Nel contesto della sicurezza sul lavoro, la dosimetria rappresenta un insieme di attività tecniche fondamentali per misurare e valutare l’esposizione alle radiazioni ionizzanti da parte di lavoratori e ambienti aziendali. La normativa di riferimento, sia a livello nazionale che internazionale, impone l’adozione di procedure dosimetriche laddove vi sia l’impiego di tecnologie che generano radiazioni, con l’obiettivo di proteggere la salute dei lavoratori e garantire la conformità agli standard di sicurezza.
La direttiva 2013/59/Euratom, recepita in Italia, stabilisce i principi base per la protezione contro i pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti, fissando limiti di dose e obblighi di sorveglianza. La dosimetria consente di registrare in modo oggettivo le esposizioni, raccogliere dati utili in caso di contenziosi e predisporre misure preventive e correttive mirate. È uno strumento imprescindibile per garantire che le soglie di esposizione restino entro i limiti accettabili e che i processi aziendali siano organizzati in modo sicuro.
Le principali tipologie di dosimetria utilizzate nelle aziende
Le imprese che operano con sorgenti radiogene possono adottare diverse modalità di monitoraggio dosimetrico, ciascuna finalizzata a specifici obiettivi di controllo. La dosimetria personale è la più diffusa: si effettua mediante dispositivi individuali come i dosimetri a termoluminescenza (TLD) o a lettura ottica (OSL), che vengono indossati dal lavoratore e registrano la dose assorbita durante le attività operative. Questo metodo permette di attribuire un valore preciso all’esposizione individuale, fondamentale per valutare il rischio specifico del singolo addetto.
Segue la dosimetria ambientale, che prevede il posizionamento di dosimetri fissi in aree strategiche degli ambienti di lavoro per monitorare il livello medio di radiazioni a cui può essere esposta una collettività di persone. Infine, la dosimetria operativa è utilizzata per attività particolarmente critiche o durante interventi ad alto rischio: consente di rilevare in tempo reale, o quasi, la dose assorbita, permettendo una reazione tempestiva in caso di superamento dei limiti di sicurezza. L’integrazione di queste tre modalità consente una visione completa e affidabile della situazione espositiva aziendale.
Normative di riferimento e requisiti tecnici
A livello internazionale, la norma ISO 27048:2011 definisce i criteri per la gestione delle dosimetrie individuali, comprese la calibrazione dei dispositivi, la raccolta e la conservazione dei dati, nonché l’interpretazione dei risultati. In ambito europeo, la già citata direttiva 2013/59/Euratom impone alle aziende l’obbligo di mantenere sotto controllo le esposizioni tramite strumenti certificati, di effettuare calibrazioni periodiche dei dispositivi e di conservare le registrazioni per il tempo previsto dalla legge.
Le aziende devono dunque dotarsi di dosimetri conformi agli standard riconosciuti, istituire procedure per l’analisi dei dati raccolti, formare adeguatamente il personale e garantire la tracciabilità e la sicurezza dei dati raccolti. Il rispetto delle normative è essenziale non solo per la tutela della salute, ma anche per evitare sanzioni amministrative e responsabilità civili o penali.
Il ruolo dell’esperto di radioprotezione e la gestione dei dati
La figura dell’Esperto di Radioprotezione (EDR), come previsto dalla normativa vigente, riveste un ruolo chiave nell’organizzazione e gestione della dosimetria aziendale. L’EDR è responsabile della selezione dei dosimetri, della loro corretta applicazione, delle procedure di calibrazione, della raccolta e dell’interpretazione dei dati. Suo compito è anche quello di predisporre raccomandazioni operative per ridurre l’esposizione, supportando l’azienda nell’adozione di misure tecniche e organizzative efficaci.
Inoltre, l’EDR supervisiona la registrazione e l’archiviazione dei dati dosimetrici, assicurandone l’integrità e la disponibilità in caso di controlli o eventi critici. È sua responsabilità garantire che le informazioni siano trattate nel rispetto della normativa sulla privacy e che siano immediatamente accessibili agli enti preposti alla vigilanza.
Interventi correttivi e prevenzione a partire dai dati raccolti
Uno degli aspetti più rilevanti dell’attività dosimetrica è l’analisi continua dei dati per identificare eventuali superamenti dei limiti o tendenze preoccupanti. In caso di esposizioni superiori ai valori di riferimento, il datore di lavoro – con il supporto dell’EDR – deve predisporre azioni correttive, come la revisione dei cicli produttivi, l’introduzione di schermature, la riorganizzazione degli orari o l’aggiornamento dei dispositivi di protezione.
Accanto a queste misure reattive, un buon sistema di dosimetria consente anche un’attività di prevenzione attiva, identificando anticipatamente possibili criticità attraverso il monitoraggio sistematico e l’elaborazione di report periodici. La formazione continua del personale sul significato dei dati raccolti e sull’adozione di comportamenti sicuri rappresenta un ulteriore elemento di rafforzamento della cultura aziendale della sicurezza.