Sicurezza negli spazi confinati: differenze tra le tipologie e rischi associati

Spazi confinati: tipi e rischi per la sicurezza

Gli spazi confinati rappresentano ambienti di lavoro ad alto rischio, spesso caratterizzati da accessi limitati, ventilazione insufficiente e la possibilità di sviluppare condizioni pericolose per la salute e la sicurezza dei lavoratori. È fondamentale comprendere che non tutti gli spazi confinati sono uguali; pertanto, è necessario adottare un approccio differenziato nella valutazione dei rischi e nell’implementazione delle misure di sicurezza.

Classificazione degli spazi confinati: un approccio basato sul rischio

La norma UNI 11958:2024 fornisce criteri per l’identificazione dei pericoli e la valutazione dei rischi negli ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento. Secondo questa norma, gli spazi confinati possono essere classificati in tre categorie in base al livello di pericolo:

  • Classe A: Spazi confinati che presentano un alto e immediato rischio per la vita e la salute del lavoratore, come la mancanza di ossigeno, la presenza di atmosfere infiammabili o esplosive, alte concentrazioni di sostanze tossiche (IDLH – Immediately Dangerous to Life or Health).
  • Classe B: Spazi confinati che possono portare a situazioni di infortunio se non vengono adottate misure preventive, ma non sono immediatamente pericolosi per la vita e la salute.
  • Classe C: Spazi confinati in cui il rischio è trascurabile, non influisce sul normale svolgimento del lavoro e non è prevedibile un peggioramento.

Tipologie di spazi confinati e rischi associati

Le tipologie di spazi confinati variano in base alla loro struttura e all’ambiente circostante. Alcuni esempi includono:

  • Serbatoi, silos, recipienti e reattori: Possono contenere sostanze chimiche pericolose e presentare rischi di esposizione a vapori tossici o esplosivi.
  • Sistemi di drenaggio, reti fognarie, tubazioni, condotti, canalizzazioni, pozzi neri e fosse: Spazi con accessi ristretti e la possibilità di accumulo di gas pericolosi.
  • Gallerie, camini, caldaie, camere di combustione e forni: Ambienti con ventilazione limitata e potenziale presenza di atmosfere pericolose.
  • Vasche, piscine e cisterne aperte: Possono presentare rischi di annegamento o esposizione a sostanze chimiche.
  • Scavi di fondazione: Rischi di seppellimento o esposizione a gas pericolosi.
  • Celle frigorifere: Possibile esposizione a basse temperature e rischi di asfissia.
  • Stive di navi o aeromobili: Ambienti con accessi limitati e potenziale presenza di gas pericolosi.

La pericolosità di questi ambienti può variare nel tempo, anche rapidamente, a causa di reazioni chimico-fisiche successive e instabili.

Normativa e misure di sicurezza

In Italia, la normativa di riferimento per la sicurezza negli spazi confinati è il DLgs 81/2008, in particolare gli articoli 66 e 121, e il DPR 177/2011. Queste disposizioni stabiliscono requisiti per l’esecuzione in sicurezza dei lavori in ambienti sospetti di inquinamento e in ambienti confinati. La norma UNI 11958:2024 integra queste disposizioni, fornendo linee guida per la gestione della sicurezza in questi ambienti.

Le misure di sicurezza includono la valutazione dei rischi, l’adozione di procedure operative e di emergenza, la scelta delle attrezzature di lavoro e della strumentazione, l’uso di dispositivi di protezione collettiva e individuale, e la formazione specifica dei lavoratori.

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