Nel contesto odierno la valutazione dei rischi in ufficio assume un’importanza centrale per le imprese, in quanto anche gli ambienti apparentemente meno “rischiosi” sono soggetti agli obblighi del Dlgs 81/08 e successive modifiche.
Tra i riferimenti normativi più rilevanti figurano l’articolo 2087 del Codice Civile — che impone al datore di lavoro l’obbligo di tutela della salute e dell’integrità fisica dei lavoratori — e l’articolo 28 del Dlgs 81/08, che prevede la valutazione del rischio da stress lavoro-correlato. È indispensabile che il consulente del lavoro e il tecnico della sicurezza abbiano piena consapevolezza della varietà di rischi presenti nelle postazioni d’ufficio e che integrino tali fattori nella valutazione aziendale.
Principali rischi in ufficio: natura, meccanismi, contesto
Tra i rischi più frequentemente trascurati nell’ambito d’ufficio troviamo disturbi muscolo-scheletrici derivanti da postazioni non ergonomiche, affaticamento visivo, sovraccarico tecnologico (c.d. tecnostress), rischi elettrici e ambientali, e disagi acustici da rumore elevato o mal segnalato.
Ad esempio, una sedia non regolabile, un monitor posizionato professionalmente in modo errato o una scrivania troppo alta possono generare tensioni cervicali, lombalgie e affaticamento oculare. Allo stesso modo, in un ambiente ricco di dispositivi elettronici e prese multiple, la presenza di cavi danneggiati o multiprese sovraccariche costituisce un rischio tangibile di cortocircuito o incendio.
Dal punto di vista organizzativo, la modalità di lavoro in open-space e la mancanza di pause strutturate possono aggravare lo stress, ridurre la concentrazione e compromettere la produttività. Questi elementi richiedono un aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) in modo mirato, includendo i rischi emergenti legati all’uso intensivo di videoterminali e alla qualità dell’ambiente indoor.
Implicazioni pratiche per consulenti, imprese e lavoratori
Per le imprese e per i consulenti del lavoro la presenza di rischi in ufficio comporta obblighi concreti: occorre prevedere interventi di formazione specifica sui videoterminali, erogare istruzioni sull’ergonomia delle postazioni, istituire pause e modalità di disconnessione dalle tecnologie per contenere il tecnostress. È inoltre necessario verificare periodicamente lo stato degli impianti elettrici e delle prese, gestire in modo sistematico l’illuminazione e la ventilazione, monitorare la qualità dell’aria e ridurre i rumori di fondo mediante soluzioni acustiche appropriate.
Per il lavoratore, queste attività si traducono in ambienti più sicuri, condizioni più salutari e maggiore partecipazione alle misure preventive. Per il consulente del lavoro, valorizzare queste misure significa trasformare un obbligo normativo in un’opportunità di consulenza strategica e competitiva: segnalare agli imprenditori la necessità di aggiornamento del DVR e la formazione sul tecnostress può diventare un elemento distintivo del servizio offerto.


