Distanza di sicurezza: criteri tecnici e normative di riferimento

Distanza di sicurezza: criteri tecnici e normative di riferimento

Il calcolo della distanza di sicurezza rappresenta un passaggio cruciale nella progettazione delle aree produttive. Questa misura consente di definire lo spazio minimo necessario tra l’operatore e la zona di pericolo di un macchinario, evitando che mani, braccia o altre parti del corpo possano entrare in contatto con organi in movimento o superfici rischiose.

Durante la fase di progettazione è indispensabile valutare dimensioni e forme dei carter di protezione, la presenza di aperture e le modalità di accesso. La norma tecnica fornisce parametri precisi: ad esempio, le fessure non devono superare i 180 millimetri in verticale e i 240 millimetri se circolari o quadrate. Inoltre, l’altezza minima di una barriera non può essere inferiore a 1000 millimetri, a meno che non siano previsti ulteriori sistemi che impediscano lo scavalcamento.

Norma tecnica e principi progettuali

La norma EN ISO 13857 definisce le regole per determinare la distanza di sicurezza, basandosi su criteri di biomeccanica e biometria, prendendo a riferimento individui di almeno 14 anni di età.

Le distanze devono essere misurate dalla parte più sporgente del corpo, considerando movimenti naturali e possibili protensioni. L’operatore deve poter lavorare in stazione eretta, senza forzature posturali, e non deve avere la possibilità di utilizzare sedie, scale o altri oggetti per ridurre la distanza dalle parti pericolose. È inoltre vietato l’uso di attrezzi che possano facilitare l’accesso indiretto agli organi in movimento. Il piano di progettazione deve quindi garantire non solo la conformità numerica alle misure minime, ma anche l’impossibilità di alterazioni volontarie o accidentali.

La fase di valutazione del rischio e la logica proporzionale

Il rispetto della distanza di sicurezza è strettamente legato alla valutazione del rischio, che costituisce la fase fondamentale dell’intero processo. Secondo la norma EN ISO 13849-1, maggiore è il livello di rischio rilevato, più elevata deve essere la protezione applicata. Il principio alla base è quello della “valutazione in eccesso”: se dalla stima emerge un rischio di livello A, dovrà essere adottata una misura corrispondente al livello B o C, così da garantire un margine di sicurezza maggiore.

Questa logica proporzionale assicura che la protezione degli operatori non sia mai al limite, ma sempre rafforzata da un criterio prudenziale. La progettazione della distanza di sicurezza deve coinvolgere l’intera struttura aziendale, dal Consiglio di Amministrazione fino all’Ufficio Tecnico, al responsabile di produzione e al referente della sicurezza. Solo una gestione condivisa consente di tradurre le prescrizioni normative in misure concrete ed efficaci.

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