Conflavoro
Pmi ha partecipato oggi (20 luglio) al tavolo in videoconferenza
dedicato a salute e sicurezza sui luoghi di lavoro convocato dal ministro Nunzia Catalfo. Per l’associazione, anche in rappresentanza di Unasf, è
intervenuto il presidente nazionale Roberto
Capobianco, chiedendo maggiore coordinamento tra i territori e,
soprattutto, incentivi e rimborsi immediati e totali alle aziende circa i costi
effettuati nei mesi scorsi e per il prossimo futuro, dovuti agli adeguamenti di
ambiente e strumenti di lavoro per frenare la diffusione del Covid.
“La tematica è tra le primarie missioni di Conflavoro – spiega
Roberto Capobianco – poiché vediamo nella prevenzione e nella sicurezza in
azienda il crocevia per un sereno equilibrio tra vita professionale e vita
privata. Da sempre promuoviamo e costruiamo per il sistema Lavoro quella che
amiamo definire ‘coscienza della sicurezza’, ma questo equilibrio nei fatti è purtroppo
ancora molto precario. Le manchevolezze diffuse, inutile negarlo, riguardano
anche lo stesso sistema istituzionale e il modus operandi degli organi
controllori, che in questo periodo per tutti nuovo dovrebbero formare gli
imprenditori prima ancora che punirli. Questi limiti ‘storici’ sono oggi
evidenti a tutti con lo scoppio dell’emergenza”.
“In particolare il sostegno e l’incentivazione, anche economica,
alla sicurezza in azienda è sempre stato una sorta di tabù in Italia. Lo Stato
potrebbe e secondo noi dovrebbe fare molto di più. Basti pensare al protocollo
anti-contagio obbligatorio: è sacrosanta la sua attuazione, su questo non si
discute anche perché risulterà fondamentale specie nei prossimi mesi. Ma sta di
fatto che porta con sé dei costi non indifferenti specie per le piccole realtà
aziendali. Che sono dunque costrette, per poter riprendere l’attività, ad
affrontare delle spese difficilmente sostenibili per la messa in sicurezza di
ambiente, strumenti e lavoratori. Di contro, dove sono i rimborsi necessari e
dovuti loro?”.
“Sì – conclude il presidente di Conflavoro – è vero che sono
finalmente state rese note le modalità per accedere al credito d’imposta così come
previsto dal decreto Rilancio, ma è altrettanto vero che questo credito copre
solo in parte i costi. Serve piuttosto
un rimborso totale e celere delle spese effettuate. E di certo non sono
stati sufficienti, come abbiamo visto, i 50 milioni di Invitalia, polverizzati
in un secondo durante il click day. La verità è che anche nel campo della
sicurezza, soprattutto oggi, le aziende hanno bisogno di certezze burocratiche
semplici ed esaustive, non come è accaduto fino a poco tempo fa proprio per la
questione sicurezza anti-Covid, quando mancava una linea guida unitaria per
settore. E queste certezze servono principalmente sul sostegno
economico-finanziario da erogarsi al 100 per cento dallo Stato a difesa del
tessuto imprenditoriale e della salute dei nostri lavoratori”.


