Le malattie professionali: cause principali e sintomi comuni

Le malattie professionali: cause principali e sintomi comuni

Una malattia professionale è una condizione patologica causata dall’esposizione prolungata a fattori di rischio presenti nell’ambiente di lavoro. A differenza degli infortuni, che si verificano improvvisamente, le malattie professionali si sviluppano nel tempo e spesso i sintomi compaiono dopo anni dall’esposizione. Queste patologie sono legate principalmente a fattori chimici, fisici, biologici e ergonomici.

Cause principali delle malattie professionali

Le malattie professionali sono causate principalmente da:

  • Agenti chimici: sostanze pericolose come polveri, fumi, solventi, metalli pesanti e amianto, che possono causare malattie respiratorie, dermatologiche e oncologiche.
  • Agenti fisici: come rumore, vibrazioni, radiazioni e microclima, che possono provocare ipoacusia, disturbi muscoloscheletrici e altre patologie.
  • Agenti biologici: come batteri, virus e funghi, che possono causare infezioni e malattie infettive.
  • Fattori ergonomici e organizzativi: come movimenti ripetitivi, posture scorrette, stress e carichi di lavoro eccessivi, che possono portare a disturbi muscoloscheletrici e psichici.

Sintomi comuni

I sintomi delle malattie professionali variano a seconda del tipo di esposizione e della patologia, ma possono includere:

  • Affaticamento e debolezza generale
  • Dolori muscolari e articolari
  • Difficoltà respiratorie e tosse persistente
  • Problemi uditivi e acufene
  • Disturbi della pelle, come arrossamenti, prurito o eruzioni cutanee
  • Sintomi psichici, come ansia, depressione e stress

Prevenzione e protezione

Valutazione del rischio

Il datore di lavoro deve effettuare una valutazione accurata dei rischi legati alle sostanze chimiche, agli agenti fisici e biologici, nonché ai fattori ergonomici. Questa valutazione deve essere documentata nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), che deve essere aggiornato periodicamente. L’obiettivo è individuare i rischi specifici e stabilire le misure preventive più idonee.

Misure tecniche

Per ridurre i rischi, l’azienda deve adottare misure tecniche efficaci, come:

  • Sostituire sostanze pericolose con alternative meno dannose, ove possibile.
  • Installare impianti di ventilazione e aspirazione per ridurre l’esposizione a polveri, fumi e vapori.
  • Utilizzare dispositivi di protezione collettiva, come schermature o barriere protettive, per ridurre l’esposizione ai rischi fisici e chimici.
Misure organizzative

Le misure organizzative sono altrettanto fondamentali. Tra queste troviamo:

  • Pianificazione dei turni di lavoro per ridurre l’esposizione ai rischi, come l’esposizione prolungata al rumore o al calore.
  • Sostituzione di attività ad alto rischio con mansioni meno pericolose.
  • Creazione di pause frequenti durante l’attività lavorativa, soprattutto in ambienti ad alta temperatura o rumore.

Formazione e informazione

La formazione dei lavoratori è fondamentale per sensibilizzarli sui rischi presenti e sulle modalità di protezione. Ogni lavoratore deve essere informato sui rischi specifici del proprio lavoro e su come utilizzare correttamente i dispositivi di protezione individuale (DPI). La formazione deve essere periodica, soprattutto in caso di cambiamenti nelle attrezzature, nei processi produttivi o nei rischi legati all’attività.

Sorveglianza sanitaria

I lavoratori esposti a rischi professionali devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria periodica. Le visite mediche, che includono anche test diagnostici specifici, devono essere eseguite per monitorare la salute dei lavoratori e per individuare precocemente eventuali malattie professionali. I risultati delle visite mediche devono essere registrati e utilizzati per aggiornare la valutazione dei rischi e le misure preventive.

Riconoscimento e indennizzo

In Italia, le malattie professionali sono riconosciute e indennizzate dall’INAIL. Per ottenere il riconoscimento, è necessario seguire una procedura che include:

  1. Certificato medico: il medico competente o il medico curante deve rilasciare un certificato che attesti la natura professionale della malattia.
  2. Denuncia: il lavoratore deve comunicare la malattia al datore di lavoro entro 15 giorni dalla data in cui ne viene a conoscenza.
  3. Comunicazione all’INAIL: il datore di lavoro deve inviare la denuncia all’INAIL entro 5 giorni dal ricevimento.

L’INAIL avvia un’indagine per verificare il nesso causale tra la malattia e l’attività lavorativa, e se il riconoscimento è positivo, il lavoratore ha diritto a prestazioni economiche e assistenziali, come l’indennità per inabilità temporanea o permanente e il rimborso delle spese mediche.

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