L’etichettatura alimenti rappresenta il presidio fondamentale di trasparenza e sicurezza nella filiera agroalimentare, disciplinato rigorosamente a livello comunitario dal Regolamento UE n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Questa normativa costituisce il testo di riferimento principale per tutti gli operatori del settore alimentare (osa), armonizzando le leggi degli stati membri per garantire un elevato livello di protezione della salute dei consumatori e assicurare il loro diritto all’informazione.
L’etichetta non è considerata un semplice elemento grafico o di marketing, ma la “carta d’identità” del prodotto, attraverso la quale il produttore comunica le caratteristiche essenziali, la composizione e le modalità di utilizzo della merce. L’obiettivo del legislatore europeo è consentire al consumatore di compiere scelte consapevoli e di utilizzare gli alimenti in modo sicuro, con particolare riguardo alla tutela della salute pubblica e alla protezione contro le frodi o le pratiche commerciali ingannevoli. A livello nazionale, il quadro sanzionatorio per la violazione di tali disposizioni è stato definito dal Dlgs 231/2017, che stabilisce pene severe per le omissioni o le inesattezze nelle indicazioni obbligatorie, confermando la centralità della correttezza informativa nel rapporto fiduciario tra impresa e mercato.
L’etichettatura alimenti e i requisiti informativi
Analizzando nel dettaglio i contenuti tecnici, l’etichettatura alimenti deve soddisfare requisiti precisi di chiarezza, leggibilità e indelebilità. Il regolamento impone una serie di indicazioni obbligatorie che non possono essere omesse. Tra queste figurano la denominazione dell’alimento, che deve descrivere la natura del prodotto, e l’elenco degli ingredienti, da riportare in ordine decrescente di peso. Un aspetto cruciale riguarda la gestione degli allergeni: qualsiasi sostanza o prodotto che provochi allergie o intolleranze (elencati nell’allegato ii del regolamento) deve essere evidenziato attraverso un tipo di carattere chiaramente distinto dagli altri ingredienti, per dimensioni, stile o colore, al fine di renderne immediatamente visibile la presenza.
Altrettanto importante è l’indicazione della quantità netta e del termine minimo di conservazione (“da consumarsi preferibilmente entro”) o della data di scadenza (“da consumarsi entro”) per i prodotti molto deperibili, la cui sicurezza potrebbe essere compromessa dopo tale data. La dichiarazione nutrizionale è divenuta obbligatoria per la quasi totalità degli alimenti trasformati e deve fornire informazioni sul valore energetico e sulla quantità di grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale. Inoltre, per specifiche categorie come le carni fresche, è indispensabile indicare il paese d’origine o il luogo di provenienza, per garantire la completa tracciabilità della filiera.
Responsabilità operatori e gestione della conformità
Le implicazioni pratiche per le imprese del settore alimentare sono rilevanti e impongono una revisione costante dei processi di controllo qualità e di packaging. La responsabilità della correttezza delle informazioni ricade sull’operatore con il cui nome o ragione sociale il prodotto è commercializzato. Questo comporta l’obbligo di verificare non solo la corrispondenza tra quanto dichiarato in etichetta e il contenuto effettivo del prodotto, ma anche di aggiornare tempestivamente le informazioni in caso di modifiche alla ricetta o ai processi produttivi. Una gestione inefficace dell’etichettatura espone l’azienda a rischi enormi: oltre alle pesanti sanzioni amministrative previste dal Dlgs 231/2017, vi è il rischio concreto di dover procedere al ritiro o al richiamo del prodotto dal mercato, con danni incalcolabili alla reputazione del brand e perdita di fiducia da parte dei consumatori. Al contrario, un’etichettatura chiara, trasparente e completa, che vada anche oltre gli obblighi minimi di legge (ad esempio con indicazioni volontarie sulle caratteristiche nutrizionali positive o sulla sostenibilità del packaging), si trasforma in un potente vantaggio competitivo, valorizzando la qualità del prodotto e la serietà dell’azienda produttrice agli occhi di un consumatore sempre più attento e informato.


