Direttiva CSDDD: salute e sicurezza nella filiera

Direttiva CSDDD: salute e sicurezza nella filiera

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), entrata in vigore il 25 luglio 2024, introduce l’obbligo per le grandi imprese di condurre un processo strutturato di due diligence lungo l’intera filiera produttiva. Accanto ai temi ambientali e dei diritti umani, la direttiva include i rischi HSE — salute, sicurezza e ambiente — rendendoli elementi giuridicamente vincolanti. Le aziende convenienti in Europa dovranno identificare, mitigare e segnalare gli impatti negativi sui lavoratori anche nei livelli più remoti della supply chain.

Inclusione della sicurezza nel processo di due diligence

Con la nuova impostazione normativa, la sicurezza sul lavoro non è più solo un obbligo aziendale interno, ma un criterio vincolante nell’intero ecosistema produttivo. Le imprese dovranno verificare che i fornitori, sia diretti che indiretti, rispettino standard minimi di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Ciò implica controlli sui rischi di infortuni, condizioni igienico-sanitarie, misure antincendio e conformità normativa. Il personale HSE diventa protagonista del monitoraggio e dell’auditing nella catena del valore.

Obblighi, responsabilità e sanzioni

La direttiva prevede sanzioni amministrative fino al 5% del fatturato netto globale per le imprese non conformi. Inoltre, introduce la responsabilità civile: le persone danneggiate lungo la filiera potranno agire in giudizio contro la casa madre. Le violazioni verranno rese pubbliche (meccanismo “name and shame”), con impatti reputazionali significativi. Le offerte e i contratti commerciali dovranno includere impegni sui requisiti HSE e clausole di controllo e rimedio.

Sfide e strategie operative per le imprese

L’adeguamento alla CSDDD richiede una revisione profonda dei sistemi organizzativi: mappatura della catena fornitori, integrazione del rischio HSE nei processi ESG, definizione di protocolli d’intervento, meccanismi di reclamo e procedure di audit. La formazione interna dovrà estendersi alle funzioni acquisti, logistica e controllo qualità, per allinearle ai criteri di sostenibilità preventiva. Le imprese che sapranno anticipare queste trasformazioni otterranno un vantaggio competitivo in termini di affidabilità, reputazione e resilienza.

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