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Fibre sostitutive dell’amianto, il focus INAIL

L’amianto, noto anche come asbesto, è stato ampiamente utilizzato fino agli anni ’80 in edilizia, nell’industria automobilistica e in vari altri settori per le sue proprietà di resistenza al calore e isolamento. Tuttavia, è stato riconosciuto come cancerogeno certo per l’uomo dalla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) a causa dei gravi rischi per la salute derivanti dall’inalazione delle sue fibre. In Italia, la Legge n. 257/1992 ha vietato la produzione, l’importazione, il commercio e l’utilizzo di materiali contenenti amianto.

Fibre sostitutive dell’amianto: cosa cambia

Con l’obiettivo di sostituire l’amianto, sono state sviluppate nuove fibre artificiali inorganiche, tra cui le fibre artificiali vetrose (FAV) di nuova generazione, come le lane di silicati alcalino-terrosi (AES) e le lane ad alto contenuto di allumina e basso contenuto di silice (HT). Queste fibre sono state progettate per avere proprietà simili all’amianto, ma con una maggiore biosolubilità e minore biopersistenza nei tessuti polmonari, riducendo così i rischi per la salute.

Classificazione e rischi per la salute

Secondo la normativa europea, le fibre artificiali vetrose con un contenuto in ossidi alcalini e alcalino-terrosi superiore al 18% in peso sono considerate biosolubili e, pertanto, esonerate dalla classificazione come cancerogene, ai sensi della nota Q del Regolamento (CE) n. 1272/2008. Tuttavia, studi recenti condotti dal Dipartimento INAIL di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (DIMEILA) hanno evidenziato potenziali effetti tossici e infiammatori delle fibre sostitutive dell’amianto, anche se inferiori rispetto a quelli causati dall’amianto stesso.

Nuove evidenze da studi in vitro

Gli studi in vitro su cellule polmonari umane hanno mostrato che le fibre artificiali vetrose di nuova generazione e le fibre policristalline (PCW) possono causare effetti genotossici, ossidativi e infiammatori. Sebbene questi effetti siano meno pronunciati rispetto a quelli dell’amianto, è necessario raccogliere ulteriori dati per comprendere meglio i meccanismi di tossicità di tali fibre e per garantire un uso sicuro di questi materiali nelle loro diverse applicazioni.

Misure di prevenzione e protezione

Alla luce delle nuove evidenze, è fondamentale adottare misure precauzionali per ridurre i rischi associati all’esposizione alle fibre sostitutive dell’amianto. Si raccomanda l’uso di dispositivi di protezione individuale, come maschere respiratorie, una gestione corretta dei materiali durante la lavorazione o la demolizione, una ventilazione adeguata e un monitoraggio continuo della qualità dell’aria.

Leggi qui il fact sheet integrale dell’INAIL

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