Una scheda informativa dell’INAIL analizza l’utilizzo dei gas anestetici fluorurati nelle sale operatorie alla luce del Regolamento (UE) 2024/573, volto a rafforzare la gestione dei gas fluorurati a effetto serra in un’ottica One Health. L’obiettivo è rendere operative misure più stringenti su uso, recupero e smaltimento degli F-gas, favorendo il passaggio a alternative più sostenibili.
Rischi per operatori e vocazione normativa
Attualmente non esiste una normativa professionale specifica che disciplini l’esposizione ai gas anestetici, ma rimane applicabile il Titolo IX del DLgs 81/2008 sui rischi chimici. Come riferimento tecnico è richiamata la Circolare Ministeriale n. 5 del 14 marzo 1989, che fornisce indicazioni per gestire perdite da maschere, raccordi difettosi o inefficienze nei sistemi di evacuazione. Tale circolare propone limiti per protossido di azoto, allotano, enflurano e isoflurano in base alle condizioni ambientali. In aggiunta, il Regolamento UE 2024/573 stabilisce che da gennaio 2026 sarà vietato l’uso del desflurano, salvo motivazioni cliniche documentate, a causa del suo elevato potenziale di riscaldamento globale (GWP).
Misure operative per ridurre l’esposizione e le emissioni
Per garantire la sicurezza e la sostenibilità, le sale operatorie devono adottare procedure e impianti che riducano dispersioni e impatti ambientali. Tra le misure essenziali si includono: uso di circuiti chiusi e bassi flussi di gas, sistemi di evacuazione e recupero (scavenging), manutenzioni frequenti su giunti e tubazioni, verifica della tenuta dei raccordi e aderenza mascherina-paziente. Il monitoraggio ambientale e biologico è imprescindibile per accertare le concentrazioni effettive. Le apparecchiature devono essere progettate per minimizzare le emissioni, utilizzando gas a minor GWP quando possibile, in linea con la strategia green in ambito sanitario.