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La sicurezza nei caseifici: i rischi nei piazzali e nei locali tecnici

Un ambito produttivo molto importante che necessita di idonee strategie di prevenzione dei rischi è quello relativo ai caseifici,
ambienti lavorativi nei quali ha luogo la trasformazione del latte in
burro e formaggio e che si compone di vari locali (ricevimento del
latte, camera del latte, eventuale laboratorio del burro, area di
cottura/cagliatura, salatoio, magazzino di stagionatura). Per
soffermarci su alcuni dei rischi a cui sono soggetti i lavoratori dei
caseifici possiamo fare riferimento ad uno dei documenti prodotti
correlati al progetto Impresa Sicura un progetto multimediale – elaborato da EBER, Ebam, Regione Marche, Regione Emilia-Romagna e Inail – che è stato validato dalla Commissione Consultiva Permanente come buona prassi nella seduta del 27 novembre 2013 e che ha affrontato il tema della sicurezza in vari comparti lavorativi.

In particolare, in relazione alla sicurezza nel settore agroalimentare, il progetto si è soffermato su caseifici, lavorazione della carne, acetifici e lavorazione della pasta all’uovo. 

Nel documento “Settore agroalimentare_I caseifici
si ricorda che è difficile riuscire in realtà a individuare “un’unica
definizione di caseificio che soddisfi e consideri appieno le molteplici
tipologie di prodotti e le tante e differenti attività svolte
all’interno di questi opifici, tipici dell’industria di trasformazione
agro-alimentare anche nella Regione Emilia Romagna”. E vengono
presentate, a questo proposito due diverse definizioni di caseifici.

Viene
inoltre precisato che quanto riportato da Impresa Sicura “non riguarda
gli opifici industriali dedicati alla produzione di latte alimentare, ma
solo quelli, per lo più di dimensioni contenute, in cui avviene la trasformazione del latte in formaggio o in altri derivati, quali per esempio burro e ricotta”.

Il
documento riporta informazioni sulle varie tipologie di formaggio (con
riferimento al latte, alla pasta, alla crosta e alla stagionatura), alle
varie fasi di lavorazione e ai rischi correlati.

Riprendiamo
oggi, rimandando altri approfondimenti a futuri articoli del giornale,
alcune informazioni sui rischi e sulla prevenzione in relazione agli  ambienti e le postazioni di lavoro.

In particolare il documento si sofferma sugli “ambienti (chiusi e le
aree cortilive) destinati alla produzione vera e propria o allo
stoccaggio della materia prima e del prodotto finito, i locali tecnici e
quelli di servizio che si possono considerare comuni a tutti i tipi di
trasformazione del latte vaccino” esaminate.

Ad esempio nell’area cortiliva, all’interno dei piazzali aziendali, possono trovarsi a “circolare
contemporaneamente, pedoni, autocisterne, carrelli elevatori e altri
mezzi d’opera necessari alle lavorazioni”.

Riguardo al passaggio di automezzi e al passaggio di pedoni uno dei possibili rischi è il rischio di investimento.

Infatti
“il transito delle autocisterne per il rifornimento del latte nei
piazzali esterni dello stabilimento produttivo (dal cancello di ingresso
fino al punto di riempimento dei serbatoi e viceversa), può comportare
il rischio di investimento dei lavoratori del caseificio”.

In questo caso la prevenzione può consistere nel predisporre e segnalare percorsi separati per pedoni ed automezzi, gestire con apposite procedure o formazione le misure tecniche e organizzative intraprese”. Il documento si sofferma anche sulla salita in postazioni sopraelevate (cisterne di stoccaggio, autocisterne).

Si indica che all’arrivo delle autocisterne
in aziende “l’autista si potrebbe trovare nella condizione di dover
salire sulla sommità dell’autocisterna allo scopo di eseguire alcune
manovre. Parimenti gli operatori si potrebbero trovare nella necessità
di salire sulla sommità delle cisterne di stoccaggio per svolgere
operazioni di manutenzione o di controllo”.

Riguardo ai rischi
si indica che “le eventuali operazioni di manutenzione agli impianti e
ai serbatoi di stoccaggio possono comportare la necessità di raggiungere
postazioni in altezza, con conseguente rischio di caduta dall’alto.
Anche per le operazioni di prelievo di campioni di prodotto e la
successiva pulizia, ove l’addetto acceda alla sommità della
autocisterna, è presente il rischio di caduta dall’alto”. Veniamo alla prevenzione.

È
bene “predisporre accessi sicuri alle postazioni in altezza ai serbatoi
di stoccaggio con gradini stabili e antiscivolo, parapetti, fascia
fermapiedi, ecc… come prescritto dalle norme vigenti. Anche l’accesso
alla parte superiore della autocisterna deve essere reso sicuro, ad
esempio con una scaletta robusta dotata di gradini stabili e
antiscivolo, e dotando il camminamento lungo la cisterna di corrimano e
parapetto reclinabili, che l’operatore possa alzare prima di accedere al
camminamento, anch’esso antiscivolo realizzato ad esempio tramite un
grigliato. Nel caso in cui il parapetto reclinabile sia presente su
entrambi i lati del camminamento grigliato, l’operatore dovrà porre in
posizione tali apprestamenti prima di salire definitivamente sul
camminamento stesso. Nel caso in cui il parapetto reclinabile sia invece
presente su un solo lato del camminamento, l’operatore dovrà far uso di
idonei D.P.I. anticaduta,
oltre alle calzature antiscivolo di sicurezza”. Si segnala che il
D.P.I. anticaduta “a fronte di una caduta controllata dovrà essere di
tipo completo e non dovrà essere dotato di dispositivo di dissipazione
dell’energia a condizione che il cordino di collegamento con la linea
vita installata alla base del parapetto reclinabile sia il più corto
possibile. L’aggancio dovrà essere di tipo scorrevole in modo da
consentire all’operatore di muoversi su tutta la lunghezza del
camminamento rimanendo ancorato e in buon grado di sicurezza anticaduta.

 

 

 

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