Dati aggiornati sulle malattie asbesto correlate in Italia

Dati aggiornati sulle malattie asbesto correlate in Italia

Nel quadro normativo italiano l’impiego, la produzione e la commercializzazione dell’amianto sono vietati dal 1992, mediante l’entrata in vigore della legge 257/1992 che ha posto le basi per la cessazione delle attività connesse all’asbesto e per la tutela dei lavoratori esposti. Un’analisi statistica recentissima – che prende in considerazione il periodo 2020-2024 – offre un aggiornamento puntuale circa l’andamento delle malattie asbesto correlate, le rendite legate ai casi riconosciuti e le prestazioni del fondo per le vittime di tali patologie.

Contenuti principali dell’analisi statistica

L’analisi statistica mostra una decrescita del numero di malattie professionali asbesto correlate riconosciute dall’ente in esame: si passa da 1.242 casi nel 2020 a 1.022 nel 2024, con una contrazione complessiva pari al – 18 %. Nel quinquennio la media annua dei casi riconosciuti si attesta a 1.160, rappresentando circa il 5 % del totale delle malattie professionali.

Il documento evidenzia altresì che annualmente circa il 41 % dei soggetti colpiti muore a causa della patologia. Le patologie più frequentemente riconosciute sono il mesotelioma (in particolare pleurico) e le malattie della pleura, seguite da malattie polmonari da agenti esterni e tumori dell’apparato respiratorio. Si segnala che il numero di lavoratrici coinvolte è relativamente contenuto – in media 46 casi annui – ma le conseguenze cliniche risultano frequentemente più gravi rispetto al genere maschile. Le statistiche si basano su dati open-data dell’ente relativo alle malattie professionali, aggiornati al 30 aprile 2025 per i quinquenni di osservazione.

implicazioni pratiche per imprese e lavoratori

Per le imprese il trend discendente nei riconoscimenti indica che gli interventi di prevenzione possono produrre effetti concreti, ma non eliminano il rischio: rimane fondamentale la sorveglianza sanitaria, la bonifica strutturale e il controllo ambientale nei luoghi a rischio. I lavoratori esposti continuano a dover essere tutelati da regole rigorose di sicurezza, formazione e monitoraggio, nonché dall’accesso alle prestazioni previdenziali e assistenziali previste dalle normative vigenti. La percentuale significativa di decessi tra i soggetti affetti sottolinea l’urgenza di programmi di diagnosi precoce e di sostegno per i malati e per i loro superstiti. Le prestazioni attivate per le vittime dell’asbesto e per i superstiti rappresentano un elemento di garanzia sociale: le rendite per inabilità permanente e le prestazioni una tantum costituiscono strumenti essenziali per la tutela.

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