Movimentazione carichi in cantiere: pianificazione esecutiva

Movimentazione carichi in cantiere: pianificazione esecutiva

La movimentazione carichi manuale nei cantieri edili rappresenta ancora oggi una delle cause principali di infortunio e di insorgenza di malattie professionali a carico dell’apparato muscolo-scheletrico.

Nonostante l’evoluzione tecnologica abbia introdotto numerosi ausili meccanici, molte operazioni richiedono ancora l’intervento fisico dell’operatore. Il quadro normativo di riferimento, costituito dal Titolo VI e dall’allegato XXXIII del Dlgs 81/2008, impone al datore di lavoro non solo di valutare il rischio, ma di adottare misure organizzative e procedurali per evitarlo o ridurlo al minimo.

In questo contesto, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), in collaborazione con il Cpt di Torino, ha rilasciato nuove schede bibliografiche che approfondiscono le metodologie per la gestione in sicurezza dei materiali. Il focus si sposta dalla generica prevenzione alla “pianificazione esecutiva”, intesa come l’insieme di scelte logistiche e operative che devono precedere l’inizio dei lavori. Una corretta progettazione del cantiere, che includa aree di stoccaggio razionali e percorsi di transito liberi da ostacoli, è la prima e più efficace misura di prevenzione collettiva.

Fasi operative e gestione dei flussi logistici

L’analisi tecnica contenuta nelle schede evidenzia come la sicurezza nella movimentazione carichi dipenda strettamente dalla gestione temporale e spaziale delle attività. La fase di approvvigionamento dei materiali deve essere sincronizzata con l’effettiva necessità di posa in opera, evitando accumuli disordinati che costringono gli operatori a spostamenti inutili e ripetuti (doppia movimentazione).

È essenziale definire a monte le zone di scarico, verificando che siano raggiungibili dai mezzi meccanici di sollevamento (gru, muletti, sollevatori telescopici) per ridurre al minimo il tragitto manuale. Inoltre, la pianificazione deve considerare le caratteristiche dei carichi: peso, ingombro, stabilità e prese. Per i materiali pesanti o ingombranti (come blocchi in cemento, sacchi di premiscelati o lastre), l’uso di ausili meccanici o la movimentazione assistita (in coppia) non deve essere un’opzione lasciata alla discrezione del lavoratore, ma una procedura codificata e obbligatoria. Anche la gestione dei rifiuti di cantiere rientra in questa logica: prevedere scivoli di scarico o contenitori posizionati strategicamente evita il trasporto manuale di macerie per lunghe distanze.

Formazione, informazione e sorveglianza sanitaria

Le implicazioni pratiche per le imprese edili riguardano l’integrazione di queste procedure nel piano operativo di sicurezza (POS). Il documento non deve limitarsi a elencare i rischi, ma deve descrivere le specifiche istruzioni operative per ogni fase lavorativa che comporti sforzo fisico. È fondamentale che i lavoratori ricevano una formazione specifica e un addestramento pratico sulle corrette tecniche di sollevamento (piegamento delle gambe, schiena dritta, carico vicino al corpo) e sull’uso delle attrezzature di ausilio (carriole, transpallet manuali, ventose).

La sorveglianza sanitaria, affidata al medico competente, assume un ruolo centrale: attraverso visite preventive e periodiche, è possibile intercettare precocemente eventuali disturbi muscolo-scheletrici e valutare l’idoneità specifica alla mansione, prescrivendo se necessario limitazioni al carico movimentabile. L’investimento nella pianificazione e nella formazione si traduce in una riduzione degli infortuni da sforzo, migliorando non solo la salute dei lavoratori ma anche la produttività complessiva del cantiere.

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