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Il giovane boscaiolo morto lavorava in “nero”

Aggiornamenti agghiaccianti sul caso di Vitali Mardari, il boscaiolo moldavo di 28 anni trovato morto colpito da una pianta nei boschi a Sagron Mis non era solo, lavorava «in nero» ed il suo padrone è stato identificato dai Carabinieri: dovrà rispondere di omicidio colposo e frode. Ma soprattutto appaiono agghiaccianti i particolari della tragedia, con l’imprenditore che ha trasportato il cadavere in macchina per oltre mezzo chilometro, per poi chiamare i soccorsi dicendo di aver rinvenuto «il cadavere di uno sconosciuto» nel bosco.

I precisi approfondimenti dei Carabinieri di Primiero hanno consentito di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Più precisamente é stato appurato come il titolare di un azienda boschiva bellunese ingaggiava «in nero» il giovane Moldavo che andava a prestare manodopera unitamente ad altri colleghi in un cantiere boschivo di Sagron Mis dove, nel corso dell’approntamento di una teleferica strumentale all’esbosco, un cavo in acciaio si spezzava, colpendo violentemente Mardari che partecipava alle operazioni di ancoraggio.

Il giovane boscaiolo sbalzato a qualche decina di metri decedeva sul posto a causa di importanti fratture alla base cranica Immediatamente i suoi colleghi presenti nel cantiere allertavano il titolare dell’impresa boschiva S.R. che giunto sul posto, senza nemmeno verificare le condizioni dell’infortunato, decideva di caricare il corpo esanime sull’autovettura dello stesso malcapitato e coadiuvato da una seconda persona, lo trasportava ad una distanza di 600 metri dove nelle adiacenze di una scarpata, scaricava sul terreno il corpo senza vita del giovane boscaiolo appoggiando sulla salma alcuni legni, condotte ritenute dagli inquirenti, come chiaramente finalizzate a mutare artificiosamente lo stato dei luoghi in maniera da sviare le indagini.

Infine, il titolare della ditta pare aver telefonato ad una guardia boschiva che allertava i soccorsi, affermando di aver casualmente rinvenuto nel bosco una persona esanime a lui non conosciuta.

Davvero una storia da brividi. 

Rimangono in corso tutte le ulteriori verifiche a cura degli ispettori del Lavoro della Provincia Autonoma di Trento per accertare con assoluta perizia le violazioni in materia di sicurezza sul lavoro. A parziale chiusura, la Stazione Carabinieri di Primiero S.M.C. deferiva l’imprenditore boschivo per i reati di Omicidio Colposo con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e di Frode Processuale. 

Noi di Unasf Conflavoro PMI ci teniamo ad esprimere la nostra più sincera vicinanza alla famiglia di questo giovane ragazzo, e ci uniamo alla richiesta disperata dei suoi cari affinché la magistratura faccia il suo dovere per garantire che fatti di questo genere siano puniti in maniera esemplare.

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