Negli ultimi anni sono aumentati i casi di legionella. Recentemente è stato dunque pubblicato dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’ Inail (come aggiornamento di un documento redatto nel 2017), dal titolo “Il rischio di esposizione a legionella spp. in ambienti di vita e di lavoro“.
Il documento promuove la valutazione e gestione del rischio di esposizione a legionella negli ambienti di vita e di lavoro in considerazione del d.lgs. 81/2008.
Legionella, valutazione del rischio
Ai fini della valutazione del rischio (art. 17, comma 1, lettera a e art. 271 del d.lgs. 81/2008), come si legge nel documento: “il datore di lavoro deve individuare potenziali sorgenti di rilascio del microrganismo negli ambienti lavorativi e specifiche attività che possono comportare un rischio di esposizione a Legionella spp. In particolare, lo stesso deve valutare la presenza di potenziali pericoli per i lavoratori rappresentati da impianti e apparecchiature in cui sono presenti fattori ambientali (acqua stagnante, sporcizia, biofilm, ecc.) che favoriscono la proliferazione batterica”.
Il datore di lavoro, continua il documento, “deve attuare interventi finalizzati a ridurre al più basso livello possibile la contaminazione microbiologica ambientale e, conseguentemente, l’entità dell’esposizione ad aerosol potenzialmente infettanti”.
Al termine della valutazione del rischio, il datore di lavoro “individuerà misure di protezione collettiva e individuale conformi alle disposizioni legislative a tutela della salute occupazionale”.
Infine l’efficacia degli interventi adottati sarà “valutata stimando l’entità dei rischi residui attraverso monitoraggi microbiologici negli ambienti di lavoro”.