Fotografia Inail

Morti bianche, dramma senza fine anche dopo 11 anni di Dlgs 81/08 sulla sicurezza

Nonostante i passi avanti del testo unico sulla sicurezza, i caduti sul lavoro continuano a essere costanti


645 mila le denunce di infortunio nel 2018, in leggero calo (-0,3%) rispetto al 2017. Di queste, 409 mila riguardano casi avvenuti in itinere. E’ quanto fotografa il rapporto annuale Inail in merito. Il dato allarmante, però, è l’incremento delle denunce di infortunio mortale, a quota 1.218 a fronte delle 1.148 del 2017 (+6,1%). I casi mortali accertati sul lavoro sono 704 (674 nel 2017, +4,5%) di cui 421 (ovvero il 60% del totale) verificatisi in itinere.


Solo nei primi cinque mesi del 2019 i casi mortali denunciati sono stati 391, in perfetta e tragica tendenza rispetto al periodo gennaio-maggio 2018, quando furono 349. Dicasi lo stesso per le denunce di infortunio complessive: 269 mila 431 contro le 269 mila 332 (+0,04).


Non sembrano, pertanto e anche visto il lungo periodo, ridursi in modo significativo le gravi conseguenze legate a una sicurezza evidentemente non sempre a regola d’arte, nonostante i passi avanti – a livello normativo – registrati con l’introduzione del testo unico Dlgs 81/08.


Quest’ultimo, in verità, risulta ancora in parte lacunoso o inapplicato per vari motivi, nonostante le modifiche e gli aggiornamenti al testo che si verificano più volte l’anno. E i meri numeri, in questo caso, hanno sempre il loro peso: dopo il picco di morti bianche nel 2006 (1.341) e la riduzione nel 2017 (circa 1.260) i dati sono sempre rimasti costanti. Significativo, però, il calo degli infortuni, che undici anni fa si attestavano sui 913 mila 500.

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