata elaborata applicando la percentuale di lavoratori esposti rispetto al totale dei lavoratori notificati all’Inail alla popolazione lavorativa complessiva secondo i dati Istat.

I settori più coinvolti risultano essere l’industria chimica, la produzione di materie plastiche e gomma, la fabbricazione di fibre sintetiche e la produzione di adesivi e vernici. Queste stime, integrate con le misure di rischio relativo, possono supportare la definizione di strategie di prevenzione mirate e l’organizzazione della sorveglianza sanitaria.

Cosa devono fare le aziende per prevenire l’esposizione alla sostanza

L’identificazione dei lavoratori potenzialmente esposti comporta per le aziende obblighi precisi:

  • Valutazione del rischio: integrare nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) la valutazione dell’esposizione ad acrilonitrile, con focus sui processi produttivi e sulle mansioni a rischio.
  • Misure tecniche e organizzative: adottare sistemi chiusi di produzione, potenziare la ventilazione degli ambienti e definire procedure operative standard per ridurre l’esposizione.
  • Dispositivi di Protezione Individuale (DPI): fornire ai lavoratori guanti resistenti, indumenti protettivi e dispositivi di protezione respiratoria adeguati.
  • Formazione e informazione: garantire percorsi di formazione periodica e specifica sui rischi connessi all’uso di acrilonitrile, come previsto dall’art. 37 del DLgs 81/2008.
  • Sorveglianza sanitaria: attivare programmi di sorveglianza sanitaria, con controlli periodici e registrazione dei dati sanitari, ai sensi dell’art. 41 del DLgs 81/2008.

Il ruolo dei lavoratori: consapevolezza al rischio

I lavoratori devono rispettare le procedure di sicurezza aziendali, utilizzare correttamente i DPI e collaborare attivamente ai programmi di formazione e sorveglianza sanitaria. La consapevolezza dei rischi e la partecipazione responsabile sono fondamentali per ridurre l’esposizione e prevenire gli effetti dannosi.

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