La terminologia antincendio costituisce l’infrastruttura linguistica e concettuale necessaria per garantire l’efficacia delle misure di prevenzione e protezione in qualsiasi ambito lavorativo o civile. Spesso sottovalutata rispetto agli aspetti impiantistici o strutturali, la precisione lessicale rappresenta in realtà il primo presidio di sicurezza: un’interpretazione errata di un requisito tecnico o di una definizione normativa può comportare gravi errori progettuali, compromettendo la conformità al Dlgs 81/2008 e al Codice di Prevenzione Incendi (DM 3 agosto 2015).
In un settore governato dalla fisica e dalla chimica della combustione, l’ambiguità non è ammissibile. Per ovviare alle incertezze interpretative e uniformare il linguaggio a livello globale, l’ente di normazione ha emanato la norma UNI EN ISO 13943, un documento che non si limita a fungere da glossario, ma stabilisce le definizioni univoche che devono guidare la stesura di norme, regolamenti tecnici e documenti di valutazione dei rischi, assicurando che tutti gli attori della filiera – dai legislatori ai progettisti, fino agli utilizzatori finali – parlino la medesima lingua tecnica.
La terminologia antincendio e le definizioni della norma
Il cuore della norma UNI EN ISO 13943 risiede nella codifica rigorosa della terminologia antincendio, eliminando le discrepanze tra il linguaggio comune e quello scientifico. Il documento definisce centinaia di termini fondamentali, chiarendo ad esempio le sottili ma sostanziali differenze tra concetti spesso confusi come “incendio” (combustione non controllata nel tempo e nello spazio), “fiamma” (zona di combustione in fase gassosa con emissione di luce) e “combustione” (reazione esotermica di una sostanza con un ossidante).
La norma armonizza il vocabolario tecnico a livello internazionale (ISO) ed europeo (EN), fornendo una base comune per la descrizione dei fenomeni fisici, dei parametri di prova e delle caratteristiche dei materiali. Questo lavoro di standardizzazione è cruciale per la classificazione dei prodotti: termini come “infiammabilità”, “potere calorifico”, “reazione al fuoco” o “tasso di rilascio di calore” assumono significati precisi e misurabili, vincolati a specifici test di laboratorio, sottraendoli all’arbitrarietà delle descrizioni qualitative.
Implicazioni operative per la progettazione e la sicurezza
L’adozione di un vocabolario standardizzato comporta ricadute operative immediate per i professionisti antincendio e per i responsabili della sicurezza aziendale. Nella redazione della strategia antincendio o del documento di valutazione dei rischi, l’uso improprio di un termine può invalidare l’analisi o portare all’adozione di misure di protezione non conformi. Ad esempio, confondere la “resistenza al fuoco” (capacità di un elemento di conservare stabilità, tenuta e isolamento per un tempo definito) con la “reazione al fuoco” (grado di partecipazione di un materiale al fuoco al quale è sottoposto) può generare errori fatali nella compartimentazione degli edifici.
La norma UNI EN ISO 13943 diventa quindi uno strumento di lavoro indispensabile per interpretare correttamente le schede tecniche dei materiali, i rapporti di prova e le prescrizioni dei vigili del fuoco. Inoltre, facilita la circolazione di beni e servizi nel mercato unico, poiché una certificazione basata su definizioni ISO è riconosciuta e compresa ovunque, garantendo che le prestazioni di sicurezza dichiarate corrispondano effettivamente a quelle richieste dalla normativa locale vigente.


