Valutazione rischio vibrazioni: oltre il limite, i cofattori

Valutazione rischio vibrazioni: oltre il limite, i cofattori

La valutazione rischio vibrazioni è un obbligo fondamentale per il datore di lavoro, sancito dal Dlgs 81/2008, Titolo VIII, Capo III. Questa normativa disciplina la protezione dei lavoratori dai rischi derivanti da vibrazioni meccaniche, sia quelle trasmesse al sistema mano-braccio (hav) sia quelle trasmesse al corpo intero (wbv). La legislazione impone un’analisi dettagliata per determinare i livelli di esposizione giornaliera (a(8)) e confrontarli con i valori limite di esposizione (vle) e i valori di azione (va). Questo processo è essenziale per identificare i lavoratori esposti, quantificare il livello di rischio e definire un programma coerente di misure di prevenzione e protezione, tecniche e organizzative, volte a eliminare o ridurre al minimo l’esposizione.

Cofattori: l’elemento chiave della valutazione rischio vibrazioni

Una corretta valutazione rischio vibrazioni non può limitarsi alla sola misurazione strumentale e al confronto con i valori numerici. La normativa stessa impone di tenere obbligatoriamente conto di elementi qualitativi, i cosiddetti cofattori di rischio, che possono amplificare significativamente gli effetti nocivi delle vibrazioni anche quando i valori limite non vengono formalmente superati. Tra i principali cofattori si includono le posture incongrue mantenute durante l’esposizione e l’esecuzione di movimenti ripetitivi, che aumentano lo stress a carico del sistema muscolo-scheletrico. Altri fattori determinanti sono l’applicazione di una forza significativa, l’esposizione a basse temperature ambientali, che peggiorano la circolazione sanguigna periferica, e la contemporanea esposizione al rumore. Anche le caratteristiche individuali del lavoratore, come una specifica ipersuscettibilità, contribuiscono a definire il profilo di rischio complessivo e devono essere considerate.

Dalla valutazione alle misure di prevenzione integrate

L’inclusione dei cofattori nel processo valutativo comporta implicazioni pratiche immediate per l’azienda. Il documento di valutazione dei rischi non può risolversi in un semplice report tecnico, ma deve diventare uno strumento dinamico che analizza l’interazione tra l’esposizione e le condizioni operative reali. Questo approccio integrato permette di definire misure di prevenzione molto più efficaci, che superano la semplice scelta di attrezzature a basse emissioni vibratorie. Diventano centrali le misure organizzative, come una diversa pianificazione dei cicli di lavoro, l’introduzione di pause mirate per il recupero funzionale e la rotazione dei lavoratori su mansioni differenti.

Parallelamente, è necessario fornire dispositivi di protezione individuale idonei, come guanti che proteggano dal freddo e attenuino le vibrazioni, e assicurare una manutenzione rigorosa e periodica di macchinari e attrezzature, fondamentale per mantenerne basse le emissioni nel tempo. La sorveglianza sanitaria deve essere programmata tenendo conto di questa complessità, per identificare precocemente eventuali segni di patologie correlate.

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